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Incontro con Stephen Daldry, Rooney Mara e Richard Curtis

Creato il 18 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Applausi convinti hanno accolto Trash alla proiezione stampa del Festival di Roma. Entusiasmo proseguito poi in conferenza, dove i giovani protagonisti, Rooney Mara, il regista Stephen Daldry, lo sceneggiatore Richard Curtis e il produttore Kris Thykier hanno raccontato la loro esperienza brasiliana per le riprese, la genesi del film, le emozioni che questo progetto gli ha lasciato. Diversamente dalle solite conferenze stampa, l’attrice di Millennium, unica star della pellicola presente all’incontro (l’altra, Martin Sheen, ottimo nel film, non ha raggiunto la capitale), non ha catalizzato le domande dei giornalisti. Tutt’altro. Gran parte delle attenzioni è stata infatti rivolta al contenuto dell’opera, alle sue complesse tematiche. Segno, questo, che Trash ha davvero toccato al cuore.

Come siete entrati in contatto col romanzo di Andy Mulligan e quando avete deciso di farne un film? E’ stato difficile l’adattamento?

Kris Thykier: E’ stato una specie di miracolo, ho letto il libro prima che fosse pubblicato. Andy Mulligan ha costruito un romanzo young adult d’avventura, che mi ha divertito ed entusiasmato subito alla prima lettura. Ho presentato un’opzione per l’adattamento cinematografico e poi ho portato il romanzo all’attenzione di Richard Curtis e Stephen Daldry. Loro hanno accettato e gli ho affidato sceneggiatura e regia.

Richard Curtis: Il libro è scritto come una serie di narrazioni in prima persona e per struttura sembrava già su carta molto cinematografico. Insieme a Stephen abbiamo cercato di rispettarne l’impianto narrativo, inserendo i racconti direttamente in macchina dei tre giovani protagonisti. Trash è una storia di amicizia e credo che, nonostante l’apparenza, per questo motivo non sia lontano dal mio lavoro precedente (Quattro matrimoni e un funerale, Love Actually). E’ anche una storia di giustizia sociale, ma mi appassionava di più il fatto che mi desse la possibilità di creare un racconto con veri inseguimenti e vera azione e non solo con mariti che inseguono mogli.

Stephen Daldry: E’ una storia di amicizia e di avventura per ragazzi. Ma soprattutto mi ha affascinato l’ottimismo e la speranza che animano i tre ragazzi. Il libro è ambientato in una città-discarica non ben definita del Terzo Mondo, per la quale Mulligan ha preso ispirazione da diversi viaggi che ha fatto, dalle Filippine al Brasile. Noi abbiamo deciso di ambientarlo in Brasile quando siamo andati lì tre/quattro anni fa. Abbiamo studiato il paese, ci siamo chiesti se la storia avrebbe potuto funzionare in quel contesto, abbiamo fatto tanto lavoro di ricerca. E abbiamo capito che era il luogo adatto.

Cast di Trash

Come avete lavorato con i tre giovani protagonisti?

Stephen Daldry: I ragazzi sono stati straordinari. Quell’ottimismo e quella speranza di cui ho appena parlato non apparteneva solo ai personaggi del film ma anche ai loro interpreti. Io e Richard abbiamo cercato di creare una struttura in cui potessero fiorire i caratteri di questi giovani, concedendogli di portare nella storia qualcosa di loro stessi. Ad esempio, l’umorismo del film è loro, come il senso di giustizia, come il senso di ottimismo e fede. Loro volevano parlare del paese, perché nel Brasile loro ci credono, hanno fiducia nella trasformazione. Ecco, abbiamo voluto rendere il film il loro film. E loro così lo sentono, il film gli appartiene.

Rooney Mara, qual è stata la sfida più difficile per te?

Rooney Mara: Io preferivo non essere al centro delle scene di azione e quindi data il mio ruolo secondario sono contenta così. La cosa più interessante del mio lavoro era dover interagire con i ragazzi, con i quali ovviamente io e Martin Sheen avevamo problemi di lingua. E’ questa la cosa che ho amato di più, è stato divertente appassionante, perché abbiamo costruito un modo divertente per parlare tra noi. E’ stato impegnativo, senza dubbio, ma la barriera tra noi, per assurdo, ha rappresentato un punto a favore importante per il nostro rapporto.

L’aspetto scenografico del film colpisce molto per il suo realismo. Avete ricostruito tutto o avete girato in luoghi esistenti?

Stephen Daldry: Abbiamo visitato la discarica di Jardim Gramacho, la più grande del Sudamerica. Quando poi questa discarica è stata chiusa, abbiamo costruito lì la nostra discarica con rifiuti non tossici ovviamente e poi abbiamo ricostruito le abitazioni su cercando di riprodurre alcune reali cittadine che esistono vicino Rio de Janeiro.

Il film racconta anche la violenza e la corruzione del Brasile odierno…

Stephen Daldry: I problemi della povertà, della corruzione e della violenza sono molto documentati e non credo che questo film tratti cose nuove. La storia è una fiaba, una storia di avventure, ma gli ostacoli in cui si imbattono i ragazzi, come la brutalità della polizia ad esempio, sono reali e già mostrati ampiamente dai media e dal cinema. Noi abbiamo cercato di raccontare questa realtà nel modo più realistico possibile.

Pensate che il film possa avere eco politica in Brasile?

Stephen Daldry: Ripeto: il film è una fiaba, è una storia inventata, non vuole cambiare il mondo o incidere nelle elezioni in Brasile, non è stato questo il nostro punto di partenza. Il film tra l’altro, in Brasile, dove è uscito qualche giorno fa viene preso come una commedia, per loro non è un film cupo o inquietante, ma un film divertente.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net


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