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Intervista a Pino Frisoli

Creato il 21 agosto 2013 da Simo785

Intervista a Pino Frisoli

 

Dall’archivio del Bar Frankie, pubblicazione originale del Novembre 2012.

Frankie intervista Pino Frisoli, documentatore per Rai Sport 2 e autore, con Massimo De Luca, del libro “Sport in Tv”. 10 domande per 10 risposte, in esclusiva, solo per il Bar Frankie !

1-Pino, tu hai scritto insieme a una “firma” prestigiosa come quella di Massimo De Luca il libro “Sport in Tv”, da cosa è nata questa idea ?   E’ nata dal primo libro che ho scritto, “La Tv per sport”, pubblicato con una piccola casa editrice. Massimo De Luca mi ha proposto di farne una nuova edizione che oltre a migliorarne i contenuti, con nuovi argomenti e aggiornamenti, fosse arricchita dal contributo di un grande giornalista come Massimo. Infatti il sottotitolo è “Storia e storie dalle origini a oggi”. Io racconto, da storico, la storia della Tv sportiva, Massimo racconta e approfondisce alcuni episodi visti “da dentro”, da persona che ha conosciuto e lavorato con tanti personaggi che hanno fatto la storia della Tv, e della radio, sportiva in Italia.

2-Ci puoi gentilmente illustrare i contenuti e i punti di interesse di questo libro?

Nel libro raccontiamo alcuni episodi che hanno fatto la storia della Tv, dalla prima partita trasmessa dalla Tv in Italia, ai primi anticipi televisivi, già nella stagione 1955/56, all’arrivo della Tv a colori, a quello delle Tv private e tanto altro ancora. Ogni paragrafo può avere più di un motivo di interesse, sarebbe lungo dire tutto, meglio lasciare al pubblico il piacere di scoprire gli argomenti del libro, pagina dopo pagina.

3-Il tuo lavoro ti porta a visionare famose trasmissioni sportive del passato. Cosa è cambiato nel modo di fare informazione sportiva oggi rispetto a quei tempi?

Una volta si riusciva a raccontare tutto in un’ora, senza tante parole, mentre oggi è la Tv parlata a prevalere. Penso in particolare alla Domenica Sportiva, dove davvero si parlava di tutti gli sport della domenica, lasciando comunque ampio spazio al calcio. Però ce n’era un po’ per tutti.

4-Oltre alle trasmissioni sportive, tu hai potuto anche osservare moltissimi eventi di sport. Come è cambiato, secondo te, il modo di essere atleta nel corso del tempo?

Secondo me non più di tanto. Gli atleti di alto livello sono sempre stati considerati come dei divi e venivano spesso ospitati nei varietà televisivi, oltre ad essere apprezzati come testimonial nella pubblicità.

5-Nello specifico sei impegnato presso Rai Sport 2 nella ricerca di eventi e trasmissioni sportive da riproporre all’interno dei programmi “Perle di sport” e “Memoria Rai sport”. Quanto è importante il legame con la storia dello sport negli anni di Internet e dei social network?

Penso sia sempre molto importante perchè non bisogna mai dimenticare da dove veniamo e dunque è giusto che i ragazzi di oggi possano vedere e apprezzare le imprese sportive del passato anche per capire cosa è cambiato, in meglio e in peggio. La storia dello sport ci aiuta a capire anche la cultura di un Paese.

6-Nominando la Rai e gli anni che furono, è inevitabile parlare della pay Tv che ha di fatto cambiato e rivoluzionato il modo di vivere e vedere lo sport in Tv, quale è la tua opinione in merito?

Io non sono un fan della pay Tv. Non si può fermare il progresso, però ci sono eventi che devono essere sempre e comunque visibili gratis dal pubblico, come i Mondiali di calcio o le Olimpiadi, tanto per fare qualche esempio. La pay Tv può essere un qualcosa in più che può arrivare dove la Tv gratuita non può. Ad esempio, una Tv gratuita non potrà mai trasmettere in diretta una giornata di campionato e in questo ruolo la pay Tv è insostituibile. Però ha anche un ruolo troppo importante nel calcio di oggi, almeno in Italia, ormai completamente piegato alle esigenze delle Tv a pagamento.

7-La Rai è anche la “Madre” di moltissimi giornalisti e personaggi che hanno fatto la storia dello sport in TV. Quale è quello che ricordi con maggior passione?

Faccio due nomi, Nando Martellini e Paolo Valenti. E’ sempre un piacere ascoltare una telecronaca di Nando Martellini così come vedere il “90° minuto” di una volta con Paolo Valenti che dirigeva con grande abilità i collegamenti con i vari inviati.
 
8-Nella tua opera di ricerca, quale è stato l’evento sportivo che hai vissuto più intensamente ?
 
Posso dirti che gli anni ’70 sono quelli che preferisco perchè mi riportano a quando ero bambino e ho cominciato ad appassionarmi allo sport e alla Tv e dunque ci sono tanti ricordi di personaggi e trasmissioni di quegli anni. In assoluto però, se proprio devo dirtene uno, ti dico i Mondiali di calcio del 1982. E’ sempre una grande emozione rivedere quelle immagini che ci ricordano il trionfo dell’Italia commentato da Nando Martellini.
 
9- Che cosa manca nella televisione sportiva oggi, che cosa secondo te dovrebbe trovare maggior spazio?

Secondo me ci sono troppe parole, dunque direi più spazio alle immagini e meno per i commenti, anche se va detto che questo genere di programmi è molto seguito dal pubblico.

10-Pino, ci dici, in esclusiva per il Bar Frankie, la tua trasmissione sportiva preferita di tutti i tempi?

Dico “Eurogol”. Ogni volta che ascolto la sigla già mi emoziono. Era un appuntamento imperdibile del giovedì sera per vedere i gol delle coppe europee, non era come oggi che vediamo tutto in tempo reale. Solo che andava in onda in un’orario, intorno alle 23, che per l’epoca era tarda serata per la Tv, mentre oggi spesso non è ancora finita la prima serata. Grandissimi i conduttori Giorgio Martino e Gianfranco De Laurentiis, erano considerati i “gemelli del gol”, un po’ come Pulici e Graziani nel Torino di quegli anni. La parola “eurogol” è nata proprio con quella trasmissione, per definire i gol segnati con i tiri da lontano, come si usava in particolare in Germania e Olanda e quasi per niente in Italia. Forse oggi sono in pochi a sapere l’origine di questa parola bellissima.

Grazie Pino per la tua disponibilità, un saluto e un arrivederci fra i tavoli del Bar Frankie !


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