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Incontrare i Masai: popolo “da spettacolo”?

Creato il 13 marzo 2015 da Agnese77

Incontrare i Masai

Andare in vacanza in Kenya significa fare i conti  con una realtà discordante che può farti innamorare, ma anche sconvolgerti e farti uscire una lacrima. I Masai e la tradizione che regge in piedi i racconti su questo popolo ormai non corrispondono più a realtà ed incontrarli per la prima volta mi ha scatenato una tremenda malinconia.

La bellezza della savana, i tramonti che la rendono magica, i possenti leoni che maestosi guardano a distanza, gli elefanti dal passo pesante e lento che di notte nel buio vanno ad abbeverarsi in massa…sì tutto questo può scatenare il tanto conclamato “Mal D’Africa”.

Eppure c’è molto altro che fa stringere il cuore, soprattutto se ci si avvicina alle città allontanandosi dalla pacifica e tranquilla savana per addentrarsi nei caotici agglomerati urbani. Le città del Kenya sono una sorta di luoghi sospesi tra tradizione di una vita d’altri tempi e tentativi di raggiungere una modernità “emulativa” che probabilmente non raggiungeranno mai se non la adatteranno al loro tessuto sociale.

Il caos del traffico, i negozi dalla merce ammassata, il puzzo di smog, i bambini che ti corrono dietro elemosinando vestiti di tutto punto e che vengono gonfiati di caramelle, e poi arrivano loro, i Masai, ridotti ad un gruppo “da spettacolo”.

Incontrare i Masai

Chi erano i Masai?

I Masai sono da sempre un popolo di pastori nomadi che abitano il sud del Kenya ed il nord della Tanzania, ed oggi costituiscono circa il 2% della popolazione.

I Masai vivevano di pastorizia scandendo le loro giornate con i ritmi del bestiame: secondo le credenze comuni infatti all’alba dei tempi , quando cielo e terra si separarono , il dio della pioggia affidò loro tutto il bestiame perché lo custodissero.

Nonostante i cambiamenti della vita in Kenya, e la sempre più difficile possibilità di sopravvivere grazie alla pastorizia, i Masai hanno cercato di rimanere attaccati alla loro identità. Soprattutto rimangono legati ai loro abiti tradizionali e ai loro sfarzosi ornamenti.

Incontrare i Masai

Chi sono oggi i Masai?

Le difficoltà dell’epoca moderna non hanno reso facile  la vita dei Masai. Io li ho incontrati e la piccola sensazione di possenza e ammirazione è stata sovrastata da uno strano senso di malinconia.

Musica, tamburi, luci colorate ed un gruppo urlante che esce da dietro un sipario. Quelli che una volta erano i più grandi cacciatori della savana, che affrontavano i Big five armati di armi semplici, mi si paravano avanti come burattini di uno spettacolo montato per l’orda di turisti.

Urlanti e saltellanti mostravano al pubblico le loro vesti cerimoniali più belle e le loro danze propiziatorie con visi sorridenti quasi volessero deridere il pubblico degli spettatori.

Il giorno successivo il villaggio dei Masai, tappa di ogni viaggio organizzato in Kenya aumentò il mio nodo in gola.

In quelle case di fango e paglia non riuscivo a vedere nulla di reale, nonostante assomigliassero a quelle che qualche giorno prima i bambini  incontrati per strada mi avevano accompagnato a visitare mentre mangiavano i biscotti comprati per loro in un chiosco.

Dove sono i Masai?

Sono ormai un popolo solo sulla carta oppure  la necessità di sopravvivere nel mondo di oggi gli rende necessarie queste farse “spettacolari”.

Il mondo va avanti, per carità, perché pensare che un popolo debba vivere di caccia  mentre noi navighiamo tra cellulari, computer e tablet, viaggiamo per il mondo e ostentiamo ricchezza, anche quella che non abbiamo?

Forse i Masai esistono nei ricordi di questa terra e in queste rappresentazioni e non c’è da piangere perché costituiscono la storia di un popolo. Ma consentitemi di avere la sensazione che la dignità di un popolo sia finita tra la polvere della savana, dispersa tra arbusti e terra, morta tra le luci colorate di quel palcoscenico “festoso”.


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