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Innesti.

Da Suster
Il tempo non è stato proprio propizio, questa settimana, per il mio intento di innestare.
Comunque ci abbiamo provato lo stesso.
Fermamente intenzionata a pubblicare questo post ieri sera, "Appena metto a letto la pupa", sono collassata ignominiosamente sul letto dopo un lungo frullamento di bambina sulle ginocchia, che mi è costato un fitto mal di schiena alla zona lombare. "Mi stendo due minuti". Dopo di che è l'oblio.
Quindi, mi scuso per il ritardo, e per il proposito tradito.
Ieri Suster scriveva:
"Ecco i risultati del nostro lavoro (ora lo so che altre blogger artisticamente più dotate presenteranno degli autentici capolavori, ma Suster è Suster, e non si tira indietro)".
Oggi può tranquillamente affermare che, a confronto, ciò che ha visto pubblicato da altre blogger "artisticamente più dotate", farebbe desistere dalla pubblicazione di queste mie orripilanti foto, la più determinata delle Suster, soprattutto per il fatto che uno dei soggetti da me trattati è stato eseguito con infinitamente maggiore maestria da una blogger decisamente più dotata di me artisticamente.
Ma non importa: butta fuori, cerca di stasare la casella delle bozze, pubblica tutto e non pensarci più.
Dunque, dicevo, questo è il risultato di tanto tribolare:
1-

Innesti.

Messer Gufo

Sol soletto vola il pipistrello, e la luna fa capolin.
Dentro al bosco, sopra un ramoscello, Messer Gufo canta con ardor:
POOO PO PO PO PO PO PO PO PO POOO
PO PO PO PO PO POOO PO PO PO PO POOO.
2-

Innesti.

Il bel picchio


Solamente qualche metro sotto un bel picchio se lo sta a sentir,
Martellando contro un ramo rotto, batte il tempo facendo così:
TUUUUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM
TUM  TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUM TUUUM.
3- 
Innesti.

Dallo stagno salta fuori in fretta, diguazzando, un bel ranocchion,
che a sentire quella musichetta, prende fiato e si unisce al cor:
CRAAAA  CRA CRA CRA CRA CRA CRA CRA CRA CRAAA
CRA CRA CRA CRA CRA CRAAA CRA CRA CRA CRA CRAAA

Innesti.

Il bel ranocchiòn

4- Ma il concerto aumentò di tono quando un grosso calabròn l'udìe a sentire tutto quel frastuono arrabbiato volò via così:ZUUUUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM  ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUM ZUUUM.

Innesti.

Il grosso calabròn


Ma alla vista di quei cuor contenti, tutti presi intenti a zufolardiè un sospiro, borbottò tra i denti, poi con loro prese a canticchiar:ZUUUUM ZUM TUM PO PO GRA GRA ZUM ZUMTUM PO PO GRA GRA ZUM ZUM TUM PO PO GRA GRA ZUM ZUUUM
I personaggi mi sono stati ispirati dal testo di questa canzone. Non cercatela in rete, tanto non si trova.
E' una delle canzoni che cantava mio padre per addormentare mio fratello Ergino.
Ricordo che, nei pomeriggi di estate, mi piaceva mettermi lì con loro sul lettone, ad ascoltarlo cantare finché il pupo non dormiva, e a volte facevo finta di addormentarmi anche io, così lui ci fotografava dormienti: mi piaceva dargli questa soddisfazione.
A volte anche i bambini assecondano un poco i grandi, per amore.
Tornando alla canzone: ne ho cercata a lungo una in cui la pupa potesse, in parte, partecipare coi suoi monosillabi, senza rendermi conto che a pescare nei meandri della memoria ne avevo bell'e pronta una adattissima allo scopo, proprio perfetta. Lei ne va matta, e per quanto riguarda l'effetto soporifero, è assicurato. Quando glie l'ho illustrata poi è davvero impazzita!
Storia degli innesti:
1- Messer gufo è stato il più sofferto. Realizzato interamente con materiale reperito dalla raccolta differenziata casalinga di carta e cartone, pastelli a cera e matite colorate. Alla pupa non piaceva: ne era un poco spaventata, credo a causa degli occhi. Quindi liberarmene è stato un gran sollievo.
Appeso con un cordoncino al ramo di un albero al parco, è rimasto lì con un'espressione triste da gufo spennato, reclinando mestamente il capo gufesco, seguendo la piega della confezione regalo sul cui retro è stato concepito e generato, però ripassando in bici il giorno dopo ho potuto constatare con sollievo che era ancora lì, malgrado la pioggia notturna.
2- Il picchio ha comportato qualche problema di realizzazione grafica, non avendo ben chiaro in mente la mamma come fosse fatto un picchio. Google ci ha aiutato in questo senso. Il picchio è stato infilato tra i rami bassi di un cipresso in un'aiuola ove scorrazzavano allegri alcuni bambini in bicicletta. Mi piace pensare che siano stati loro a scovarlo, nascosto tra il fogliame, e a portarselo a casa come un trofeo di caccia.
3- Il ranocchiòn, in fuga dal parcometro è stata un'intuizione subitanea, nel giorno dell'enorme mastino (vedi post precedente). Mi faceva sorridere l'idea dell'ignaro automobilista che va, con le palle un tantino girate, a pagare l'obolo della permanenza della sua vettura entro le strisce blu, che, ahimé, sono le uniche esistenti in centro città, che si fruga nelle tasche in cerca di irreperibili spicci, e che, una volta giunto all'odiosa macchinetta, si vede uscire quello sgorbietto irridente dall'erogatore di biglietti. Forse allora sorriderà, l'ignaro automobilista, o più probabilmente borbotterà qualcosa come il grosso calabrone scorbutico, tirerà fuori la ranocchia dal suo abitacolo, e la lascerà svolazzare fino alla superficie del sottostante marciapiede. Pazienza, se sarà andata così per la ranocchia.
4- Il calabròn è stato realizzato con il cartone residuo di alcuni bozzetti malriusciti di picchio. Dotato din una piccola molletta di legnno sul retro, è stato facile trovare una folta siepe su cui applicarlo. Mi auguro che riuscirà a strappare più di uno sguardo incuriosito e divertito ai passanti occasionali.
Le foto: come si dice qui, fanno ca'à! me ne scuso, ma provate voi a fotografare a cavalcioni di una bici con una bambina infilata nel manubrio che ondeggia pericolosamente di qua e di là! Già è tanto che siano a fuoco, l'esposizione è quella che è, ma pazienza.
Insomma: Suster e pupa, missione compiuta! A voi la linea.

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