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Incontro con Wes Anderson, Jason Schwartzman e Roman Coppola

Creato il 16 novembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Incontro con Wes Anderson, Jason Schwartzman e Roman Coppola

Ognuno, ad ogni livello – che si tratti di stampa, fan, cultori della materia – ha una star del cuore. Dall’amore per un attore o attrice i cui personaggi sono così indimenticabili da vivere e ri-vivere mille volte nella memoria come fossero autentici, alla passione per un regista creatore di mondi possibili di cui vorremmo essere cittadini, i festival sono il luogo dove il mito diventa accessibile in un incontro, favorendo il dialogo con i nostri eroi ed eroine. Luoghi ameni di ‘creatori’ e ‘abitanti’ di mondi altri, i festival stabiliscono un contatto ambito tra popolo sognante e idoli. Il Festival Internazionale del Film di Roma 2013 ha chiamato a raccolta, come ogni anno, grandi e amati nomi (John Hurt, Jonathan Demme, Alex de la Iglesia, Spike Jonze, Christian Bale e Casey Affleck, Checco Zalone) e l’inventore di storie e mondi di cui in moltissimi vorrebbero far parte, Wes Anderson. Accompagnato dal suo sceneggiatore di fiducia e produttore Roman Coppola (regista dell’onirico, fantasioso e ‘felliniano’ A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III presentato in anteprima proprio nell’edizione del festival romano 2012) e, a sorpresa, dal cugino di Coppola nonché attore feticcio di Anderson Jason Schwartzman.

Il trio ha scelto il Festival Internazionale del Film di Roma per presentare il corto di 8 minuti ambientato in Italia intitolato Castello Cavalcanti, commissionato e finanziato da Prada e girato a Cinecittà. “Prada ci ha chiesto di girare un corto lasciandoci la più totale libertà creativa. Noi amiamo l’Italia e negli ultimi anni siamo stati spesso qui, a Roma e a Cinecittà. Allora abbiamo pensato di girare negli Studios romani. Essere lì regala la sensazione di vivere nel mondo de ‘La dolce vita’, di cui condividiamo la sensibilità e l’amore per il cinema. Per il protagonista ho pensato subito a Jason e ho costruito un personaggio intorno a lui, era perfetto per questa parte”, dice Anderson. Secondo Jason – e noi siamo d’accordo con lui – “Wes costruisce piccoli mondi meravigliosi di cui lui stesso vuole essere parte. Mentre giriamo o quando siamo tutti insieme ci divertiamo sempre”.

Il corto racconta di un pilota che per ironia della sorte finisce nel paesino dei suoi antenati, Castello Cavalcanti, banchettando con gli affezionati del bar del centro. “Vorrei tornare a lavorare in Italia uscendo però dall’isolamento degli studi e girando per le strade. Non immagino un seguito italiano di Castello Cavalcanti, vorrei piuttosto creare una specie di World Tour con Jason per gli studi delle città di cui amiamo il cinema. Questo automobilista americano degli anni ’50 mi piace molto, vorrei in qualche modo continuare a raccontare la sua storia”. In una manciata di istanti c’è il neo-realismo di De Sica e Rossellini con il loro amore per i ritratti popolari, c’è l’atmosfera magica e onirica di Fellini, c’è la musica tratta da Signore e Signori di Pietro Germi. “Non sapevo che la musica fosse quella del film di Germi, me lo fate notare voi adesso! L’abbiamo selezionata tra le tante musiche di quegli anni, però devo dire che avevamo visto Signore e Signori a Cinecittà”, continua Anderson che ci regala qualche anticipazione sulle musiche del prossimo film, The Grand Budapest Hotel, con cui si apriranno le danze della Berlinale 2014: “Alexandre Desplait è il compositore, abbiamo usato un’orchestra di balalaika trovata a Mosca e portata a Parigi per la registrazione. Si tratta di un mix di sonorità dove la tradizione russa e dell’est Europa incontra il gusto francese”. The Grand Budapest Hotel, le cui riprese si sono svolte a Berlino, è ambientato nella Cecoslovacchia degli anni ’20: “Si tratta di cinema americano girato in Europa, proprio come faceva Lubitsch”.

Alla domanda canonica sulle preferenze nel cinema italiano, Anderson risponde: “Di recente ho visto La grande bellezza di Paolo Sorrentino, regista che amo molto come anche l’attore Toni Servillo. Poi ho visto anche Gomorra, Io sono l’amore, e amo il cinema di Nanni Moretti”.

Anderson, regista per grandi e piccini (ricordiamo Fantastix Mr. Fox e Moonrise Kingdom),

ci racconta le vicissitudini di Moonrise Kingdom, progetto rimasto in cantiere per diversi anni e portato alla luce solo quando Roman Coppola gli ha rivolto una serie di domande, quelle giuste per procedere nella scrittura. “Avevo quest’idea da anni, scrivevo poco alla volta, collezionavo musiche e materiali. Poi un giorno Roman mi ha chiesto a che punto stessi e, dopo aver letto il copione, mi ha fatto delle domande essenziali per la storia. Da quel momento la stesura è stata veloce, eravamo in Italia quando nel giro di 6-8 settimane abbiamo completato il lavoro”.

Anderson confessa, infine, di voler fare un altro film d’animazione ma di essere al momento in una fase delicata della stesura in quanto il suo sviluppo imbocca vie cupe e violente che allontanano il progetto da un target ‘piccolo’. E non esclude, in futuro, di lavorare con il 3D.

Francesca Vantaggiato


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