Magazine Architettura e Design

Indossare un'idea

Da Francesca Passarelli @QualsivogliaB
Indossare un'idea
3 Ottobre 2015

Perdonate il ritardo, la giornata di oggi è stata ricca di idee, di arte e di cultura; avevo bisogno di un bel po' di tempo per mettere in ordine i pensieri e scrivervi in maniera concisa, cercando di trasmettervi la stessa eccitazione e lo stesso incoraggiamento che oggi ha trasmesso a me la conferenza TEDxBari sulla Resilienza.
Abbiamo comprato miracolosamente i biglietti qualche giorno fa, il sold out è avvenuto in neanche 5 minuti dall'inizio della vendita,e ne abbiamo approfittato per portarvi dei dieci minuti un po' più particolari e ricchi di sostanza.
Per chi non conoscesse le conferenze del circuito TED (acronimo di Technology, Entertainment and Design) provo a spiegarvi in che cosa consistono in poche parole. TED nasce come un ciclo di conferenze che hanno l'obiettivo di diffondere idee di valore (ideas worth spreading), queste vengono portate sul palco dai protagonisti del pensiero e dell'azione dei giorni nostri, a livello internazionale, insieme alle loro esperienze personali in un tempo stabilito di massimo 18 minuti. A questi relatori si aggiungono delle perfomance artistiche, in modo da diffondere lo stesso concetto espresso a parole, anche per mezzo dell'arte. Le seguo da molto tempo su internet, sono sempre un nuovo spunto di idee, riflessioni e nuovi punti di vista per poter affrontare al meglio i problemi o semplicemente per avere "un'idea" di quanta bellezza ci sia nel mondo e di quanta forza nel cuore delle persone. Non avevo mai partecipato ad una conferenza intera dal vivo, ma Bari ha voluto farmi un regalo e così eccomi lì tra artisti e idee, parole e arte, musica e colori. Ho cercato di assorbire ogni parola ogni concetto per me e per voi, ma non basterebbe un solo post per spiegarvi tutto così cerco di dirvi la mia, di farvi vedere quello che i miei occhi hanno visto.
Ogni conferenza TED si plasma attorno ad un tema centrale, per TEDxBari è stata scelta la Resilienza, e non potevo essere più felice. Concetto versatile, è presente in ogni ambito della vita. Ogni relatore che saliva sul palco presentava il suo punto di vista sulla Resilienza, ed era bello vedere come questa parola si potesse prestare a diversi campi, dalla fisica all'arte concettuale, dall'imprenditoria alla diplomazia. Il tutto veniva presentato in quattro sessioni, nel primo si raccontava un viaggio nello spazio, nel tempo e nel mare della speranza. Il cuore mi si è aperto quando un giovane ragazzo di ventidue anni ha raccontato la sua storia, emozionatissimo, di come è arrivato in Italia dalla Costa d'Avorio. La mano con il foglio tremavano ma al cuore le sue parole frammentate sono arrivate limpide; un viaggio di speranza tra mille no e razzismo, ma poi finalmente la fortuna di incontrare chi gli ha regalato un sogno e ora Mohamed vive della sua fotografia, ciò che lui vede è diventata arte. Nella seconda sessione viene trattato "il lato oscuro" della Resilienza, quando diventa cancro e contamina la terra e l'anima delle persone, quando diventa criminalità organizzata. Sul palco un calabrese (come me) che è stanco della mafia (come me) che crede che se vogliamo, se non abbiamo paura, la mafia verrà sconfitta. Noi non abbiamo paura, adesso ammazzateci tutti. Nella terza sessione è il sud a resistere, questo sud che deve credere di più in se stessa, nelle sue tradizioni e nel suo futuro, deve credere di più nelle idee di noi giovani. Sul palco si susseguivano innovazione a tradizione, i legami con la famiglia la terra ma anche con un contesto esterno alla propria terra, legare con il mondo intero pur rimanendo nella propria casa. Quarta e ultima sessione dedicata interamente alle donne. Quanta strada e quante lotte dobbiamo affrontare per avere la parità che ci spetta? Io, prima di oggi, credevo che la parità dei sessi era cosa ormai raggiunta, sono stata illusa dai giornali che vogliono un mondo ancora nelle mani degli uomini, ci accontentiamo se una su mille riesce ad ottenere un posto importante in un ambito professionale difficile "per le donne", ma non capiamo che non deve essere così. I dati che sono stati riportati da She figures dice tutt'altro. Mi è rimasta molto impressa una frase che ha detto il direttore artistico di TEDxBari ed è:"Non c'è donna che non sappia che cosa sia la Resilienza", non si parla di definizione della parola ma di esperienze vissute sulla propria pelle e ogni donna lo sa!
Di oggi ho apprezzato tutto e sento ancora le idee dei 12 relatori e delle 4 performance artistiche che cercano un luogo in cui stabilirsi per mettere radici nella mia mente e nel mio cuore. Ho apprezzato soprattutto l'emozione dei relatori e del direttore artistico, e vedere che una conferenza di così grande spessore sia stata organizzata da ragazzi mi da una marcia in più per fare del mio meglio e portare avanti una mia idea che valga la pena di diffondere. Vorrei lasciarvi con le parole di Matthew Watkins, che è l'artista di digital fingerpainting che vedete nella foto. La sua performance mi è piaciuta tantissimo e Teresa è riuscita a ritrarre il momento in cui scriveva art is resilience, esatto l'arte è resilienza, ma non è l'unica cosa che mi ha colpito, le sue frasi erano semplici, fresche e piene di significato e vorrei riportarvele qui così come le ho appuntate sul quaderno.

Arte è Resilienza dell'anima.
Tecnologia è Resilienza dell'intelletto.
Migrazione è Resilienza storica e geopolitica.
Accoglienza è Resilienza del cuore!

Grazie TEDx, grazie Bari.

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