Magazine Informazione regionale

Indignados? Macché, voglio una rivoluzione vera, culturale e duratura. Meglio gli indivanados (di Papito Mazagon)

Creato il 03 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

A noi i pareri controcorrente piacciono, ammesso che in Italia gli indignados facciano furore, e quindi apriamo le porte a Papito Mazagon, l’ultra-indignado lettore del sito degli indignados spagnoli, dove non trova novità ma… antiquariato, violenza, slogan di una volta e poche idee. Questo Papito ci sta simpatico perché la rivoluzione la vuole anche lui, adatta però agli italiani, non violenta ma discretamente colta, seria, fatta di idee, di proposte, che poi si addensano in una forza popolare che vince le elezioni.

Marchers for Salvador Allende. A crowd of peop...

Marchers for Salvador Allende. A crowd of people marching to support the election of Salvador Allende for president in Santiago, Chile

Questo può essere interessante. Non me la prenderei con i disperati e i miseri che ci sono e aumentano, in Spagna e Italia e ahimé molti Paesi: hanno studiato? L’idea di una rivoluzione culturale la possono ammettere, se vivono in uno stato di disperazione economica e politica? C’è da preoccuparsi sul serio perché una volta vinta una rivoluzione, bisogna governare; la vera rivoluzione consiste nel governare diversamente. E per questo ci vogliono idee. Un’idea semplice semplice è far pagare le tasse ai grandi patrimoni, così, per cominciare. E tagliare i tanti sprechi dell’Italia ormai imbizzarrita. Intanto ecco l’opinione che un borghese illuminato, perché il cambiamento rispetto al mondo di oggi pieno di ingiustizie lo vuole anche lui, per i giovani innanzitutti, si è fatto sugli indignados.

Navigo in coordinadora25s il blog culto degli indignados spagnoli per leggere notizie sugli ultimi scontri con la polizia a Madrid davanti al Parlamento. Apro alcuni filmati e vedo, sangue, violenza, pestaggi, vandalismo, ascolto urla, grida e slogans rivoluzionari corali come: “el pueblo unido jamas sera vencido”…….no me lo puedo creer, madre mia que es esto??

Correva l’anno 1970 quando il movimento di Unidad Popular in Cile scandiva la vittoria di Salvador Allende con questo slogan divenuto poi simbolo universale di protesta e di cui ne esiste persino una versione iraniana del 79 il cui titolo è Barpakhiz.

Allende muore tragicamente 3 anni dopo in un incidente, a lui succede Pinochet con un golpe di Stato e il Cile ha la sua democrazia, si quella militare!! Ma la rivoluzione intesa come movimento di piazza è ancora espressione dei nostri tempi in cui la 3° guerra mondiale si fa con le Borse e la finanza?

Ma le rivoluzioni e le proteste cosa hanno lasciato dietro di sé? La Rivoluzione francese (egalitè, fraternitè, ): la Restaurazione, il Terrore, l’Imperialismo napoleonico, Sarko’-Bruni, e Hollande; la Rivoluzione d’Ottobre: Stalin, Lenin, il bolscevismo, Putin; la caduta del muro di Berlino: l’euro, lo spread e la Merkel: la Rivoluzione Cubana: miseria, prostituzione, embargos ma tanti soldi a Fidel Castro e alla sua famiglia (anche con le tshirt di Che Guevara), la Guerra civile americana non ha liberato i neri e ha prodotto i repubblicani del petrolio, In Italia Garibaldi ha prodotto la Lega, Andreotti e il bunga-bunga, in Spagna la Guerra civile ha dato il potere a Franco, alla guardia civil, alla monarchia e a Zapatero-Mr Bean-che li ha indebitati tutti.

Perché allora fare rivoluzioni vecchio stile quando tutto non è cambiato?

Entro nel blog di Indivanados, che non è spagnolo ma di un nordico trapiantato a Bologna, sorbole roba di casa nostra, che proclama la rivoluzione dell’in-attivismo ovvero la ribellione intelligente attraverso i social networks e i blogs, l’antico passaparola per intenderci. Anche le rivoluzioni storiche sono state pensate, condotte e mosse da intellettuali, borghesi e nobili, studiosi e letterati, quindi perché il popolo colto degli anni duemila non segue le orme dei suoi predecessori che non avevano IPOD e IPAD per comunicare? La violenza non serve per far sentire le proprie idee, gli slogans del passato non servono a cambiare lo stato delle cose; la casta, i partiti, la politica corrotta si combatte con il pensiero che muove le opinioni della gente che va a votare. L’opinione si forma anche attraverso la stampa libera dei giornalisti coraggiosi che scrivono sui blog, come questo, che lottano ogni giorno e notte per darci l’altra faccia dell’informazione e della verità spesso nascosta.

Ma gli altri dove sono? Dietro le loro comode scrivanie a scrivere scoop a servizio dell’editore e basta? Anche voi, tutti insieme, contribuite a liberare la stampa da bavagli e bavaglini, raccontate le verità scomode, onorate la vostra missione di pubblico servizio.

Ricordiamoci tutti che il voto è l’anima della rivoluzione popolare!!

E la rivoluzione moderna vuole dalla politica idee, rinnovamento, persone nuove con competenza e professionalità provata, leggi severe contro chi ruba al popolo italiano, lotta all’evasione seria, politiche sociali degne di uno stato moderno, lotta alla delinquenza, una politica didattica che infonda nelle scuole i valori patriottici necessari a creare un’ orgoglio nazionale forte e radicato verso la nostra storia, la nostra cultura, l’arte, la musica ma soprattutto verso un futuro pieno di speranza per le giovani generazioni che vogliono continuare il loro percorso in questa terra italica.

A tutti coloro che credono che sia arrivato il momento di far valere i propri diritti, gli indivanados insegnano che “el pueblo unido jamas sera vencido” se alle urne saprà chiedere con forza IL CAMBIAMENTO, fin da ora.

PAPITO MAZAGON

0.000000 0.000000

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :