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In tutti i sensi

Da Sharatan
In tutti i sensi
“Immagina l’universo stupendo e giusto e perfetto.Poi sii certo di una cosa: l’Essere lo ha immaginato di gran lunga migliore di quanto tu possa aver fatto.”

(Richard Bach - Illusioni)

Parlando del rapporto che esiste tra l’uomo e l’universo, scrive Steiner, si dice che l’uomo è il piccolo mondo inserito nell’universo, perciò che è un microcosmo nel macrocosmo. Se parliamo del rapporto che l’uomo ha con il mondo sappiamo che questa relazione avviene per merito delle trasformazioni dei sensi rispetto a quelli posseduti nel periodo lunare. Sappiamo che oggi l’uomo affronta l’esistenza terrestre usando una sensorialità che appare morta se è paragonata a quella antica, poiché i sensi che avevamo in epoche antiche erano “molto più vivi e vitali.” Conosciamo 5 sensi sebbene ne abbiamo 12, poiché esistono altri 7 sensi che non sono considerati importanti per la vita, rispetto ai 5 sensi anatomici, cioè vista, udito, gusto, olfatto e tatto. Se il compito dei sensi è quello di comunicare col mondo, le caratteristiche da percepire riguardano sia ciò che è interno che ciò che è esterno all'uomo, perciò avere solo i sensi esteriori ci fa apparire incompleti o imperfetti. Poiché sappiamo che l’uomo deve avere a sua disposizione dei sensi che possono lavorare in modo autonomo e integrato a tutte le sue facoltà, impariamo che percepiamo tramite una triplicità di 4 sensi che percepiscono il mondo tramite corpo, anima e spirito. L’uomo è dotato di 4 sensi che sviluppano il corpo e che sono connessi alla volontà, cioè: tatto, vita, movimento ed equilibrio e che servono per percepire la nostra interiorità, poi abbiamo 4 sensi per sviluppare e accrescere l'anima, perciò olfatto, gusto, vista e calore sono connessi con il sentimento e servono per percepire il mondo esterno. Infine abbiamo 4 sensi che servono lo spirito, cioè: suono, linguaggio, pensiero e l’io, poiché sono connessi con il nostro pensiero, infatti servono per percepire l’interiorità degli altri. Ma le 3 quaterne si intrecciano nella reciproca collaborazione, infatti si intrecciano in 3 gradazioni di percezioni, che vanno dall’inferiore alla superiore, in una scala di raffinatezza crescente.Tutti gli uomini hanno dei sensi inferiori collegati allo sviluppo del corpo, come il tatto, l'equilibrio, il senso del proprio movimento e il senso della vita, ma possiedono anche dei sensi intermedi che incrementano l’attività dell’anima, cioè la vista, l'olfatto, il gusto e il senso del calore. Poi abbiamo dei sensi superiori che ridestano lo spirito come l’udito che è il ponte tra l‘anima e lo spirito, infatti nel livello superiore sviluppiamo il senso della voce, della parola e del linguaggio, perciò il senso del pensiero, del concetto e della rappresentazione che culminano nel senso del proprio "Io" e di quello degli altri. Per ogni sensorialità vi è un campo diverso, infatti abbiamo 12 campi separati all’interno del nostro corpo e ogni senso può agire anche in modo separato, ma ognuno appare come nella sezione della cipolla divisa a metà, perciò vediamo dei centri che sono inseriti uno nell’altro. Tutte queste sezioni sono dei distretti sensoriali “uniformemente attraversati dalla corrente della vita” poiché la vita fluisce nell’intera sensorialità, sebbene non esista una vita manifestata in modo identico da tutti, infatti la vita pulsando attraverso i nostri sensi subisce una ulteriore differenziazione.I sensi sono strutturati per la percezione interiore, perciò tutto ciò che percepiamo avviene dentro i nostri confini, infatti così funziona il tatto e il senso della vita e così percepiamo l’equilibrio in cui il corpo si muove ma il suo movimento diventa interno ed esterno, perché il corpo si percepisce nello spazio interno ed esterno.E’ con l’odorato che usciamo dal corpo per entrare nel mondo, benché l’olfatto faccia uscire in modo parziale, poiché non è così raffinato e profondo, infatti annusiamo senza percepire tanti odori come sanno fare gli animali. Una connessione esterna più evidente è il gusto, perché assaporiamo i sapori esterni assorbendoli nell’organismo, infatti il gusto è più interiore dell’olfatto, anche se l’odore stringe un nesso molto profondo con il mondo. Nella vista catturiamo per vedere, perciò penetriamo nel senso che è più interiore del gustare, sebbene il calore offra una connessione che filtra dall’esterno all’interno del corpo in modo simultaneo.Il suono rende fedelmente la percezione e “la struttura interna dell’oggetto” e, se il suono conserva un significato può comunicare ogni realtà, come avviene nel linguaggio che ci connette interamente al mondo. Questa percezione diventa più intima se il suono viene rivestito del significato e del simbolismo della parola. Le parole che esprimono i concetti fanno penetrare nell’oggetto, perché ci fanno assimilare ogni elemento esterno con quella percezione assai raffinata, in cui esiste una fusione tra interiore ed esteriore, sebbene esista una profonda differenza tra saper udire delle parole e saper comprendere il senso del pensiero, perciò saper comprendere il significato del linguaggio.Spesso sentiamo le parole ma non le colleghiamo al pensatore, perciò le parole sono udite in modo dissociato, mentre sarebbe necessario sapersi inserire “nell’essere che forma la parola in vivente relazione con esso per entrare, tramite la parola, nell’essere pensante,” ma questa capacità richiede una percezione eccelsa da parte dell’uomo, poiché richiede il “senso del pensiero.” Un nesso ancor più elevato e profondo è quello che rende possibile avere nei riguardi dell'altro essere umano, un sentimento tanto intimo da sperimentare le sue sensazioni come fossero le nostre, e questa percezione sorge con il “vivo pensare” che sa percepire l’io dell’altro usando la percezione del nostro io, perchè lo vede come una medesima entità.Perciò diventa essenziale saper attivare la percezione che sa discriminare tra l’io che percepisce l’io dell’altro, perché l’uomo deve costruire un “io personale” che sa pensare su sé stesso: perciò questa sensibilità non può essere una percezione alterna e dissociata, perché la differenza tra le strutture percettive riguarda la loro origine. L’origine della capacità di percezione che infonde il “germe della possibilità” di percepire e di comprendere che esiste un “altro” venne infusa con il “germe dei sensi” in tempi precedenti a quelli lunari.L’io è sorto con l’evoluzione terrestre, ma l’io interiore che ci anima è una cosa molto più antica rispetto all’io esteriore, perciò dicendo “Io” alludiamo alla capacità umana di saper percepire l'altro come un'alterità. Per la scienza impariamo a percepire l’altro osservandone la gestualità e la corporeità perciò valutandone l’aspetto esteriore, ma “in verità come percepiamo immediatamente un colore, così percepiamo l’io dell’altro che ci sta di fronte” infatti l’altro non si percepisce con l’osservazione esteriore, poiché il dato di fatto è che “esiste un senso profondo che ci permette di intendere l’altro io” perché “si tratta di un nesso sensorio con l’io dell’altro” la raffinata facoltà che così sperimentiamo. Come il colore agisce sulla vista tramite l’occhio così l’io altrui è percepito dal nostro io, infatti anche l’io diventa un organo sensoriale, perciò impariamo che è proprio la diversa percezione che sa differenziare le diverse percezioni individuali, perciò è così che “si specifica” l’uomo. Il senso della vita fluisce nei nostri sensi usando dei processi vitali che ci collegano al mondo, perciò esistono 3 modi per accogliere la vita uscendo verso il mondo, e questo avviene tramite la respirazione, il calore e la nutrizione che sono i 3 fattori senza i quali nessun uomo potrebbe vivere. Entrando nel dettaglio scopriamo che il mondo diventa fruibile attivando un processo di trasformazione interiore delle cose che servono alla vita facendo l’interiorizzazione di ciò che è stato raccolto dall’esterno. Questa metamorfosi avviene in 4 fasi, di cui la prima è la “secrezione interna” che distribuisce l’elemento per farlo entrare nel nostro organismo, perciò la sostanza viene ricevuta come contributo del mondo e viene accolto usando gli organi che provvedono alla nostra nutrizione, perciò questo prodotto viene secreto nel corpo. Tutto ciò che è secreto entra a far parte del corpo, perciò viene conservato con un mantenimento, che è la seconda fase della trasformazione per la continuazione dell’essere, perché la vita deve aumentare e accrescere per potersi conservare. La vita terrestre è stata inserita nel cerchio della “riproduzione del tutto,” infatti tutto ciò che è vivo cresce, si conserva e si riproduce, perché la riproduzione è un processo più elevato rispetto alla crescita, infatti permette la continuazione degli organismi simili. Secondo Steiner 7 processi vitali permettono alla vita di fluire nei nostri 12 sensi fisici, infatti tutto avviene tramite la respirazione, il riscaldamento, la nutrizione, la secrezione, la conservazione, la crescita e la riproduzione. Questa costituisce l'origine e il motivo della differenziazione di caratteristiche e di specificità degli organismi umani, perciò va sempre ricordata questa connessione relazionale tra i 7 processi vitali e i 12 sensi dell'uomo. La conoscenza del nesso microcosmico avviene nel modo con cui i 12 sensi fanno fluire i 7 processi vitali, poiché ogni uomo ha il suo modo distinto di abbracciare la vita, infatti ogni fluire è sempre settuplice. Se riflettiamo sul rapporto tra l’universo e l'uomo, allora impariamo anche il nesso tra il microcosmo e il macrocosmico quando osserviamo la fascia dei 12 segni zodiacali che viene percorsa dai 7 pianeti celesti per generare tutte le combinazioni da cui traggono origine tutti i tipi di individualità che si manifestano nell'uomo.Buona erranzaSharatan

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