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>>Indignazione sacrosanta

Creato il 28 ottobre 2013 da Felice Monda

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Indignazione sacrosanta

Greci, spagnoli, portoghesi e italiani periodicamente scendono in piazza per protestare contro le misure di austerità e rigore imposte dall’Europa e dalla troika.

Un’indignazione sacrosanta contro misure che colpiscono la spesa sociale e quella pubblica, misure che hanno depresso le economie, misure che hanno impoverito ampie fasce della popolazione, misure che hanno portato tanti cittadini europei sull’orlo della povertà.

Un’indignazione sacrosanta che spesso sfocia in rabbia, manifestazioni violente, atti vandalici, scontri anche a sangue tra protestanti e forze dell’ordine.

L’indignazione e la rabbia di tanti cittadini europei è comprensibile ma non può giustificare atti di violenza o atti vandalici: però sarebbero forse da condannare anche le “violenze” che i cittadini europei stanno subendo, violenze che portano il nome di austerità e rigore, tagli alla spesa sociale, tagli del numero dei dipendenti pubblici, privatizzazioni e liberalizzazioni delle “utilities”(acqua pubblica), svendita del patrimonio pubblico.

Diritti da tempo conseguiti sono negati adesso perchè ce lo chiede l’Europa o i mercati: diritti negati che portano sempre più ad una lotta di classe all’incontrario dove ora sono i padroni a combattere per le loro “esigenze” di classe contro proletari, impiegati, operai etc.

Rabbia e indignazione che hanno portato a movimenti epocali come OccupyWallstreet a New York e negli Stati Uniti, OccupyLondon, gli Indignados a Madrid e in Spagna, Blockupy Frankfurt in Germania, gli indignados italiani etc., movimenti epocali che hanno segnato e segnano ancora la storia economica, politica e sociale dell’Europa del mondo.

Rabbia e indignazione che vanno avanti dal 2011 in contemporanea con la crisi economica più dura dal dopoguerra e in contemporanea con la crisi dell’euro che molti ancora non vedono risolta del tutto.

Rabbia e indignazione che sono sintomo di un malessere diffuso in Europa e nel mondo, un malessere per un mondo che va cambiato, per un modello economico e sociale che va almeno modificato o del tutto cambiato.

 


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