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[Incontro con l'autore] Erika Favaro @Feltrinelli VR

Creato il 10 marzo 2014 da Bea23

L’8 marzo è stata la festa della donna, o meglio la Giornata Internazionale della Donna. Un occasione per ricordare le importanti conquiste che le donne sono riuscite a ottenere sul piano sociale e politico e per sostenere la lotta quotidiana contro le discriminazioni e le violenze. Il comune di Verona – come tante altre città nel nostro Paese – ha organizzato una serie di eventi, incontri e manifestazioni per celebrare la femminilità, in tutti i suoi aspetti, e nel programma di Ottomarzo. Femminile, plurale rientrava anche la presentazione del libro di Erika Favaro E se poi mi innamoro, pazienza che ho avuto l’onore di condurre. Se ve la siete persa ve la racconto qui.

erika-favaro

Erika è davvero una donna straordinaria: leggendo il suo libro e il blog kerikaeffe.wordpress.com e chiacchierando con lei prima via mail e poi dal vivo ho avuto la conferma che si tratta di una persona davvero speciale. Mi piace descriverla con questi aggettivi: fresca, spontanea, divertente.

La trama

Carlotta lavora in una gastronomia, è ironica, creativa, ma ha un difetto: soffre di pigrizia cronica. Non che non ami il suo lavoro, ma odia tutti i giorni lavorativi indistintamente. Per lei è faticoso alzarsi presto la mattina, non avere tempo per fare ciò che le piacerebbe fare. Ha quindi deciso di scegliere un buon proposito per l’anno nuovo: “smettere di lavorare”. Così potrebbe dedicarsi alla pittura, alla lettura, preparare deliziose cene per i suoi amici e, perché no, trovarsi un fidanzato che la mantenga. Ma non lo dovrebbe fare gratis: lei sarebbe la ragazza perfetta. «Se Felix fosse il mio ragazzo non sarebbe un mantenimento gratuito, ho sempre fatto vasti sforzi per i miei partner, sono brava a fare la fidanzata: ho buon gusto nel vestirmi quando c’è da uscire, ho una buona cultura che mi permette di parlare di tutto e anche di nulla e con tutti e con nessuno, e mi dedico alle pratiche sessuali con la giusta misura tra lasciarmi desiderare e lasciarmi ottenere. Insomma, di cose per un fidanzato io ne faccio, saprò ben ricambiare il mantenimento.»

Certo non ha tenuto conto dell’amore, che se può metterci lo zampino e complicare le cose lo fa molto volentieri.

«Credo di desiderare un uomo che si occupi di me per le piccole cose, che mi tenga la testa se ho la febbre, che mi racconti della sua giornata infernale, che mi porti per mano al parco, che mi prenda una cioccolata calda con panna. Che sia con me, e per me, nella vita di tutti i giorni. Che mi tenga a terra quando i pensieri brutti prendono il volo, che mi aiuti a sollevarmi quando va tutto male. Desidero questo e ne sono sorpresa, non era così, io non lo ero, mi sono sempre bastata, ero una single felice, non ho mai sofferto la solitudine, non mi è mai mancata la compagnia seppur sulla carta io non avessi un compagno: adesso voglio un fidanzato? È colpa sua, forse lui è l’uomo giusto».

Erika e Carlotta

Se avete letto E se poi mi innamoro, pazienza e vi è capitato di pensare a Carlotta come a un suo alter-ego, vi svelo che non è così. La protagonista del romanzo è esattamente l’opposto di Erika, dal punto di vista organizzativo e pratico. Alcuni punti di contatto, però, ci sono e riguardano gli aspetti prettamente ideologici, il modo di pensare e l’importanza che essa dà alla sua libertà, all’amicizia e all’amore.

Venezia: città dell’amore

Durante la nostra chiacchierata in Feltrinelli io ed Erika ci siamo confrontate su alcuni punti, come la scelta di ambientare la vicenda a Venezia. «È la mia città e la conosco bene: non mi piace scrivere di cose che non conosco, documentandomi dall’esterno. Mi piace raccontare ciò che so perché credo sia il modo migliore per far sentire il lettore parte della storia». Io non conosco molto bene la Laguna, ma leggendo il libro mi sono segnata alcuni luoghi che mi piacerebbe visitare: campo Santa Margherita, il parco vicino a piazzale Roma, l’hotel Monaco, la pasticceria Marchini e il Vecio Fritolin. Chissà, magari quando ci andrò mi porterò dietro il romanzo e cercherò di immaginare Carlotta e Felix in quei posti, a vivere la loro vita, quasi come se fossimo dentro un film. E proprio questo è stato l’argomento di una domanda un po’ originale che ho posto ad Erika: se dovessero trarre una pellicola da questo chic lit, e potessi dare il tuo parere sulla scelta del cast, chi vedresti bene nella parte di Carlotta e in quella di Felice? «Beh, pensando a un’attrice italiana che come età potrebbe avvicinarsi alla protagonista – Carlotta, al tempo della narrazione ha 26 anni, ndr – direi Cristiana Capotondi, anche se mi piace molto anche Valentina Lodovini. Nei panni dell’uomo… beh ovviamente Raoul Bova!» E come darti torto, Erika!

Prima e dopo Carlotta

E se poi mi innamoro, pazienza non è il primo lavoro editoriale della scrittrice veneziana. Qualche anno fa era uscito un fantasy molto particolare dal titolo Il tuo posto nel mondo, mentre per San Valentino le è stato commissionato un romanzo breve – una novella, come lei ama chiamarla – dal titolo Per una volta lasciati amare. Ma non finisce qui, perché Erika ha in serbo delle novità, di cui ancora – per scaramanzia – non vuole rivelarci nulla.

Libri e ispirazioni

Parlando di libri di altri, invece, Erika ci ha raccontato che uno dei suoi preferiti è Piccole donne, il romanzo che anche Carlotta annovera tra i suoi best. «Sono troppi i libri che mi sono piaciuti per poterne sceglierne uno. Ne leggo in media 6 al mese: attualmente sul comodino ho Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale (dopo aver terminato Per dieci minuti, avrei voluto abbracciarla), mentre durante i miei viaggi in autobus mi lascio accompagnare da Beniamino Cavalli, un nuovo autore davvero molto divertente. Tra i miei scrittori preferiti ci sono la Rowling de Il seggio vacante, anche se mi sono piaciuti pure i libri su Harry Potter, Cormac McCarthy, David Foster Wallace e Niccolò Ammaniti».

Ma da dove viene la passione della scrittura e l’ispirazione per storie e romanzi? «Ho iniziato a scrivere da piccola. Adoravo il lunedì mattina, quando andavo a scuola, perché era il giorno del tema in classe. Poi ho tenuto un diario segreto e da lì un blog, che gestisco tutt’ora e dove racconto un po’ di me. Mi piace molto osservare quello che mi circonda e trarre da lì le idee per i miei racconti: il mondo attorno a noi è ricco di ispirazioni, basta solo saper guardare con attenzione».

Non voglio svelarvi di più sulla trama del libro, lasciandovi con la curiosità di leggerlo e poi commentarlo con me, Erika e gli altri lettori qui sul blog o direttamente sul sito dell’autrice.


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