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in uscita, Amitav Ghosh, Il fiume dell’oppio, Neri Pozza

Creato il 08 ottobre 2011 da Atlantidelibri
Amitav Ghosh

Image via Wikipedia

Amitav Ghosh, Il fiume dell’oppio, Neri Pozza
La seconda opera della trilogia, inaugurata con Mare di papaveri, dedicata alla nascita dell’India moderna.
Uno straordinario romanzo storico e di avventura che ha per tema l’arma con cui l’Occidente si è arricchito mettendo in ginocchio la Cina del XIX secolo: il commercio d’oppio.

Settembre 1938: una tempesta si abbatte sull’oceano indiano e quasi porta al naufragio la Ibis, una goletta a due alberi che per conto della Compagnia delle Indie orientali sta trasportando da Calcutta a Mauritius il suo lucroso carico: detenuti condannati ai lavori forzati. Quando il mare finalmente si placa, cinque uomini sono scomparsi: due lascari – i leggendari marinai delle più diverse etnie che lavorano al soldo dei colonizzatori inglesi – due prigionieri e uno dei passeggeri.
Forse la tempesta ha messo fine anche alla vita di coloro che si trovavano a bordo della Anahita, una nave della stessa compagnia che trasportava oppio a Canton?
E quale destino si è invece abbattuto sui passeggeri della Redruth, un possente brigantino a due alberi partito dalla Cornovaglia e diretto anch’esso a Oriente?
Tra la varia umanità imbarcatasi sulle navi britanniche c’è Bahram Modi, un ricco commerciante d’oppio parsi partito da Bombay, il fratello per metà cinese Ah Fatt, l’appassionata di botanica Paulette e un eterogeneo mondo di altre persone in cerca di avventure e ricchezze. È stata la violenza della natura, del cielo e del mare, a deviare il tragitto delle loro navi, oppure questo era il loro destino, alla mercé di forze ancor più possenti?
Le navi inglesi approdano infine sulle coste della Cina. A Canton e negli altri porti commerciali del grande paese asiatico scambiano i loro carichi d’oppio con scatole di tè, seta, porcellana e argento. E a nulla valgono i tentativi dell’Imperatore di fermare quei traffici della tremenda sostanza che rende schiava la popolazione e rischia, mese dopo mese, approdo dopo
approdo, di distruggerla tra le volute del suo fumo. Tra i vicoli e i canali affollati della Canton del diciannovesimo secolo, europei e asiatici cercano di far fronte ai personali drammi di ciò che ciascuno di essi ha perduto – e qualcuno anche a una nuova, inimmaginabile libertà.



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