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Intervista a Monya Grana

Creato il 16 settembre 2014 da Anna Pernice @Anna_Pernice

Ricordandovi l'evento da me organizzato oggi a Milano in Via Leopardi, 2 per presentare alla stampa in anteprima le borse luxury Monya Grana Hybla, ecco per voi un'intervista esclusiva a Monya Grana, la giovane imprenditrice siciliana autrice di queste meravigliose borse dallo stile Barocco.
Intervista a Monya Grana

1) Cosa significa per te “sentire” il Barocco?  Era proprio l’idea nuda e cruda del Barocco che volevo trasmettere nelle mie creazioni. Mi chiedi cosa sia il Barocco per me, bé più che sentirlo come una forma d’arte, lo sento come un frammento della mia esistenza, un coccio di quella mia origine ereditata dai miei avi e tramandata ai miei figli che dunque sarà parte di me per sempre. Mia parte inscindibile, e come tale, come potrei non amarla? 
2) “Hybla”, il nome della collezione, è anche il nome di una divinità femminile sicula (secondo alcuni addirittura identificabile con la Madre Terra) oltre ad essere il nome dell’antica Ragusa. Da quanto e come ti sei avvicinata alla mitologia?  Direi da sempre. Sono nata in una terra mitologica per eccellenza e cresciuta con racconti, leggende, miti che sin da piccolina mi hanno incuriosito, affascinato. Ogni luogo, cosa, simbolo, racchiude in sé un suo significato, conserva una sua storia e questo a mio avviso rende tutto così magico e meraviglioso! E ho voluto dare il nome Hybla proprio perché fa riferimento alla mia Ragusa antica, che è appunto la mia Madre Terra. 
3) Le tue borse sono un aut-aut: un modello  unico, un pezzo d’arte, elitarie. Pezzi da museo usati nella vita quotidiana. Non è una mossa azzardata, secondo te, in un’Italia in cui l’arte ha –ahimè- un peso sempre minore?  Questa è purtroppo una triste realtà; ma è proprio il conformarci alle nuove mode e ideologie che provengono da paesi lontani in cui non hanno modo di proporre altro che innovazione, poiché da loro non vi è storia, che sta facendo morire in Italia l’arte. Del patrimonio che abbiamo dovremmo essere noi a divenire simbolo di espressione creativa a cui gli altri paesi dovrebbero trarne ispirazione e conformarsi, e non il contrario. E’ vero è un azzardo oggi giorno proporre un pezzo d’arte, ma se rischiare vuol dire lottare per evitare di far morire una parte della nostra origine, un frammento della nostra cultura, stupenda espressione di creatività, allora sono pronta a rischiare.
Intervista a Monya Grana
4) Come sarà la “Donna Barocco” ? Una donna forte, indipendente, audace, tenace, libera da ogni schema, incredibilmente passionale. Una donna che ama costantemente riscoprirsi, reinventarsi, e custodire gelosamente in sé tutta la bellezza e l’eleganza del suo essere donna.
5) Moda, arte, cultura e Sicilia tutte in un accessorio, sapientemente combinate. Il potere che ne deriva è traboccante: per questo hai arginato con le linee (neo)classiche della borsa?  Riunire moda, arte, cultura e Sicilia, tutte in un solo accessorio è stata inizialmente una grande sfida, ma a mio avviso erano gli ingredienti giusti per dar vita ad un qualcosa di unico, ineguagliabile, straordinariamente bello. Le linee (neo) classiche sono solo una cornice che ho voluto dare a questi incredibili scatti di cultura, proprio per mettere maggiormente in risalto quella sorprendente natura barocca di un tempo ancora oggi tanto attuale. I lineamenti classici donano dunque quell’eleganza in senso assoluto, in grado di mantenere l’arte e la cultura vive e intramontabili, al di là di ogni tempo. 
6) Cosa ti ha spinto a scegliere proprio Taur (Torino) e Luk (Lucca) come mascheroni  che decorino i lati delle tue borse?  Torino e Lucca sono state le due città in cui ho con sorpresa ritrovato quella meravigliosa arte barocca. Sono state loro a riportarmi alle mie origini; loro a rivelarmi quanto in realtà il Barocco fosse parte di me ovunque, anche lontano dalla mia terra.
7) Ti rinnovo i miei complimenti  per la tua originalissima collezione e ti lascio con un’ultima domanda: hai intenzione di continuare con questo filone arte-moda-mitologia in futuro?  Spero di sì! Magari è arrivato il momento in cui la moda ritorna ad essere oggetto di  per animi raffinati e non velleità delle masse. Credo dalla combinazione di questi elementi così unici ma al contempo così differenti fra loro ne sia venuto fuori qualcosa di molto particolare, qualcosa che oltre alla loro bellezza in sé riescono a contenere e trasmettere un  messaggio, e cioè che l’arte e la nostra cultura non sono  assolutamente qualcosa di vintage, di antico, di morto, superato, ma qualcosa di vivo, prezioso, intramontabile! E che dunque anche l’arte può far moda ed esistono infiniti modi per rappresentarla. Quindi per il momento credo proprio di continuare con questa formula.
Se l'entusiasmo, l'innovazione ed il ritorno del Barocco di questa giovane stilista vi hanno incuriosito, vi aspetto in Via Leopardi, 2 per la presentazione riservata alla stampa e vi ricordo che le borse possono essere acquistate online su www.monyagrana.com
Intervista a Monya Grana
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