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Ingroia, una parola

Creato il 30 gennaio 2013 da Ilpescatorediperle
Non ho nulla contro l'impegno politico dei magistrati, come quello di qualunque altra categoria sociale (anche delle bidelle, cara Finocchiaro, tra l'altro pure lei ex magistrato: sarà che la mia nonna, che non c'è più da tanti anni, era una bidella, ma la sua distinzione deputate-bidelle mi ricorda la sterile polemica sul fatto che fosse stata scelta Nicole Kidman per interpretare il personaggio dell'A.T.A. Faunia Farely nella trasposizione cinematografica de La macchia umana perché "troppo bella per una bidella", che oltre che un commento stupido è anche sbagliato, visto che se uno legge il romanzo di Roth era adattissima, e quello invece assolutamente fuori parte era Gary Sinise che fa Nathan Zuckerman, ma lasciamo stare). 
Ma non mi piacciono le modalità con cui alcuni magistrati passano dal potere giudiziario a quello legislativo, insomma si candidano. C'è modo e modo. Per esempio, forse Pietro Grasso poteva aspettare un giro. Ha tuttavia avuto almeno la correttezza di non candidarsi in Sicilia, dove a lungo ha operato.Dalla procura di Palermo giunge anche Antonio Ingroia. Ora, Ingroia è impegnato in una serie di recriminazioni con quello che per anni è stato il suo fronte dell'antimafia. Ha litigato con il fratello di Borsellino, con la sorella di Falcone, ora con Ilda Boccassini, per molto tempo collaboratrice di Falcone, quella che disse pubblicamente il suo disgusto a quei colleghi magistrati che falsamente lo piansero.Avrei molte cose, noiosissime, da dire, sulla personalizzazione, sul berlusconismo che ci ha contagiati tutti, a partire dai suoi avversari la cui soggettività politica si è posta anteponendosi alla soggettività politica di Berlusconi, ma non conosco bene Fichte e quindi lascio stare. Vorrei solo fare un'osservazione su una frase che Ingroia ha pronunciato per rettificare:  "Io ho detto che ho percepito la stessa reazione stizzita di alcuni magistrati quando Falcone si impegnò con Martelli e oggi nei miei confronti dopo il mio impegno in politica". Ecco, non vedo proprio come l'incarico che Falcone accettò al Dipartimento Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia, incarico offertogli da Claudio Blefaroplastica Martelli, nonché i veleni in cui Falcone trascorse gli ultimi anni della sua vita, possano essere paragonati alle critiche verso la discesa in campo di Ingroia. Di più, non vedo come Ingroia possa pensare che svolgere un incarico come quello, sia pur nell'amministrazione centrale, possa coincidere con una candidatura politica. C'è una bella differenza, e questo genere di insinuazioni fu uno dei veleni di cui sopra. Io non sono per la santificazione di nessuno, il che giocoforza comporta che io non sia nemmeno per la demonizzazione di nessuno, nemmeno di Ingroia. Si è candidato? Faccia campagna elettorale, spieghi il suo programma (che non mi pare molto chiaro), ma lasci perdere Falcone. Falcone non c'è più, non possiamo chiedere il suo parere su questo o quel suo ex collega entrato in politica. Il modo che Ingroia ha scelto di inserirlo nella disputa (come, in altri tempi, si sarebbero paragonate le proprie pene al calvario di Cristo), non gli rende onore. Lo fa diventare un'immaginetta, niente più. Di immaginette da sventolare è fin troppo pieno il nostro paese. Insomma Ingroia, datti una calmata.
p.s.: A parte che Ingroia non è Ingroia, ma è Billy Crystal in "Terapia e pallottole", anzi, se si candidasse Billy Crystal lo voterei subitissimo.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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