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Intervista a Isabella Ragonese: “Ecco perché ho amato La Mafia uccide solo d’estate”

Creato il 19 giugno 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Palermitana, 33 anni, 14 film all’attivo e altri 2 in uscita. E’ l’identikit di una delle attrici più promettenti del panorama cinematografico italiano: Isabella Ragonese. Dopo essersi cimentata in commedie di grandi successo come Tutta la vita davanti di Paolo Virzì, aver lavorato con registi emergenti (come nel caso di Dieci Inverni o Il Primo Incarico) o affermati come Daniele Luchetti e Carlo Mazzacurati, vedremo prossimamente la giovane interprete nei nuovi film di Gianluca Maria Tavarelli e Mario Martone. Oggialcinema l’ha incontrata in occasione del Social World Film Festival (Vico Equense, 1-9 giugno), di cui la Ragonese è stata anche madrina.

Madrina di un festival di cinema sociale, realizzato da giovani. Lei è una giovane attrice, spesso protagonista di film con una forte componente sociale. La testimonial perfetta?
Credo che questi siano festival di cui si ha sempre più bisogno. E’ proprio dai più giovani che bisognerebbe partire. Per esperienza personale, posso dire che l’amore per il cinema mi ha formata sin da bambina. Mi fanno sempre più paura quei ragazzi che sognano di fare gli attori senza aver mai visto un film solo per la smania di apparire. Se in tempi di crisi è sempre più difficile avere la possibilità di viaggiare per il mondo, credo che il cinema offra ai giovani la grande opportunità di farlo. Un festival oggi ha la funzione di avvicinare i ragazzi al cinema. Una volta che si comincia a guardarlo, lo si ama e non lo si abbandona più quindi prima si inizia e meglio è.

Che tipo di sceneggiature ha scelto finora?
Raramente scelgo un film in base alla tematica. Li ho scelti perché li trovavo belli, poco importa che abbiano avuto successo o meno. Se un film ti coinvolge emotivamente l’obiettivo è centrato. Il merito del festival è fornire ai ragazzi della giuria la possibilità di sviluppare degli strumenti che li aiutino a giudicare criticamente un film.

Se potesse scegliere una storia adesso, che tipo di storia sarebbe?
Uno dei motivi per cui una persona sceglie di recitare è il piacere di essere stupita. Difficilmente faccio progetti di questo tipo. Spero di continuare così e che mi vengano proposti ruoli sempre più svariati. Sono ancora una giovane attrice, se fossi spinta dal desiderio di raccontare una storia in particolare, farei la regista. Sono molto appassionata al mio mestiere e credo che sia fortunata a farlo in Italia, un Paese pieno di culture nelle culture, fonte inesauribile di idee.

Isabella Ragonese

C’è un regista con il quale le piacerebbe lavorare?
No. Il cinema è fatto di incontri, di affinità elettive. Spesso capita di ammirare il lavoro di un regista ma poi, lavorandoci insieme, si scopre una sorta di mancanza di alchimia. Non scatta quell’innamoramento, quella sintonia necessaria per la riuscita del film. Per ora, mi limito a non avere richieste specifiche e a fare cose che mi piacciono, per quella che sono.

Lei è originaria della Sicilia, una terra che ha da sempre sfornato dei grandi talenti, crede che sia stato trascurato qualche aspetto nella rappresentazione di quella realtà?
No, io credo che la realtà siciliana sia stata raccontata in molti modi. La Mafia uccide solo d’estate di Pif, per esempio, è riuscito a raccontare la mafia attraverso una chiave molto originale. Si possono trattare anche sempre gli stessi argomenti, l’importante è farlo sempre in maniera diversa. Pif ha raccontato quello che molti palermitani hanno vissuto sulla propria pelle, ovvero cercare di continuare la propria esistenza in maniera tranquilla nonostante l’imperversare di un fenomeno doloroso come la mafia. Ecco perché il suo film mi ha colpita in maniera particolare.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net


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