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Interstellar

Creato il 03 dicembre 2014 da Lamacchinadeisogni

INTERSTELLARTITOLO: INTERSTELLAR  

GENERE: FANTASCIENZA

RATING:  * * * – -

TRAMA:

In un futuro ormai prossimo, di cui già iniziamo ad intravedere i primi segni, il pianeta è sconvolto da una trasformazione climatica che non lascia scampo. Tempeste di sabbia sempre più frequenti investono i continenti, l’atmosfera è sempre più ricca di azoto a scapito dell’ossigeno e l’unica coltura che ancora riesce a resistere è quella del mais. L’umanità ha bisogno disperato di cibo ed indirizza tutti i suoi ultimi sforzi nell’agricoltura, preparando i bambini alla difficile arte dell’agricoltore. La scienza è stata praticamente non solo abbandonata, ma addirittura rinnegata, e nelle scuole si insegna, in stile propagandistico, che l’uomo non è mai andato neppure sulla luna.

L’amarezza di chi come l’ex astronauta Cooper conosce la verità è grande, ma per amore dei figli si sforza di tenerla nascosta, sino a quando la sua piccola ed intelligente Murph, lo porterà a scoprire che la NASA esiste ancora e sta pianificando, in gran segreto, una missione disperata nel tentativo di salvare l’umanità. Il futuro non è sulla terra ma nella speranza di trovare un pianeta da colonizzare in qualche altra galassia …

(Regia: Christopher Nolan – anno 2014)

COMMENTO:

Promozione roboante, budget astronomico da 165 milioni di dollari, grandi nomi, grandi attese, eppure preparatevi a lasciar dentro di voi anche un posticino per la perplessità, un luogo piccolo e nascosto nel profondo dove far albergare un interrogativo “ma”; c’è un “ma, e forse sono proprio le aspettative che alla fine lasciano lo spettatore con una punta di amaro in bocca non facendogli gridare al miracolo!

Un bel film, un Kolossal, ma non un capolavoro. Insomma un film che si muove sul sottilissimo confine tra il bel film e la delusione. Avete presente una ragazza che per mille ragionamenti e considerazioni potreste giudicare tutto sommato carina senza però esserne pienamente convinti? Quella perplessità che vi abbandona nella terra di mezzo del “ni” impedendovi di collocarla con decisione tra le belle ragazze? Ecco, allora avete centrato perfettamente la difficoltà che ho incontrato nell’inquadrare Interstellar.

Un film grandioso, ottimi effetti speciali, uno straordinario viaggio nel cosmo attraverso gallerie gravitazionali e spazi mentali a cinque dimensioni, una durata impegnativa di quasi tre ore che scorrono senza stancare, tutte caratteristiche che testimoniano la bravura di Nolan eppure …. dopo essere usciti dalla sala si rimane perplessi, un po’ come quando una pietanza dal sapore gradevole riempie lo stomaco senza tuttavia nutrire o saziare. Si rimane straniti nell’accorgersi di  non saper rispondere alla domanda:”Che cosa mi porto a casa? Di cosa mi sono arricchito?” e rimane forte, il senso di un’occasione sprecata.

In casi come questi di emozioni “bipolari”, l’unico modo per trarsi d’impiccio è quello di elencare i punti forti e quelli deboli.

Sul versante dei lati positivi le tante riflessioni etiche (è giusto sacrificare il singolo per la salvezza della specie?), filosofiche (al centro del creato c’è l’uomo?), che Nolan mette in campo. Dall’altra il voler affidare gli interrogativi a tante, forse troppe, storie, finendo per cadere nella confusione di più generi cinematografici, dalle atmosfere western di una umanità che, come gli antichi pionieri, affida la propria sopravvivenza alle grandi colture di mais lottando tenacemente contro una natura violentata e violenta, a quelle degli action-film appena accennate durante il tradimento del Dott. Mann, per finire nel più scontato messaggio a favore della famiglia e dell’amore filiale tipo:”Solo l’amore trascende lo spazio e il tempo” in stile sceneggiato televisivo”!

Bella e raccapricciante la frase che sottolinea un aspetto non propriamente positivo della genitorialità: ”Siamo i fantasmi del futuro dei nostri figli!”.

Al centro della narrazione l’umanità con tutte le sue caratteristiche, dagli aspetti più nobili (l’amore familiare, lo spirito d’avventura, la ricerca, la curiosità, la brama di conoscenza, quell’anelito verso l’infinito che fa sentire di essere esseri nati per qualcosa di più grande che  coltivare la terra) a quelli più meschini e bassi come la paura, l’istinto di sopravvivenza nel nome del quale si è disposti di sacrificare qualsiasi altro valore, la follia auto-distruttiva,  l’incapacità di vivere in armonia con ciò che ci sostiene.

interrogativi forti, presenti dal punto di vista razionale ma non sviluppati (o efficacemente rappresentati) dal punto di vista del pathos. Lodevole l’intenzione visionaria di Nolan di voler raffigurare ciò che non si è mai visto, peccato però che manchi la “forza” visionaria (la scena più emozionante del film – l’unica di quest’intensità – è il mare verticale!).

L’intero film si regge sul meccanismo emotivo dello “sfasamento temporale” dovuto ai drammatici rallentamenti gravitazionali (“mentre noi viviamo poche ore, dall’altra parte si invecchia velocemente e si muore!”), per il resto la storia scorre lenta e senza troppe emozioni.

Tante le citazioni, dalle emozionanti atmosfere rarefatte e silenziose di Gravity, a TARS, la versione buona di Hal9000, il computer di Odissea 2001 nello spazio.

Notevole lo sforzo nell’argomentare scientificamente la storia ricorrendo alla teoria dei wormhole, dei buchi neri, degli effetti della Relatività (Generale) sullo scorrere del tempo ed il paradosso dei due gemelli di Einsteiniana genitura, a riprova che Interstellar nasce con dei propositi ambiziosi. Tuttavia proprio tale ambizione rende meno tollerabile l’illogico temporale su cui si fonda l’intera narrazione: d’accordo che si tratta di “FANTA”-scienza (e quindi ci stanno tutte le imprecisioni sugli wormhole, la sopravvivenza all’interno dei buchi neri, ecc.), ma anche la fantasia per avere significato non deve infrangere le regole della logica: se l’umanità in futuro si è potuta evolvere in cinque dimensioni, significa che non si è mai estinta in passato, allora perché viaggiare indietro nel tempo  per mandare a se stessa l’aiutino (in termini di wormhole e segnali con i dati necessari trasmessi alla piccola Murph) per evitare una estinzione mai avvenuta? In altre parole, se l’umanità si fosse estinta non avrebbe mai potuto esistere in uno stato futuro di evoluzione superiore dal quel tornare indietro nel tempo per mandare aiuti e messaggi di salvezza. Perché una tesi sia vera le conclusioni non possono contraddire l’assioma su cui essa si fonda!

La sceneggiatura di Interstellar mi pare sia caduta in un non chiarissimo loop temporale. Forse per un eccesso di generosità, Nolan spiega per filo e per segno allo spettatore come funziona il film fornendo tutte le risposte alle sue domande, anche quelle che forse avrebbero conferito più fascino al film se lasciate all’immaginazione e all’ignoto!

Concludendo, l’attesissimo kolossal di Christopher Nolan, Interstellar, è assolutamente un film da vedere ma non è il capolavoro annunciato.



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