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In viaggio con un ex-operaio carpentiere

Creato il 23 aprile 2012 da Peppinoimpastatoproject

In viaggio con un ex-operaio carpentiere

a cura di Dale Zaccaria

Roma- Milano intercity in un giorno dove molti treni vengono cancellati a causa dello sciopero di dipendenti e macchinisti Trenitalia, mentre Montezemolo inaugura con sorriso energico e imprenditoriale la nuova linea ad alta velocità Italo, che in un momento di crisi economica e disoccupazione ha portato invece posti di lavoro, distribuiti mantenendo alla pari le quote rosa: 50% delle assunzioni sono al femminile.
Nel mio vagone si inizia un dinamico dibattito politico che ci accompagnerà fino a Modena. Sono la più giovane insieme a una ballerina di danza moderna che scenderà a Firenze per seguire un corso di aggiornamento “ la classe degli operatori dello spettacolo che devono mettersi sul mercato e andare a lavorare” rimembra lei i pensieri Brunettiani dell’ex governo. Si passa così a parlare con vivacità e a tratti ferocia del Governo ladrone, su una cosa tutti conveniamo “nessuno si salva” . La signora napoletana che va a trovare suo figlio che dopo tre anni di apprendistato con un stipendio minimo che da 400 è arrivato a 600 euro è stato finalmente assunto a tempo indeterminato, sottolinea come per lei anche il Presidente Napolitano è come tutti gli altri “ sta lì, mangia anche lui”. L’ex operaio carpentiere risponde “ ma anche se è una persona per bene che può fare uno solo, non può fare nulla”. Convengo con la signora, raccontando di me, di come mi sono tirata fuori da un certo ambiente pseudo-letterario che definisco il basso-evo letterario, corrotto, raccomandato e mafioso “ e sì – dico io- se resti lì sei complice sei come loro, anche se sei pulito, bisogna prendere posizione” . Così ognuno di noi tra vicende personali che sono lo specchio della nostra Italia politica, come dire così dal piccolo al grande, ogni mondo è paese, e ogni storia è anche la storia di un’ Italia più grande che ci mal-governa, sfoga ingiustizie, soprusi, aneddoti dove poco vige rispetto e legalità e senso etico e morale. Ma restiamo comunque positivi e lo sottolinea il 50 enne calabrese con noi “ esistono comunque brave persone se no saremmo alla deriva” e non posso far a meno di parlare di Franca Rame delle su dimissioni da senatrice nel 2008 “ ecco si esistono persone per bene che ti fanno ancora sperare”.

L’ex operaio carpentiere con sua moglie accanto a me inizia a raccontare la sua storia “ allora io sono un fallito perché ho sempre lavorato duramente e onestamente e non son riuscito neanche a comprarmi una casa” un caloroso “no” comune esce fuori, poi rivolgendosi a me “ noi abbiamo lottato a nostro tempo, perché voi non lo fate, voi giovani che avete anche più istruzione rispetto alla mia generazione” annuisco è vero, e non faccio altro che ribadire la rivoluzione andare lì davanti a palazzo e buttarli tutti fuori, da una carrozza poco più in là echeggiano gli stessi discorsi, una signora milanese “posso puntare il dito su tutti” e una giovane ragazza di Scampia, che la Gomorra di Saviano la conosce bene, rinforza il senso rivoluzionario ricordando i partigiani “ io ci sono, bisogna andare là a palazzo e buttarli tutti fuori”. Certo le rivoluzioni si fanno col sangue e ce lo diciamo, qualcuno morirà ma se ciò non avvenisse niente mai cambierà. Sette ore in questo Roma Milano intercity dove si respira l’aria di un’ Italia stanca delusa e arrabbiata. Un’ Italia che sa che solo una rivoluzione potrà cambiare le cose. Da Modena a Milano iniziano quasi tutti a scendere, il treno si svuota, aiuto l’ex-operaio carpentiere e sua moglie a portare giù le valige, ad aspettarli i nipoti e i figli che li abbracciano, li vedo andare via con l’affetto dei cari, e vedo un’ Italia migliore e per bene, di donne e uomini che hanno fatto sacrifici con onestà per guadagnarsi un piccolo posto nel mondo. Vedo un’ Italia dove la poesia non è morta. E allora sì, nulla è perduto. Mi dico. Ce la possiamo ancora fare. Ce la dobbiamo fare. Un’ Italia nuova migliore e diversa esiste già. Ed è fatta di tanta gente buona e comune che ci siede accanto.

E così tra viaggi lavori per mangiare e portare avanti la mia arte cercando di restare sempre fedele alla poesia e a me stessa, magari sempre con pochi soldi in tasca una vita di fatiche, ma non fa nulla, almeno so che ciò che dico è vero e ha senso, ciò che scrivo è vero e ha senso, e allora, per la gente per quell’Italia migliore ho iniziato imparando dai maestri a usare al meglio il mio strumento, e così abbia inizio la Poesia in forma di satira. Come dice Franca Rame ” per metterli in mutande”.

Poesia in forma di satira

Carnevalesco I

In alto stanno
corrotti e corruttori
nel basso medianico
letterari e mistici
intrallazzi

a capo la poetessa
ladrone quattro gatti
e quattro cortigiani
seguita dalla ruffiana
faccendiera
madama dei morti:
due lapide e tre
epitaffi
a conquistare posti

in alto stanno sempre
corrotti e corruttori
al di sotto adepti
giocatori e falsari

dalla lontana isola
la signora dei mirti
andava combinando
e millantando
al centro la moglie
del militare
non-sogni-d’ori
a ridigere riviste
con dubbiose avance
editoriali
e poi magari mettiamoci
anche un mini-festival
e da buona parata militare
invitiamo la giovane
sfigata nazi-setta
come a un nero funerale

e in alto ancora stanno
corrotti e corruttori e
apostoliche convizioni

e la signora un po’ strega
e un po’ maga tra tacchi e
laico vizio andava professando
la verità nella distruzione
del suo Gran Maestro incappucciato
alpino a ordine templare

continuavano medianiaci
letterari e mistici
intrallazzi

ma il male fin qui elencato
è veramente poca cosa
non abbiamo ancora nominato
la santa sede e l’inquisizione
spagnola

così dall’alto come in basso
restano corrotti e corruttori
falsari e giocatori
più o meno un basso evo
letterario e a benedirli tutti
vizi e apostoliche convinzioni.

(Poesia in forma di satira)


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