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Inediti 2015 | CAP IV | Strade Bianche

Creato il 27 novembre 2015 da Emialzosuipedali @MiriamTerruzzi

Inediti 2015 | CAP IV | Strade Bianche


DOVE
Siena (SI)
QUANDO
7 marzo 2015
VINCITORE 
Zdenek Stybar (Etixx-Quick Step)
COLORI
rosso intenso come Torre del Mangia, marrone come le mura dei palazzi antichi, azzurro come il cielo
COSE SPECIALI
Piazza del Campo, le botteghe degli artigiani, i porticati del cortile di Palazzo Chigi-Saracini.


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I vicoli ombrosi, pezzi di cielo azzurro con la cornice dei tetti delle case antiche fatte di mattoni tutti vicini, tutti uguali, tutti tra il rosso e il bruno. Il lastricato dove la gente cammina svelta, una vecchia cinquecento rossa parcheggiata a lato di una stradina, le transenne dell’arrivo. Un volo di piccioni e in un istante Piazza del Campo, spazzata dal vento in un primo pomeriggio di gelo e sole. I bambini che corrono in quell’immobile meraviglia.

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Nei giardini chiusi tra le mura crescono olivi dalle foglie argentee che arrivano fino al sole, c’è odore di ombra, di vento. Nelle stradine che portano alla piazza si nascondono le botteghe degli artigiani dalle vetrine scavate nella pietra. Le lanterne in ferro battuto illuminano quei cunicoli magici. Sembrano strette anche le parole, troppo strette per descrivere lo stupore di tutto per la prima volta. Siena che sei bella, di un bello che ha una via diritta verso il cuore. Amore a prima vista, fulmine nell’azzurro, veloce come quel volo di piccioni che sembrano farfalle.

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C’è un cortile e c’è un altro mondo. Palazzo Chigi-Saracini e una porta aperta sul porticato rinascimentale: esce musica – pianoforte, violino – che si mischia al chiacchiericcio leggero di una mamma e un bambino che vuole toccare il secchio del pozzo al centro del cortile. Silenzio che non vuole essere disturbato. Le viscere di Siena, i colori caldi e sabbiosi delle mura e quelli delle ceramiche appese fuori dai negozi. Vento di attesa, vento gelido quando l’ombra invade per metà la piazza. La Torre del Mangia resta lassù, contro al cielo limpido, traboccante d’azzurro.

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Vento che conta il respiro. Ombra d’inverno, sole di primavera. Arriva la polvere, arriva tutto dalle strade là fuori, fuori da quella piazza a forma di conchiglia. Strade di nuvole in mezzo ai cipressi. Colline di creta, culla delle cascine e dei vigneti. Viene la tua polvere, viene con il vento. Secca la vittoria, secco quella schiena di mulo spacca gambe, ultima frustata, ultimo dolore, improvviso e cattivo. Staffilata prima del paradiso.

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La polvere resta. Attaccata alle facce, alle gambe. Si mischia con la saliva, la butti giù come certe amarezze, si mischia con il sudore, brucia negli occhi. Polvere maledetta, polvere santa. Restano segni, strani tatuaggi che se ne andranno con l’acqua e con il sapone. Polvere scura e polvere bianca, come le strade che tagliano in due la campagna.

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Tramonto dorato spazzato dal vento. Siena nell’ombra, i cipressi di nuovo nel sole.
Toscana dura e dolce.
Toscana che il vento ti pettina e il ciclismo ti ama.

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