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Indennità di paternità e congedo parentale: richiesta assegno e valore

Da Raffa269

Indennità di paternità: padre e figlio vicinissimiVediamo come richiedere l’indennità di paternità, a chi spetta e quanto vale, nonchè la documentazione che è necessario redigere per la presentazione dell’istanza al proprio datore di lavoro o all’INPS, insieme alla documentazione da produrre.

Che cos’è l’indennità di paternità
L’indennità rappresenta un trattamento economico sostitutivo della retribuzione richiesto durante il periodo di congedo parentale facoltativo che vine erogato al lavoratore dipendente in busta paga o mediante assegno che viene corrisposto a titolo di indennità corrisposto  dall’Inps per un periodo limitato di tempo e al rispetto di alcuni requisiti che vedremo nel seguito.

Chi può richiederla
Al pari del padre lavoratore dipendente lo stesso trattamento potrà essere richiesto al familiare o affine entro il terzo grado convivente del disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti individuati dalla norma, secondo il seguente ordine di priorità:

  1. il coniuge convivente della persona disabile in situazione di gravità;
  2. il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente;
  3. uno dei figli conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  4. uno dei fratelli o sorelle conviventi della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge convivente, entrambi i genitori ed i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  5. un parente o affine di terzo grado convivente della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge convivente, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli o sorelle conviventi siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Vi ricordo inoltre che il trattamento potrà essere richiesto non solo in caso di figli naturali ma anche in caso di adozione o affidamento preadottivo nazionale o internazionale di minore oppure in caso di affidamento non preadottivo (congedo di paternità per adozione o affidamento).

Con la Riforma Fornero abbiamo infatto avuto sia un congedo parentale obbligatorio di un giorno per la nascita del bambino (che mi sembra una norme incivile per un  paese come il nostro che riconosce solo un giorno per il giorno forse più bello di una persona al contrario di altri paesi che ne concedono ben di più). Poi esiste un congedo parentale facoltativo di due giorni (lo so vi sembrerà uno scherzo) e solo per il triennio 2013 – 2015 per il padre da fruire entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio, semprechè la madre non ne fruisca (in pratica mai come anche un tordo potrebbe immaginare) con diritto a un’indennità, pari al 100% della retribuzione e pari al 100% della retribuzione dell’ultimo mese di lavoro. Se poi immaginate che per farla dovete andare all’INPS per richiederla se non siete in grado di farlo telematicamente va da sè che non so quanto vi convenga.

Chi può richiedere il congedo per paternità

Sono titolati a richiedere l’indennità sia i lavoratori dipendenti sia gli apprendisti, operai, impiegati, dirigenti semprechè si trovino in una delle seguenti situazioni che richiedono la presenza del padre anche se scusate mi sembra una follia in quanto non è detto che tra due genitori che sempre più spesso sono equiparati, posso chiedere l’indennità solo in caso di morte o grave infermità della madre, abbandono del figlio da parte della madre o affidamento esclusivo del bambino al solo padre.
A me sembrerebbe doveroso doverli equiparare e far discendere tuttalpiù la decisione ad entrambi su chi debba stare con il bambino durante questo periodo… però questo è il mio personale punto di vista. Se avete idee diverse potete scrivere un commento (vedi a fondo pagina).

Quanto vale l’indennità di paternità

L’assegno di paternità sarà pari  all’80% della retribuzione giornaliera percepita nell’ultimo mese di lavoro da parte del lavoratore dipendente e per un periodo limitato di tempo in qaunto scatta dal giorno successivo al padre e continua fino al periodo di maternità che sarebbe spettato alla madre per cui a norma di legge minimo tre mesi o di più laddove la madre abbia prolungato la maternità oltre il settimo mese di gravidanza.

L’indennità è riconosciuta al padre anche nel caso in cui la madre non lavori.

Come richiedere l’indennità di paternità: presentazione della domanda

Andate sul sito dell’INPS nella sezione indennità di paternità nella sezione modulistica on line e dovreste scaricarvi il modulo Mod.Mat. SR01 disponibile nelle Sedi dell’Inps oppure sul sito dell’INPS.
Viene compilato il modello ed inviato e si riceverà un messaggio di conclusione della modalità provvisoria di invio della domanda e alla possibilità di continuare la procedura utilizzando i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo attraverso i servizi online del sito, anche se vi consiglio di contattare il call center al numero 803164 perchè devo dire che, inaspettatamente rispondono qusi subito e sono utilissimi. Si dovrà inoltre produrre la documentazione relativa alle cause che hanno indotto a richiedere l’indennità ossia nel caso della morte della madre: certificato di morte o autocertificazione, mentre nel caso di grave infermità la certificazione medica rilasciata dal medico dell’ASL (Servizio Sanitario Nazionale), mentre nel caso di abbandono del figlio da parte della madre sarà sufficiente una autocertificazione come nel caso di affidamento esclusivo del figlio al solo padre una copia del provvedimento del giudice da cui risulta l’affidamento esclusivo.

Trattamento fiscale dell’indennità
Dal punto di vista fiscale l’indennità rientra nell’ambito delle voci che entrano nel costo del personale e sono tassate in busta paga se erogate per il suo tramite o inserite nella dichiarazioni dei redditi ex articolo 11 del DPR n. 917/1986 (TUIR).

Per chi non lavora o è disoccupato
Non ho trovato traccia invece dell’assegno del comune anche per chi non è occupato anche se dubito che non ci sia in qunto mi sembrerebbe un controsenso però al momento non sono riuscito a trovarlo.

Vi ricordo inoltre che potete leggere l’articolo dedicato all’ indennità di maternità dove anche qui sono presenti chiarimenti in merito a chi può fruire del trattamento, quanto vale l’assegno di maternità e come presentare la documentazione necessaria all’ottenimento  dell’assegno dall’INPS.


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