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#Intermezzo: un sogno

Creato il 21 marzo 2014 da Lafenice
#Intermezzo: un sogno 
Ho sognato che mi ero trasferita, questa notte. Nulla di troppo definitivo, mantenevo il mio piccolo appartamento cittadino (con la mia gattina) e ne acquisivo uno in Gran Bretagna, in una Londra troppo verde (e gialla.. avete presente il colore dell'erba secca? Ecco, quella tonalità che ricorda più la campagna di Romagna piuttosto che il centro di una megalopoli) per essere vera. Era un appartamento sempre invaso dalla luce, un po' come il mio attuale. Ricordo un flash: varco la soglia di casa indossando il mio cappotto marrone, ho gli occhi socchiusi per la penombra delle scale da cui provengo (dopotutto, non potevo non scegliere un altro condominio) e rimango abbagliata dalla luce del soggiorno. C'è un tavolo bianco, sopra un vaso trasparente di una forma che non riesco a ricordare: al suo interno due margherite (una gialla ed una rossa) dallo stelo lungo. I due fiori si incrociano in un solo punto, formando un arco perfetto. Non conoscevo nessuno in quella zona, ma non mi importava. Avevo scoperto che accanto al palazzo, c'era un fantastico giardino (per quanto leggermente in disuso.. le tipiche corti annesse ai palazzi londinesi, per intenderci) che conduceva ad un grazioso bar/gazebo nel bel mezzo della campagna. Mi piaceva andare li, per quanto, razionalmente, non riuscissi a dire di esserci mai stata. Il complesso di edifici attorno al mio piccolo, nuovo appartamento londinese, non era male: nessun lusso ma nemmeno degrado. Ricordo di essermi vista camminare, sicura e decisa, per quelle strade. Un giorno, però, torno a casa dal lavoro, entro nel mio palazzo e vedo un corridoio in penombra. Mi avvicino per vedere dove porta, presa dalla voglia di svelare qualche gustoso mistero, e scopro che conduce ai bagni (stranamente aperti e staccati dal resto della casa) di almeno due appartamenti dei vicini. Per quanto i proprietari avessero acceso delle grandi candele profumate (rosse e gialle), i bagni erano sporchi.. come se qualcuno avesse fatto baldoria la sera precedente, ed avesse concluso la sua “notte da leoni”, con il capo chino sulla tazza. Tutti i luoghi comuni sul rapporto tra inglesi e pulizia appresi in 25 anni di onorata esistenza, mi scorrono davanti: nemmeno uno manca all'appello. Faccio spallucce, arriccio il naso e ritorno al mio piccolo e pulito appartamento fatto di luce.

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