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Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?

Da Andream
Infibulazione
Il 6 febbraio era la Giornata mondiale contro le mutilazioni femminili. 8000 bambine, ogni giorno, subiscono l'infibulazione, la mutilazione chirurgica degli organi sessuali.
Spesso queste operazioni sono effettuate in condizioni sanitarie spaventose, con strumenti rudimentali - «senza anestesia, con coltelli, lame di rasoio, vetri rotti o forbici» - e per mano di personale non esperto; il risultato è, in molti casi, un gravissimo danno per la salute della bambina, con drammatici problemi per la sua vita sessuale e pericoli ancor maggiori in caso di parto.
Il problema non riguarda solo le bambine del Corno d'Africa, la zona dove questa pratica barbara ha origine, ma anche le immigrate nei paesi occidentali. Secondo Aldo Morrone, direttore dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), «In Italia, ogni anno ci sono 2000-3000 bambine a rischio di essere infibulate»; a partire dal 1996, solo a Roma, 10.000 donne hanno fatto ricorso alle cure mediche a seguito di complicazioni.
Una raccolta di firme è stata avviata dall'organizzazione Non c'è pace senza giustizia, con l'obiettivo di arrivare ad una risoluzione ONU contro l'infibulazione entro il 2011. L'indirizzo per sottoscrivere l'appello è: http://www.noncepacesenzagiustizia.org/mgf/mgf/
Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?
Circoncisione

Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?

Senza anestesia: il «rituale arcaico» può
diventare un «trauma fisico» (Reuters)

A quanto mi risulta, non esiste una Giornata mondiale contro le mutilazioni maschili. Eppure una mutilazione rituale degli organi maschili esiste: è la circoncisione.
Si tratta di una pratica di matrice religiosa (a differenza dell'infibulazione, che ha basi culturali): è prevista infatti per i neonati ebrei di 8 giorni e per quelli musulmani di 6 anni.
Proprio l'enorme significato religioso di questa mutilazione sessuale operata su bambini è alla base della difficoltà non solo di estirpare, ma persino di criticare, questa pratica.
Qualcosa si sta muovendo anche in questo campo, però. In Germania è iniziato il dibattito riguardo alla possibilità di proibire la circoncisione dei bambini in base ad una legge penale che proibisce gli abusi fisici.
Secondo i sostenitori di questa visione, la circoncisione effettuata per motivi non medici è una grave perdita dell'integrità fisica dell'individuo.
Ovviamente gli esponenti religiosi si sono fatti avanti per difendere questa pratica di mutilazione dei bambini. Secondo un rabbino tedesco, la circoncisione è l'ultimo baluardo dell'identità ebraica; un suo omologo musulmano concorda, affermando che vietare la circoncisione religiosa sarebbe un modo di «limitare la libertà religiosa dei musulmani». Una terza ragione contro la proibizione della circoncisione sarebbe quella che impedirne l'esecuzione in Germania causerebbe la nascita di un «turismo medico» in paesi in cui questa pratica non è proibita, e dove spesso le condizioni mediche sono peggiori di quelle tedesche; secondo i sostenitori di questa idea, i danni procurati da queste operazioni alla salute dei bambini sarebbero superiori ai benefici causati dalla proibizione.
Due pesi e due misure?
Mi pare evidente l'enorme distanza tra le argomentazioni contro l'infibulazione e quelle a favore della circoncisione. Nel caso dell'infibulazione, il pericolo del «turismo medico» e il danno culturale legato alla perdita di una pratica di mutilazione che è parte integrante di un'identità culturale non sono ritenuti argomenti abbastanza importanti per sostenere che l'infibulazione sia protetta per legge; viceversa, nel caso della circoncisione non si ha nessuna remora a sostenerlo.
E non si tratta solo di una differenza di gravità dello specifico intervento chirurgico: nessuno, infatti, propone di abolire la legge italiana che proibisce l'infibulazione e cambiarla con un'altra che preveda che questa mutilazione sia effettuata obbligatoriamente negli ospedali. L'idea di una grave mutilazione sessuale effettuata su bambine è talmente aberrante, che nessuno si fa avanti per difenderla. Non così nel caso della circoncisione. E questo per tacere delle conseguenze per la salute di una circoncisione praticata in maniera errata.
Fondamentalmente, quindi, la differenza tra i due casi è riassumibile nella motivazione avanzata dall'esponente musulmano: la proibizione della circoncisione sarebbe una limitazione della libertà religiosa.
In altre parole, si tratta di un contrasto tra due diritti: il diritto dei genitori all'educazione (religiosa) dei figli da una parte, il diritto dei figli all'integrità fisica dall'altra.
Nel caso dell'infibulazione, siamo fortunati perché non c'è la religione di mezzo, e la difficile impresa di estirpare questa pratica barbara ha un formidabile ostacolo in meno. Nel caso della circoncisione, invece, la religione si interpone ancora una volta, schierandosi dalla parte di rituali arcaici e maligni.
Fonti: Richard Wagner, «Blutiger Schnitt», Frankfurter Allgemeine Zeitung, 6 febbraio 2011; Valeria Pini, «Infibulazione: in Italia si pratica, eccome. Sono a rischio migliaia di bimbe immigrate», laRepubblica.it, 5 febbraio 2011; Valentino Salvatore, «Germania, la stampa si interroga: “circoncisione è contro la legge?”», UAAR Ultimissime, 8 febbraio 2011.

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