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Informazione di garanzia a Silvio. Il tribunale di Bari “scopre” solo ora i soldi dati a Tarantini per mentire.

Creato il 19 aprile 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Informazione di garanzia a Silvio. Il tribunale di Bari “scopre” solo ora i soldi  dati a Tarantini per mentire.

Nano Bifronte

Meglio tardi che mai. Dopo sei mesi dai fatti, il procuratore aggiunto di Bari,Pasquale Drago ha deciso di iscrivere finalmente Silvio Berlusconi nel registro degli indagati “per aver, in concorso con Lavitola Valter, nato a Salerno il 16/6/1966, indotto Giampaolo Tarantini a mentire o, comunque, a non rendere dichiarazioni ai pubblici ministeri di Bari che procedevano nell’inchiesta sul giro di escort dell’imprenditore barese che allietava le notti di Palazzo Grazioli e Villa Certosa”. Il reato per il quale Nano Bifronte è finito sotto inchiesta è punito dal codice penale con la reclusione da 2 a 6 anni. C’è da dire che quando si trovò questa patata bollente fra le mani, il procuratore Pasquale Drago prese tempo, attese che le prove fossero certe e incontrovertibili e nel frattempo litigò pure con il gip Sergio Di Paola che dovette imporgli di spiccare il mandato d’arresto nei confronti di Lavitola. La storia è vecchia e, proprio perché ormai è una vicenda datata, in molti si sono chiesti perché la formalizzazione del presunto reato compiuto da Over The Topa, sia avvenuta proprio ora. Tutti ricorderanno infatti gli 850mila euro che l’ex presidente del consiglio pagò a Tarantini per tacere sul giro di mignotte che sollazzavano il suo regale augello, così come tutti ricorderanno che il sensale dell’operazione era l’ex direttore dell’Avanti al quale Silvio dava i soldi che girava a Tarantini, con la moglie del quale aveva pure una liaison. E gli 850mila euro erano solo le spesucce perché al resto: affitto dell’appartamento romano, utenze, condominio, vitto, e piccoli divertissement, venivano regolati a parte. Mutatis mutandis, ci chiediamo perché i giudici di Milano non spicchino un’altra informazione di garanzia suppergiù per lo stesso reato. Così come NanoBifronte pagava Tarantini per tacere, altrettanto sembra stia facendo con le gemelline De Vivo, testimoni a favore nel “Rubygate”, alle quali sta dando un fottio di quattrini che transitano sul conto corrente del padre di Imma ed Eleonora, che ci fa pure la cresta trattenendo per sé 10mila euro a titolo di rimborso spese benzina. C’è da notare come la prassi seguita da Over TheTopa sia la stessa in entrambi i casi. Non versa direttamente il denaro ai testimoni ma, nell’affaire Tarantini li consegna a Lavitola, in quello delle DeVivo al padre, e l’obiettivo da raggiungere è sempre lo stesso: cucire le bocche ché se parlassero ne sentiremmo delle belle. C’è da dire che anche la causale dei versamenti è sempre la stessa. Nel caso di Giampy era dare una mano a un amico in difficoltà che rischiava il divorzio dalla moglie se Silvio non lo avesse aiutato a mantenere alto il tenore di vita, in quelle delle De Vivo, testuali parole: “C’è la crisi, devo aiutare ragazze in difficoltà”. Così, alla fine, Silvio passa pure per un benefattore sensibile alle avversità della vita del suo prossimo, perché di quello degli altri non gliene frega un amato cazzo. Che poi le persone in difficoltà potrebbero metterlo nei guai se parlassero e dicessero solo come si sono svolti i fatti per i quali è indagato, è solo un inciso, una spiacevole coincidenza. Ma ora c’è un’altra rogna che Silvio in qualche modo deve risolvere. Il fatto è che Valter Lavitola si sente creditore nei suoi confronti. Mesi di esilio panamense a pane, succo di ananas e vongole, lo hanno profondamente prostrato. Ha dovuto vendere il giornale, si trova sotto inchiesta anche da parte dell’Ordine dei Giornalisti, tutti lo additano come un faccendiere senza scrupoli quando lui ha fatto solo quello che un amico vero avrebbe fatto quando Silvio si è trovato in ambasce. Peccato per il grande amico Berlusconi che Valter, per tacere o per ammorbidire la sua situazione pretenda 5 milioni di euro, non un centesimo in meno non un centesimo in più. Inutile dire che sta aspettando il bonifico sul suo conto corrente di Panama prima di andare dai giudici a raccontare la “sua” verità. Insomma, Silvio sta ancora pagando a caro prezzo i suoi vizietti e, da quello che si legge, dovrà continuare a farlo ancora per molto tempo. In un momento di ristrettezze economiche, l’ex presidente del consiglio non può permettersi di pagare anche le frequenze televisive, Mario Monti è avvisato.

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