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Intervista a Gaetano Celestre – finalista al Premio Letterario La Giara -

Creato il 23 aprile 2012 da Postscriptum

Intervista a Gaetano Celestre – finalista al Premio Letterario La Giara -

Il nostro Gaetano Celestre è stato scelto come semifinalista dalla commissione regionale del Premio Letterario “La Giara” e lo scorso giovedì è stato intervistato da Giancarlo Magalli durante la trasmissione Rai I Fatti Vostri. Qualora ve lo foste perso date un’occhiata al video dopo la pausa.

vostri

Sul suo romanzo in gara, A Truvatura, vige un contratto di assoluta segretezza per cui non possiamo dirvi i particolari; quello che possiamo fare è intervistare l’amico Gaetano e cercare di estorcerglieli.

Ci troviamo entrambi coinvolti nella terza intervista insieme sul tuo lavoro di scrittore. Innanzitutto complimenti per i traguardi raggiunti, per la prima volta decido di farteli in pubblico rubando un pezzettino di questo post. Spero che i lettori mi perdonino per questo.
Vabbè, iniziamo.

Già a cominciare dal titolo si nota come anche in questo tuo racconto la tradizione siciliana permei profondamente lo svolgersi della vicenda in tutta la sua essenza. E’ nato prima il titolo o lo hai ideato ed inserito in un secondo momento?

Intanto ti ringrazio per i complimenti e desidero ringraziare anche tutti i miei lettori per il loro supporto (sognavo di scrivere questa frase da un bel pezzo, quanto fa “literary snob”). Riguardo la tua domanda, io penso che una delle fondamentali regole – forse quella aurea – per tutti gli scriptores è quella di raccontare fatti di cui si conosce nel migliore dei modi possibili il loro fondamento, le proporzioni, la verosimiglianza e quanto possa definirne i contorni. Direi che la conoscenza delle cose locali possa essere un buon punto di partenza, non credi? Ecco perché spesso scelgo il microcosmo, il mio per essere più precisi. Il titolo di questo romanzo inedito – per l’appunto A Truvatura – è venuto fuori proprio come una “truvatura”, alla fine del concepimento del plot. Ma non voglio allargarmi anzitempo.

In TV hai detto che la storia inizia in una grotta di un piccolo borgo siciliano nel lontano 1700. Il tema biblico della grotta della natività si riflette su tutto il racconto?

No, no, almeno non credo intenzionalmente, o consciamente. Se vogliamo far risalire la tradizione “truvatura” al Nuovo Testamento, in quanto tesoro celato era anche il Figlio Ingenerato rinvenuto dai pastori nell’anfratto, si potrebbe subito opporre che l’origine è in realtà molto più antica. Nel caso siciliano il riferimento è senza dubbio la tradizione islamica, che tuttavia a sua volta deriva da quella antichissima persiana… ma questi sono altri discorsi.

Ancora il giallo, stavolta però un terribile delitto e non la scomparsa di alcuni animali domestici [link all'intervista su il Giallo e l'Azzurro]. Fino a che punto Il Giallo e l’Azzurro contamina questo racconto o viceversa?

Nessuna forte contaminazione. Il Giallo e l’Azzurro è stato scritto dopo. Vorrei dire altro, ma non posso.

Rimaniamo sul tema. C’è un delitto e quindi un’indagine che però, dici, viene ostacolata da un sistema baronale. Stiamo parlando di una sottospecie di fenomeno di tipo mafioso?

Il fenomeno lo chiamiamo mafioso in Sicilia, ma pur cambiando nome non muta modus operandi ed effetti, in India come probabilmente in Groenlandia. Il punto è che il malaffare circonda le nostre essenze terrene. Addirittura – sulla base della letteratura fantascientifica – si potrebbe avanzare l’ipotesi che persino su Centaurus A la situazione non sia troppo diversa, almeno concettualmente. Senza contare che tale sistema è di “ogni tempo”.

Non pensi che l’accostamento tra l’immagine suggerita dal termine “truvatura”, che da sempre identifica la presenza di un tesoro, quindi di un qualcosa di positivo, strida fortemente con quella del ritrovamento di un cadavere? Questo confronto parecchio contrastante lo hai congegnato appositamente per stupire e colpire il lettore?

Questa è la tipica domanda cui vorrei rispondere, ma non posso. Tuttavia rimando gli interessati alla visione del film Baaria di Tornatore, dove alla fine, il perseguimento di una truvatura, conduce ad un cumulo di bisce nere aggrovigliate. Bisogna sempre stare attenti ai punti di vista.

Che effetto fa essere stato scelto da uno scrittore, siculo come te, del calibro di Santo Piazzese?

È più che un onore. Sto rileggendo in questi giorni “I Delitti di via Medina-Sidonia” e posso dirti che a ragion veduta, senza neanche accorgermene, senza intenzionalità, è stato un testo formativo per il mio modo di scrivere.

Il presidente di RAI Sicilia Salvatore Cusimano non ha lesinato complimenti nei confronti della folla di scrittori che ha partecipato al concorso, in particolar modo ha elogiato i tre finalisti per la regione Sicilia che andranno (sarebbe meglio dire andrete) alla disfida nazionale. Vuoi commentare questa incondizionata fiducia che viene riposta anche in te?

L’impressione che ho avuto del Presidente Cusimano è quella di una persona estremamente equilibrata, oltre che di grande cultura. Sono fiero di tale fiducia e spero di meritarla. Speriamo bene…

E per finire…Ancora un’indagine: siamo sempre alla ricerca?

Ricerca infinita, perlomeno lo spero…e ci conto!

Il romanzo A Truvatura purtroppo non possiamo farvelo leggere ma Gaetano ci ha promesso che più tardi, verso le 19, pubblicherà proprio su queste pagine un suo racconto inedito a parziale risarcimento della curiosità suscitata e non saziata.


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