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In scena un dipinto del ‘900. “Dopo via Rasella”

Creato il 10 novembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Una bella prova di teatro vero. Un grande piccolo documento di storia e di vita comune; vari mondi che si intrecciano sul fil rouge della drammatica vicenda di via Rasella.  Era il 24 marzo 1944 il giorno dell’eccidio di 335 persone alle Fosse Ardeatine.  Ma non è solo quello il fulcro della vicenda. Domina lo spettacolo l’immagine di un semplice spaccato di un mondo povero ma dignitoso, collocato in un’epoca che si muove  nella metà del ‘900. Uno spettacolo godibile e perfino garbatamente ironico, senza mai venire meno al rispetto della Storia. In realtà non è una piece drammatica, piuttosto un dipinto a tempera dove i colori intensi delle vicende si giustappongono gli uni agli altri per comporre un complesso, seppur semplice,  policromatico quadro finale.  Il racconto di una Roma povera e provata dalla guerra, dalla presenza tedesca, ma nella quale Vittorio, uno dei protagonisti, non dispera. Le linee della vita di ciascuno si intrecciano con le piccole storie di ogni giorno, nei percorsi della strada par andare al lavoro, nello sparecchiare di una tavola o nel mangiare una minestra. Mutevole presenza è l’immagine femminile, come uno specchio d’acqua dove si riflettono le anime diverse di un’epoca: una giovane sordomuta, o colei che era presso il carro della bomba? Una disincantata fanciulla benestante o una paesana ciociara? Una radio antica, con le sue musiche e i suoi proclami del Duce fa da contraltare alla vicenda.

Dopo Via Rasella foto

Essere sempre in scena, in maniera  nitida e luminosa, essere nei personaggi senza sbavature, eccessi o gigionerie è il logo di questa recitazione, senza dubbio di ottima qualità. Il ritmo visivo e semantico è costante e non si perde un colpo, non c’è bisogno di incalzare, reiterare,  urlare, di andare fuori dalle righe, come è di moda in alcuni teatri off, tutto è perfettamente equilibrato e armonico. Il regista/scrittore e attore Pierpaolo De Mejo ha realizzato con i suoi colleghi, Antonio Pisu e Olivia Cordsen, che tra l’altro sono perfettamente calati nei personaggi, una bella prova teatrale ma anche d’ intelligenza e cultura. Niente è scontato, ogni immagine rimanda ad un’altra  e, come in un gioco di destini incrociati, i personaggi scoprono man mano una serie di veli che connotano la propria esistenza in un tempo e in una storia che conduce alla tragedia. Ma non è la lacerazione del dramma che aleggia nello spettacolo, anzi il tutto è riassunto in un tono popolare seppur a volte quasi elegiaco. I protagonisti veri non sono l’Orrore e la Violenza ma la Bontà e la Speranza. Tutto si dipana nell’agnizione finale del secondo enigmatico protagonista che svela la sua natura e il suo eroismo. Lievità e intelligenza contraddistinguono questa piccola grande opera che con l’aggiunta di qualche artificio tecnico e visivo potrebbe tranquillamente stare nel cartellone dei più grandi teatri nazionali italiani.

Alessandra Cesselon

Teatro Elettra Via Capo d’Africa, 32 (Zona Colosseo) 6 al 30 novembre 2014 – Dal giovedì al sabato ore 21.00 / domenica ore 17.00


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