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Incontro con De Niro e Stallone: “La boxe come metafora della vita”

Creato il 10 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

10 gennaio 2014 • Speciale Cinema - Eventi, Vetrina Cinema

Due nomi giganti, stellari, per cui non occorrono presentazioni. Basti dire che nel nuovo film Il Grande Match, che li vede sul ring uno contro l’altro, stupiscono per la loro autoironia e voglia di spiazzare anche a livello di umorismo. Parliamo di Sylvester Stallone e di Robert De Niro. L’idea della reunion a tanti anni dal film Copland è stata di Sly, la proposta arriva a Bob in un party e lui accetta, perché “non ho mai sentito la rivalità con Stallone”. “Io sì – risponde quest’ultimo in conferenza – Mi hai rubato tutti i ruoli più belli”.

Nella vita siete davvero rivali?
Stallone: No, amici. Io ho cominciato facendo film drammatici, poi ho avuto la chance di interpretare dei bei film d’azione e ho proseguito così. Bob ha fatto film fantastici, io ho cercato di aggiustare il tiro man mano e ora cerco ruoli comici.

De Niro: Credo che abbiamo portato molta storia nel film, molto bagaglio di esperienza. Trovo interessante la combinazione di due atleti che si incontrano dopo 25 anni, è una cosa che non si verificherà mai più. E poi con la boxe abbiamo chiuso.

Quanto c’è di Toro Scatenato e Rocky Balboa nei vostri personaggi?
Stallone: Un po’: il movimento del pugile è di rocky, che però aveva problemi completamente diversi. C’è la meccanica fisica, la stessa voce, sono sempre io, dai.

De Niro: Sono simili, ma alcune cose sono diverse, il personaggio stesso è diverso, diciamolo.

Perchè i film sul pugilato funzionano tanto sullo schermo?
Stallone: Perchè la boxe nel cinema è molto più di due che si prendono a cazzotti. Rocky e Toro scatenato non sono solo due film sul pugilato, la boxe è simbolo della battaglia che uno conduce dal giorno della nascita fino a quello della morte. È una metafora, se fatta bene è fantastico vederla su schermo. La boxe è qualcosa di mitologico.

De Niro: Vero, i film sul pugilato sono i più popolari perchè raccontano la battaglia dal giorno in cui nasci fino al giorno in cui muori.

Gallery Il Grande Match

Come scegliete i ruoli ora?
Stallone: A una certa età ci sono vincoli e limitazioni, non puoi fare stessi ruoli di trent’anni fa. Eppure mi ritengo un attore migliore di allora. Oggi cerco cose che mi tocchino soprattutto dal punto di vista emotivo.

De Niro: A dire il vero ora non ho cose su cui voglio lavorare, valuto quello che mi arriva, non interpreterò i ruoli di trent’anni fa, anche se con la nuova tecnologia sarebbe possibile…

Stallone: Dai, perché non rifacciamo tutti i nostri film? Sarebbe fantastico!

La vecchiaia come tema cinematografico funziona parecchio, secondo voi come mai?
Stallone: Perché è un tema frustrante per molti: quando arrivi a capire com’è la vita è quasi finita, e questo fa impazzire. Credo ci sia una grande parte del pubblico che ha la nostra età ma ancora si sente molto attivo e vuole vedersi rappresentati sullo schermo.

De Niro: Ha ragione, il pubblico della nostra età è molto numeroso. Invecchiando ti rendi conto che ciò che prima era importante non lo è più, la vita passa così rapidamente che devi prendere le cose così come vengono, alla leggera.

C’è mai stato un momento, nella vostra vita o carriera, in cui avete detto: “Questa è la mia seconda chance”?

Stallone: Sì, nel 2006 con Rocky Balboa. Ho avuto alti e bassi nella mia carriera, dico sempre che un artista muore due volte, la seconda è più semplice, non vuoi smettere di esibirti quando senti di avere ancora qualcosa da fare. Io e De Niro abbiamo vissuto vite piene, e quando hai a che fare con emozioni del passato poterle mettere sullo schermo è un piacere.

De Niro: Invecchiando non avrai mai gli stessi ruoli ma ancora ti senti importante, e io sono contento di avere un pubblico anche giovane che mi segue. Per quello che riguarda i rimpianti o rimorsi, mi sento fortunato per il successo che ho avuto, il resto appartiene al personale.

La verità: chi boxa meglio tra voi due?
Stallone: A volte lui era più veloce di me, altre io, dipendeva da chi aveva dormito di più la sera prima!

De Niro: Sylvester è il miglior pugile, ha fatto tutti i Rocky, io seguivo i suoi consigli.

Infine, al regista Peter Segal: come si dirigono due leggende?
Segal: ero terrorizzato di stare sul set con loro, entrambi hanno fatto regia, invece si sono dimostrati generosi e disponibili a un grande allenamento.

Di Claudia Catalli per Oggialcinema.net

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