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In salotto con il birraio: Giovanni Campari

Da Eatitmilano @Eatitmilano

Prosegue il ciclo di eventi legati alla birra artigianale In salotto con il birraio, promosso da Teo Musso presso Baladin Milano.

Giovanni Campari del Birrificio de Ducato di Parma

Giovanni Campari del Birrificio de Ducato di Parma

Il birraio ospite fino alla fine di giugno è Giovanni Campari del Birrificio del Ducato di Parma, un giovane  Quentin Tarantino con accento parmigiano: laureato in Scienze e tecnologie alimentari, ex homebrewer,  ex stagista per cinque mesi al Birrificio Italiano di  Agostino Arioli e, infine, dal 2007 birraio con tante soddisfazioni e un palmarès impressionante.
Ascoltandolo si capisce immediatamente che Campari è professionista determinatissimo e profondo conoscitore delle tecniche di produzione , ma contemporaneamente uno sperimentatore visionario per cui fare birra non è solo un mestiere ma una forma espressiva (quasi) artistica.
Alla domanda su quale sia la caratteristica fondamentale per essere un bravo birraio risponde l’essere un bravo degustatore, così come un bravo scrittore non potrebbe essere analfabeta.
La produzione del Birrificio del Ducato copre quasi tutte le tipologie esistenti e ha collezionato un palmarès  impressionante, considerando la giovane età del birrificio. Il merito è del perfezionismo del mastro birraio, che fino a quando non ritiene una birra perfetta non smette di affinarne la ricetta.
Campari è conscio del fatto che l’Italia è un paese a vocazione vinicola, in cui la produzione brassicola è ancora agli albori. Ma è altrettanto sicuro quando afferma, che nei paesi “ad alto consumo”, alcune birre italiane sono sulla bocca di tutti perché considerate tre le migliori emergenti al mondo.
Per il futuro Giovanni Campari che dopo la rottura degli schemi con l’avvento delle IPA non si assisterà ad una loro sclerotizzazione, ma piuttosto a un’evoluzione. Ma la vera innovazione arriverà dalla session beer – a basso contenuto d’alcool, dal gusto bilanciato tra il malto e i luppoli, quella che non ubriaca ma rende più sciolta la parlantina e più fluide le relazioni sociali – e dalla sour beer.

Le birre ospiti di Baladin Milano fino alla fine del mese di giugno saranno:

- la primogenita di Giovanni Campari  VIÆMILIA(alc. 5%) a bassa fermentazione, color giallo dorato, caratterizzata da aromi floreali ed erbacei con ricordo di miele d’acacia e un amaro pronunciato. Un poetico tributo alla terra in cui il birrificio nasce e vive, “oppressa da fitte nebbie in inverno e riarsa dal sole dei meriggi estivi”.
Una birra dal gusto standardizzato, elegante ma semplice da comprendere, che si può bere senza mai trovarla stucchevole. Una birra che ha ottenuto 66 riconoscimenti nazionali e internazionali, che la rendono ad oggi, la più premiata al mondo.
Il birraio consiglia di assaggiarla in abbinamento ai fiori di zucca impastellati e fritti;

- la New Morning (alc. 5,8%) ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia, dorata intensa, con riflessi arancio, molto speziata, floreale, secca e dissetante
Dedicata al periodo di formazione al Birrificio Italiano, che ha coinciso con l’inizio di una nuova epoca, battezzata dall’omonima canzone di Bob Dylan e prima birra del Birrificio del Ducato esportata negli Stati Uniti.
Il birraio consiglia di assaggiarla in abbinamento al sashimi di pesce spada;

- la Luna Rossa(alc. 8%) blend di birre diverse, alcune di queste invecchiate in botte fino a 2 anni con l’aggiunta di amarene e marasche. Ambrata intensa con riflessi rubini, profuma di frutta marasca, di acido acetico e lattico e di malti ossidati. Persistentemente sapida e acida. Una birra dedicata ai palati capaci di apprezzarne la complessità.
Il birraio consiglia di assaggiarla in abbinamento al gelato alla crema o al fior di latte, magari per un temerario affogato.


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