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Intervista a Adua Villa

Creato il 27 settembre 2011 da Ilbicchierediverso

 

Intervista a Adua Villa
Abbiamo conosciuto Adua Villa all’interno di una manifestazione di cultura libraria qualche anno fa e siamo stati felici di trascorrere del tempo con lei per la sua verve, la sua simpatia e passione per il vino che riesce a trasmettere ogni volta che se ne parla.

Le strade oggi si incrociano nuovamente qui sulle nostre pagine, dove siamo onorati di ospitarla con un’intervista dedicata a lei e al suo mondo, in una chiacchierata tra amici.

Innalzando i calici a questa seducente sommelier dal sorriso contagioso a voi auguriamo buona lettura.

 

Buona scelta

IBD

[email protected]

 

Adua è più donna o sommelier?

Mah! Innanzitutto donna … non so spiegarlo ma  questo mix di femminilità, sensualità e sensibilità mi aiutano nel mio personalissimo modo di parlare di vino, insomma  li trovo  fondamentali.

 

Una sommelier donna. Oggi sta diventando quasi una consuetudine ma qualche anno fa era abbastanza raro. Ci racconti della tua esperienza, come è nata e come si è sviluppata?

Ho iniziato i corsi dell’Ais nel 1997, ma nella mia famiglia si è sempre parlato di vino visto che mio padre ne era un appassionato. In più in Abruzzo abbiamo una storica Enoteca e uno dei miei fratelli produce vino in Sicilia. Sembrava quasi essere scritto nel mio destino, ma prima di tuffarmi in questo settore, mi sono occupata di marketing e comunicazione, e devo dire che oggi tutto questo background è servito in modo straordinario per comunicare a 360° del mondo del vino.

 

Intervista a Adua Villa
Quando hai cominciato che differenze hai trovato con i colleghi del sesso opposto?

Noi donne partiamo avvantaggiate. siamo abituate  già da piccole a creme, profumi, fiori ecc e quindi a riconoscerli con più facilità forse, ma il naso va educato e i colleghi maschi in questo forse devono lavorare un po’ di più all’inizio, ma alcuni poi diventano bravissimi!  

 

Una bella donna, prorompente e con competenze. Chi è Adua agli occhi degli addetti ai lavori?

Beh, alle volte essere una bella donna in certi campi e soprattutto all’inizio, diventa più un deterrente che avere una marcia in più…credo che a me ci sia voluto il doppio del tempo dei miei colleghi maschi…ma che ce l’ho fatta!  Anzi oggi vengo preferita  a molti di loro per competenza e credibilità.

 

Tanta TV, tante collaborazioni. Quando si parla del vino cosa non si deve fare e cosa sì?

Intanto parlare di vino in Tv è difficilissimo…la tv è immagine che appaga e spiega, farlo parlando di un prodotto dentro ad un calice sembra una impresa proprio ARDUA…ma ce la si può fare. È più semplice come faccio io, facendo capire quello che c’è nel bicchiere abbinandolo ad un piatto! Utilizzare la cucina risulta vincente anche in tv, ma soprattutto alla portata di tutti. Cosa non fare è parlare di vino come un ASSOLUTO. La bellezza del mondo del vino è che è pieno di soggettività, bisogna però stare attenti a parlarne in questi termini dopo averne accertato la qualità.

 

Il pubblico del vino ha anche molti parvenu, quali sono le basi per voler cominciare davvero ad addentrarsi nel mondo dei calici?

La curiosità, spinta dalla cultura che c’è dietro il mondo del vino. Per il resto iscrivetevi ad un corso dell’Ais come ho fatto io oppure in molte città le enoteche organizzano piccoli incontri dove si cerca di spiegare la bellezza di questo mondo, degustando buoni prodotti.

 

Intervista a Adua Villa
Il naso è uno dei sensi fondamentali, ma spesso si sente parlare di sentori che sembrano incredibili (pelo di cavallo sumero in corsa sulla Tundra d’inverno), c’è un po’ di spettacolarizzazione o semplicemente l’animo di chi degusta è davvero così predisposto all’associazione con altro? Non ci sono degli standard olfattivi del vino?

In questo terreno dovremmo addentrarci con parole molto tecniche e formule chimiche. Basti sapere che ad ogni sentore percepito nel vino corrisponde ad esempio un acetato. Tipo: vi piace di più se io dentro ad un trebbiano d’Abruzzo  riconosco l’acetato di isoamile o che vi dica banana matura? La musica cambia ma stiamo parlando della stessa cosa!

 

Quali sono le bottiglie con cui cominciare e quali secondo te quelle con cui finire la propria avventura nel vino?

Non c’è un vero e proprio percorso. Il consiglio che posso dare..cominciate dalla vostra regione, dai vini che produce, più vicini e familiari…e poi cominciamo a passare i confini!

 

Cosa non deve fare un uomo con te davanti a una bottiglia di vino?

Dirmi che sono Charmat!!! Perché mi fa capire che non sa proprio il significato di Charmant!!!

 

Quando sei a casa da sola apri mai una bottiglia per te, solo per te? Se sì, come è quel momento d’intimità?

Spesso si parla di bottiglie che sono talmente importanti ( come alcuni Barolo, Amarone, Brunello)che  si possono degustare anche da sole. Ma attenzione:da sole non vuol dire senza compagnia o con un buon libro.

 

I prossimi appuntamenti dove incontrarti? E prossimi progetti?

Radio2 Decanter, UnoMattina, Ogni sabato su Libero, ogni mese su La Freccia, su Alice tv…e con un libro a marzo edito da Sonzogno dove il vino è una scusa per parlare di altro e capirlo

 

Un saluto per i nostri lettori…

Il vino è cultura, bisogna conoscerlo per apprezzarlo, degustarlo, condividerlo ma soprattutto berlo sempre in maniera consapevole.

Per sapere di adua

Intervista a Adua Villa

 


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