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Incroci vegetali (colorati)

Creato il 25 febbraio 2016 da Morgatta @morgatta

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C’è chi al supermercato compra sempre le stesse cose (tipo pomodori e insalata, la tristezza della vita) e chi si lascia incantare dalle nuove specie abilmente messe in piedi da…boh, da chi si occupa di far accoppiare ortaggi diversi per vedere cosa ne esce fuori. Dopo aver appreso che esiste un caco-mela (che c’ha un nome di merda, ma soprassediamo sul copyright),Carolina mi ha istruito sul mondo agrario e svelato l’esistenza di:

Sedano rapa: sa di sedano, ma un po’ meno, e ha la forma della rapa, però più grosso, ed i colori sono quelli del finocchio. Insomma, un bel casino!

Rapa bianca: è una rapa che ha fatto un giro in candeggina ed è uscita bianca che più bianca non si può ;) Pare sia amara ma che, come tutte le cose amare, abbia un sacco di proprietà benefiche, compresa quella detox (mai  che una cosa disintossicante sia anche dolce e buona)!

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Patate viola (e patate americane): detta anche “Patata Nera” (che non è un bel nome) “Donna Nera” o “Tartufo della Cina”, sembra, a primo impatto, un tubero mignon che è stato volontariamente inzuppato in quintali di coloranti. E invece no, nasce così, naturalmente viola senza bisogno della tinta per capelli. Originaria delle zone tra Perù e Cile, costa un botto e sa di…castagna! Però è bellina da vedere, dà colore ai piatti ed è per questo che tutti ‘sti Chef nuovi la utilizzano nei loro piatti specialissimi e innovativissimi. Pare, però, che come i mirtilli, suoi parenti viola, abbia proprietà antiossidanti!

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Carota viola, carota bianca e carota gialla (faranno impazzire Bugs Bunny, lui e il suo mondo fatto solo ed unicamente di stupide carote arancioni): lo sapete da dove vengono queste carotine multicolor? Dalla Puglia, precisamente da Polignano a Mare (laggiù ne sanno una più del diavolo). Non sono geneticamente modificate, ma “ecotipi” della zona…che se volete sapere cos’è un ecotipo ve lo racconta Wiki meglio di me (che poi mi intorto con queste spiegazioni tecniche). Oltre a essere belline, con queste sfumature così intense, dice contengano meno zuccheri delle carote normali, ma sono anche un po’ più mosce. Non si può mica avere tutto dalla vita, no?
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Daikon: non è una parolaccia giapponese, ma sempre da lì viene, questo gigantesco ravanellone il cui nome significa proprio “grossa radice”. E infatti un po’ grossa è: 5-10 cm di diametro e circa 20-35 cm di lunghezza…eh, mi sembra una bella bestia da tenere in frigo…forse meglio metterla in pentola! I giapponesi la usano un sacco…io non saprei che fine fargli fare!!!

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Topinambur: tutti ne parlano, ma ad esempio io non avevo idea che fosse un fiore giallo e che quello che normalmente si mangia è il tubero. Da fuori pare una patata che ha battuto la testa e si è riempita di bernoccoli, il sapore è simile al carciofo…ma si cucina come le patate. (Mah…?!?) La cosa ganza è che hanno poche calorie e aiutano anche la digestione…quindi, meno patate e più topinambur per tutti, no?!?

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Ecco, io mi sento una persona molto più ricca…di informazioni, ma non saprei cosa farci con tutta questa roba (a parte metterla in fila in un’ordinata scala cromatica).

crema di patate viola con cuore al formaggio, timo e olio piccante

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Come sempre a sbucciare tutto e a cucinare è stata LEI!!! 



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