È meschino parlare male dei morti? Ma bisogna sempre e comunque parlarne bene? Su più giornali ho visto che si commemora il decennale della scomparsa di Gianfranco Miglio, lo scienziato pazzo della Lega che voleva dividere l’Italia in 3 macroregioni (Padania, ovviamente, poi Etruria e Mediterranea, mica scherzo!) Al momento di fare l’accordo con Berlusconi, nel ’94, Bossi se ne liberò senza tanti complimenti definendolo «Una scorreggia sparata nello spazio», salvo poi ricominciare a parlarne bene dopo morto: dopotutto uno alfabetizzato a cui intitolare una scuola padana con le svastiche delle Alpi attaccate sopra serve sempre, in un partito in cui l’intellettuale del gruppo è Maroni perché da giovane ha imparato a suonare l’organetto Bontempi. A sua volta Miglio non le mandò a dire. Scrisse in un pamphlet pubblicato dalla Mondadori: «Dal punto di vista culturale Bossi è vicino allo zero», lo accusò di essere un vanesio e di circondarsi di idioti «pronti a ripetere come pappagalli le sue parole d’ordine».
Frasi che i giornalisti di sinistra ripetono gongolanti,
come quando si riempiono la bocca delle tardive invettive di Montanelli contro
il Cainano. A me non sembra che questi giudizi taglienti su Bossi permettano di
rivalutare la figura di un fascistoide reazionario come Miglio. La sua è la
storia comune di tanti mediocri intellettuali o aspiranti tali, di destra ma
anche di sinistra, che si sono avvicinati al potere con l’intenzione di
influenzarlo, certi, in nome di una supponente superiorità intellettuale di
poter avere facilmente gioco sui leader bertoldeschi, mediocri e un po’
ignoranti che hanno spadroneggiato durante gli anni Novanta e hanno trionfato
dopo il Duemila. E invece tutti loro sono stati giocati dal potere, sfruttati
come ornamenti e decorazioni e poi buttati nel cesso per essere sostituiti con
capezzoni e minetti varie. Ecco allora l’invettiva furibonda, la bava alla
bocca, l’improvvisa presa di coscienza che i padroni del vapore sono dei dittatori
ignoranti. Finché potevano concedere soldi e potere invece anche i despoti
andavano bene. Non sono solo i politici ad essere scaduti negli ultimi vent’anni: anche la classe intellettuale ha fatto bancarotta fraudolenta, chi sa se
qualcuno se ne è anche reso conto in un’Italietta ormai nelle mani di
opinionisti e tuttologi. I cosiddetti intellettuali scomodi in Italia staranno scomodi perché si siedono tutti di sbieco quando vanno a farsi lisciare il pelo da Vespa o da Fazio.