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In piedi in Paradiso, ma fuori dal coro

Creato il 11 marzo 2012 da Carlo_lock
Questa volta Carlo Verdone, nel suo Posti in piedi in paradiso è rimasto in superficie senza affondare il coltello nella torta, limitandosi ad assaporare la panna delle nuvole. Presentato come film ambizioso e pretenzioso dallo stesso regista, mi sembra che non vada molto oltre il consueto cliché. Se dobbiamo cercare un pregio (ma è poi davvero un pregio?) si tratta di un film misurato, ingessato, senza eccessi di risate né di malinconia. Un film descrittivo, ben recitato in certi punti, ma che non imprime un marchio nelle coscienze. Un film volatile, come le anime erranti in Paradiso. La mia voce è, a quanto sembra, insieme al collega blogger e scrittore Gordiano Lupi, fuori dal coro, dato che Posti in piedi in Paradiso è stato considerato da alcuni una delle migliori prove dell'ultime Verdone. Ma, per fare un esempio, già tutta la pubblicità fatta all'ospitata musicale degli Stadio si è rivelata quasi una delusione-truffa, dato che il loro brano Poi ti lascerò dormire si ode soltanto (e di sfuggita) durante un party e non viene nemmeno ripreso (come ci si sarebbe aspettato) nei titoli di coda. Le parti strumentali quasi inesistenti, salvo un tema ripreso da Perdiamoci di vista e ben poco altro. Le occasioni per ridere ci sono, ma sono solo dei piccoli assaggi, il vero momento-sketch si ha verso la fine con il tentativo di furto e poi basta; il tema dei padri separati, contrariamente a quanto è stato detto, non è assolutamente un tema nuovo, se pensiamo che è già stato affrontato in diverse fiction e lo stesso Verdone lo aveva meglio sviluppato, anche se con un'angolazione diversa, in L'amore è eterno fin che dura. Posti in piedi in paradiso vuole infine raccontare un tentativo di solidarietà tra padri, trasformarsi in un film corale, ma ciò che emerge in superficie è più un saggio caratterista di tic, dal quale esce molto bene Marco Giallini, piuttosto che una satira sociologica sui problemi economici dei padri separati. Verdone ripete il suo personaggio di sempre, saccheggiando un po' dal Bernardo di Maledetto il giorno che t'ho incontrato e dal Gilberto de L'amore è eterno fin che dura, Micaela Ramazzotti dà quel tocco umoristico e dolce alla vicenda, la sua "burinaggine" fa quasi tenerezza e sembra che le sue nevrosi siano la unica "chiave" di affinità col personaggio Verdone-Ulisse.
Questo è il ritrattino del film, un'opinione forse fuori dal coro, ma tutto sommato onesta.
Di seguito uno dei brani musicali utilizzati nella colonna sonora

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