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Infanzia Made In Italy #6 cosa è richiesto alle bimbe italiane?

Creato il 27 marzo 2013 da Marypinagiuliaalessiafabiana

Continuiamo il nostro viaggio all’interno del nostro Paese e nell’industria dell’infanzia made in Italy e per denunciare la presenza degli stereotipi di genere nei giocattoli e in tutti gli articoli destinati ai bambini e bambine.
Nei post scorsi abbiamo esaminato l’offerta del mercato pasqualizio riservato ai bimbi e alle bimbe come gli stereotipi del Pasqualone che vanno avanti ormai da anni, li ricordo bene quando ero una bambina quando anche le uova si presentavano del colore rosa/azzurro e ahimè sono tornate dopo anni con Minnie per le bambine e Spiderman per i maschietti, come dire “non si sa mai che i genitori o i figli si confondano e non capiscano che cosa è “da maschio” e “cosa è da femmina“. Andando sul sito della ditta, la Giochi Preziosi, possiamo notare appunto la divisione di genere imposta:

Prodotti femmine QUI

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Quello che mi ha colpito è questa casetta. Divisa per genere viene introdotta come divertente ed educativa, con una lavagnetta per imparare.

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In quella per bambine viene sottolineato che ha dei fiori. Nulla di più. Non si accenna nemmeno che è divertente e, udite udite, non ha alcuna lavagnetta per imparare a scrivere. Insomma, già dal prodotti è implicito che secondo l’azienda le femmine sono stupide e frivole rispetto ai maschi. Se guardate le sezioni e cliccate  ”per lei” vi compaiono delle schermate che vi proporranno bambole, roba per la pulizia della casa, bambolotti, trucchi e roba per la bellezza. Insomma tutto è già stabilito dall’azienda.

Ma non c’è solo la Giochi Preziosi in ballo. La divisione di genere ha contagiato anche Kinder che quando ero bambina era l’unica che produceva prodotti neutri. Abbiamo esaminato che il sessismo viene inculcato pure nella lettura e nella scelta dei primi libri da leggere e questa caratteristica si è accentuata negli anni.  Si è parlato anche dei seggioloni e tricicli per maschietto e per femminuccia e su questo ricordo solo che io avevo sia il seggiolone che il triciclo completamente neutro poiché mia madre non amava impormi giocatoli sessisti, infatti quando gli zii e i nonni mi regalavano le bambole io le facevo a pezzi. Ma ricordo anche che c’era meno rosa in giro. Ora è quasi impossibile trovare qualcosa che non sia rosa, per questo motivo nessuno comprerebbe una bambola o una cucina rosa per il figlio, proprio perchè già il colore viene associato a qualcosa di “femminile” che non va bene per un maschietto.

Ecco che l’industria degli articoli infantili impone una divisione rigida tra maschietti e femminucce che oltre alla schiera di bambole, cucine, ferri da stiro, lavatrici e ninnoli destinati alle bambine già a partire dalla pubblicità, viene sottolineato, pure dalla confezione, che dev’essere rosa con la foto di una bambina e dal colore del prodotto che è quasi inesistente nella versione per maschietti.
Le confezioni dei maschietti, infatti, appaiono più neutre e neutri sono pure i colori dei giocattoli. Va da sè che anche se la pubblicità di quei prodotti vede solo volti maschili, pure le bambine ci possono giocare. Gli articoli femminili, invece, sono proibiti ai maschietti.

Per esempio: c’era bisogno di creare uno shampoo specifico per bambine (tutto rosa ovviamente)? Ai miei tempi non esisteva. Questo significa che gli stereotipi di genere sono peggiorati in silenzio senza che nessun genitore se ne accorgesse (sottolineo che Garnier è francese però le versioni straniere appaiono neutre, quindi il problema è che in Italia il rosa e la presenza della fragolina è stato associato ad un prodotto “femminile”).

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Ma la cosa che preoccupa di più è la proposizione di giocattoli che rimarcano il bisogno di essere belle già da bambine, alimentando il pericolo che da tempo denunciamo, quello della sessualizzazione precoce delle bambine.
Partiamo dal marchio italiano più famoso del mondo di scarpe per bambine: le Lelly Kelly!
Questo brand che conosco dagli anni 90, anni della mia infanzia, e che grazie a Dio mia madre non ha mai regalato (infatti ho sempre avuto scarpe neutre), oltre alle scarpe tutte rosa e piene di ninnoli, paillettes, fiori sbrilluccicanti, regala trucchi e altre cianfrusaglie per la bellezza con l’acquisto delle scarpe che da qualche anno hanno pure il tacco clik clak (come recita la bimba truccata dello spot) per assomigliare ai decolleté delle donne adulte.

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E’ chiaro che il marchio propone già un abbozzo dell’erotizzazione del corpo delle bambine che da tempo denunciamo: belle, graziose, truccate e sexy anche da piccolissime.
L’alter ego delle scarpine da bambina nyocca sono le Bull Boys (non so se ancora in produzione) rivolte però ai maschietti (vedi spot). I regali sottolineano che i maschietti a differenza delle femminucce non devono pensare ad essere belli ma più forti, quindi guantoni da pugile e pungiboll così imparano ad essere violenti sin da piccoli.
Ora le scarpine che indossano metà dei bambini sono quelle delle Winx/Gormiti che propongono la stessa divisione e hanno in comune la particolarità che è tutta roba made in Italy come gli autori che hanno creato i personaggi e tutte le linee di giocattoli dai quali derivano.

La bellezza per le bambine, in un Paese dove le donne vengono valutate unicamente dall’aspetto estetico e dove l’immagine della velina è presente in tutte le trasmissioni tv, non c’è da stupirsi se il marketing tiene particolarmente a questo modello adeguandolo alle bambine e quindi richiedendo alle più piccole di curare il proprio aspetto o di fare competizioni con le altre sull’aspetto esteriore.
Ma le bambine piccole non dovrebbero già pensare ad attirare gli sguardi dei maschietti o a sedurli, eppure i valori che vengono richiesti sono essere belle o sognare di essere principesse alla ricerca del principe azzurro.

Le industrie di giocattoli puntano ad ogni costo a precocizzare le bambine e questi sono gli esempi:

La Globo ha la sua linea di trucchi per bambine dai 5 anni in su: “Sbelletti” che ricordo fin dai miei tempi con l’unica differenza che i trucchi erano finti:

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Oltre ai prodotti di bellezza, Globo, produce anche bambole. Ovviamente devono essere accompagnate da bambine immerse in un vomitevole e domesticissimo mondo rosa. Quest’anno hanno pure partecipato ad una fiera tenutasi a Norimberga. La fiera del sessismo, dove campeggiava un grosso stand del marchio Sbelletti.

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La Migliorati produce delle trousse per il make up che si rifanno fedelmente a quelle di marca Pupa (per adulte):

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“Per un look sempre alla moda”. Nel cofanetto ombretti, rossetti, smalti. Tutto in rosa e con la dicitura “più bella” non si sa mai che ad un bambino venga in mente di usarli. Ma la Migliorati oltre che bella ti vuole anche così:

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Abbiamo parlato anche dei trucchi Very Bella della Giochi Preziosi che producono vere e proprie trousse, smalti e roba simile per bambine dai 3 anni in poi!

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Nessuno si è chiesto se questi trucchi possono fare anche male alla pelle delle bambine? Eppure c’è chi ha approfondito la questione denunciando la pericolosità di questi prodotti (qui i prodotti tossici). Se il sessismo è anche questione di salute fisica perché non lo affrontiamo per bene?

Per non parlare di tutti quelle cianfrusaglie e intrugli per creare gioielli e decorasi i capelli:

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Come questo della marca “Clementoni” la stessa del Sapientino sessista con le principesse e le Winx. Questo gioco, destinato alle bambine ha all’interno un’attrezzo per fare le treccine ed essere bella come una principessa Disney. La stessa Clementoni ha un’altra versione dove la bambina mal capitata che la compra potrà realizzare gioielli, ovviamente per essere bella e Chic:

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Poi c’è il set bellezza della Faro Toys (pagina 10 del catalogo) , un’altra azienda italiana che immagina maschi e femmine in questo modo:

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L’unica cosa che ho apprezzato è che c’è il Mocio Vileda per maschietti (pagina 4) ma in quello delle femmine è tutto rosa e nei baloon vicino alle immagini delle bambine c’è scritto “come la mamma” (5 e 6). Sullo stesso catalogo troveremo comunque una divisione di genere sui giocattolini. In un trolley per maschietti ce n’è uno a cui si gioca a fare i dottori, mentre le bambine devono giocare a fare le principesse. Insomma, le femmine non devono sognare un lavoro ma un buon matrimonio e dei figli (8 e 9). Sulle cucinine infatti, quelle per “femmine” sono cucine pensate ad imitazione a quelle della mamma, mentre quelle dove vengono raffigurati i maschietti o quelle neutre sono per giocare a fare lo chef o al pic nic. Per inorridire ancora di più dovrebbe andare a pagina 35 dove c’è una bambina cha ammicca ed esclama “chi vuole un caffè?” presentando un servizio Barbie tutto rosa.

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Dalla 35 in poi ci sono i prodotti Barbie per la cura della casa e della bellezza dove le bambine sono sessualizzate in modo estremo, attrezzi da lavoro, di bricolage e piste divertenti con le macchinine dove non compare nemmeno una femminuccia.

C’è da chiedersi: il sessismo in Italia vende bene? manca una cultura che educhi maschi e femmine all’uguaglianza e che smetta di sminuire le bambine rispetto ai maschi, riservandole ruoli marginali, stereotipati dove regna frivolezza, precocità sessuale e a giochi individuali destinati alla cura della casa. Tutto ciò riflette la posizione marginale che, ancora oggi, le donne ricoprono nel nostro paese, relegate a ruoli di cura e bombardate di immagini stereotipate delle tv che sottolineano l’importanza di essere belle, insomma tutto quell’immaginario e tutte le aspettative che ha il nostro paese di noi donne. Ma non parliamo solo di effetti, poiché i giocattoli sessisti sono anche la causa per la quale non migliora la condizione delle donne. E se i genitori continuano a regalare bambole, cucinine e trucchi alle loro bambine contribuiranno ad insegnarle che a loro basta (o è importante) essere belle, sognare un principe azzurro e una casa da pulire per sentirsi felici e realizzate. Ricordiamoci che queste bambine un giorno saranno donne, le future donne del domani e vorremmo per loro un futuro in cui non saranno discriminate in base al genere.

I nostri post:

Infanzia made in Italy #1 Le principesse vanno in moto?

Infanzia Made in Italy #2 Prima infanzia genderizzata

Infanzia Made in Italy #3 Leggi e impara. A discriminare?

Infanzia made in Italy #4: Che genere di Pasqua?

Infanzia Made in Italy #5 Che genere di libri?



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