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Indifferentemente...Tonino

Creato il 27 giugno 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Indifferentemente...Tonino La conclusione del discorso che andiamo facendo da quando Di Pietro ha deciso di “darsi una svolta”, sta tutta nelle parole di Enrico Letta contenute in una intervista a Repubblica: “Oramai esiste un asse Berlusconi-Bossi-Di Pietro che punta sulla resistenza del premier. Lo chiamerei l’asse dell’arrocco”. E Letta junior termina: “Il Pd, il Terzo polo e, forse, Maroni scommettono su uno scenario senza Berlusconi e i fatti ci stanno dando ragione”. Quali siano i fatti che stanno dando ragione alla politica del grande inciucio che lega gli ex Pci e gli ex Dc non lo sappiamo, ma se Letta si riferisce alle amministrative e ai referendum forse sarebbe bene che si desse una calmata. A Milano, a Napoli e a Cagliari non è spirata certamente l’aria dell’inciucio, tutt’al più da rivolta popolare. Vorremmo ricordare al dirigente pidino che il Terzo Polo, seguendo la tradizione democristiana che lo nobilita, non si è schierato apertamente con i candidati del centrosinistra e che di tutti e tre i nuovi sindaci nessuno è del Pd. La balla dell’a-politicizzazione dei referendum poi non regge, perché se andiamo a vedere i voti che ogni singolo quesito ha riportato non può sfuggire il dato che, a parte quelli sull’acqua, i quesiti sul nucleare e sul legittimo impedimento hanno ottenuto lo stesso risultato in termini di voti; questo che significa, che l’effetto Berlusconi è paragonabile a quello di una centrale nucleare in tilt? A meno che gli italiani non siano tutti idioti, quelli che sono andati a votare per i referendum sapevano benissimo che il quesito sul “legittimo impedimento” era una dichiarazione di guerra a Berlusconi e noi, di persona personalmente, continuiamo a non credere che un elettore di centrodestra abbia votato così spudoratamente contro il Re. E quindi? In soldoni i fatti parlano di un’Italia che sfugge alla normale comprensione degli uomini del Pd. Indaffarati a trovare la strada per tornare a contare qualcosa, non analizzano manco più i risultati delle consultazioni popolari ma li prendono per il loro “potenziale comunicativo”. Dato per assodato che la crescita nei sondaggi del Pd non è andata a discapito del Pdl, e che quindi nessuno del partito di Silvio ha cambiato nel frattempo casacca, non abbiamo sinceramente capito di cosa vada cianciando Enrico Letta o, meglio, cosa cerchi di dire se non spacciare per vittorie del Pd quello che è stato un responso politico di tutt’altra natura e con motivazioni che, con tutta evidenza, non comprende. Per la serie “come continuare a frustrare le speranze degli italiani”, ci si è messo anche Tonino Di Pietro a fare da sponda allo stracotto presidente del consiglio. Lui e i suoi pasdaran la chiamano “svolta moderata”. Nei giorni scorsi abbiamo cercato di analizzarla più da vicino ma, pur mettendoci tutta la comprensione che un quasi innamoramento per l’ex Pm ci ha consigliato di usare, non siamo riusciti a trovare una sola ragione valida per un cambio così repentino di rotta, tanto che abbiamo pensato (da amanti delle spy-story) che ci sia sotto qualcosa che somiglia molto a un ricatto. Ma Di Pietro, incapace di recitare, ci è sembrato estremamente convinto della strategia di correre dietro ai centristi moderati, non tenendo in considerazione che lo sono già il 38 per cento di chi vota Pd, la totalità di coloro che fanno riferimento al Terzo Polo e un buon 50 per cento degli elettori del Pdl. Ma quanti cazzo di moderati ci sono in questo paese? Possibile che tutti abbiamo il marchio della Democrazia Cristiana impresso a fuoco sulla pelle? Per il momento l’unico risultato ottenuto da Di Pietro è che Sonia Alfano, Luigi De Magistris, Pancho Pardi e, chiamiamola l’ala movimentista dell’Idv, sono con le valigie in mano pronti al trasloco coatto, quasi uno sfratto post-ideologico (per dirla alla Di Pietro), che saranno costretti a fare. Vogliamo riportare quello che ha scritto Sonia Alfano sul suo blog a proposito della scelta esistenziale dell’aratore di Montenero. Solitamente ci accontentiamo di piccole frasi ma in questo caso, visto che il nostro pensiero collima esattamente con quello della deputata europea dell’Idv, ci concediamo il lusso di copiarne e incollarne ampi stralci. “A quanto pare - scrive la Alfano - Italia dei Valori ‘traslocherà’, annullando di fatto il progetto che avevo sposato...Coinvolgere i cittadini e farli partecipare alla vita politica, costruire l’alternativa vera, restituire al Paese la giustizia sociale, l’uguaglianza e la solidarietà, per me, era un programma di sinistra.Noi avevamo parlato di un progetto che guardava inequivocabilmente a sinistra.Non condivido la ‘svolta’ di Antonio Di Pietro, condita peraltro da aperture nei confronti del piduista sotto processo per prostituzione minorile e concussione. Non posso pensare di fare riforme con quel ‘signore’ indagato quale mandante esterno delle stragi mafiose, frequentatore di minorenni e ammiratore di carnefici travestiti da stallieri...Il centro poi. Ma da quando? E perché? Quando se ne è discusso? Mai durante gli esecutivi.Io credo che certe ‘decisioni’, che coinvolgono un intero partito e che ne modificano sostanzialmente l’essenza e gli obiettivi, non possano essere prese in solitudine. Credevo che questo partito avesse una linea politica ben precisa, ma scopro che ci si deve spostare dove si trova spazio. Se lo spazio lo si trova a sinistra stiamo lì, mentre se si trova al centro comunichiamo ai nostri elettori che si cambiano idee e programmi e ci si lancia in un limbo per cercare un posto al sole?...Io non voglio dondolare e farmi trasportare dalle correnti: voglio stare al mio posto, a sinistra...Non è un mistero che io mi ispiri aGramsci, aPertini, aCalamandrei. Lo sanno tutti coloro i quali hanno partecipato ai miei incontri pubblici, ne ho sempre parlato e continuerò a farlo. Non sapevo di essere 'massimalista' ma se questa ‘etichetta’  indica l’essere coerenti, giusti e intransigenti, mi sta bene”.

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