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INTERVISTA A…/ Roberto Giacobbo tra mistero e scienza: “Voyager è nato tra le mura domestiche”

Creato il 02 dicembre 2010 da Iltelevisionario

INTERVISTA A…/ Roberto Giacobbo tra mistero e scienza: “Voyager è nato tra le mura domestiche”

(di Alessandra Giorda) Uomo di grande serietà, cultura ed estrema simpatia, Roberto Giacobbo, fa parte di quelle tante persone che in Rai lavorano con devozione e senso del dovere. La televisione di Stato è spesso, come in questo periodo, sotto i riflettori per numerose polemiche. Molte sono invece le persone che, meno polemizzate, lavorano per creare prodotti validi e di un certo spessore culturale.

In quest’intervista Roberto Giacobbo ci racconta la sua lunghissima gavetta che aveva come obiettivo un credo molto forte, quello di fare il lavoro sempre sognato per la TV che voleva. I molteplici sacrifici sono stati ripagati da una bellissima carriera che ha originato grandi successi.

Laureato in economia e commercio inizia a muovere i primi passi in radio durante gli studi, ma ripercorriamo insieme a lui la storia professionale e non solo con aneddoti dell’infanzia. Scopriamo in quest’intervista iniziata con il Lei e finita con il Tu chi è l’uomo di Voyager e di 2012 la fine del mondo?

 

D: Lei inizia la carriera nel 1984 in Radio Dimensione Suono come autore e ci rimane per 14 anni. Che cosa le ha dato quest’esperienza?

R: Tantissimo! Quell’inizio di esperienza che è fondamentale in questa attività. Da ragazzo lavoravo in una radio privata, dove andavo in vacanza con la famiglia d’estate è poi diventata un buona alternativa allo studio fino a RDS, che in quegli anni era la meta più ambita. Mi sono divertito tantissimo, facevo un varietà radiofonico, dove era necessario essere sempre allegri e positivi.

 

D: Negli anni ’90 debutta in TV come autore di programmi come Ciao Italia e Ciao Italia Estate. Meglio la radio o la TV?

R: Sono due cose molto diverse. Ho fatto a quel tempo una scelta. Nella TV lavoro dietro le quinte. La mia vera passione è scrivere la TV. In un’intervista, un simpatico giornalista disse che ora Giacobbo si era messo a scrivere libri: era l’undicesimo! Da ragazzo ho mandato, agli organi di dovere, molti articoli che sono usciti con firme di altri. Non mi sono mai arroccato, come fanno tanti, non inviando più nulla. Dentro di me ho la voglia di sviluppare idee nuove, di scrivere e di studiare. L’avrò sempre, è nel mio DNA. Ho giocato sulla quantità e pensato che se mando 100 lavori, 10 rimarranno a me. Tutti i programmi fatti, come Voyager e tanti altri prima, sono interi fascicoli scritti, con tutte le note biografiche, le fonti ecc.

INTERVISTA A…/ Roberto Giacobbo tra mistero e scienza: “Voyager è nato tra le mura domestiche”
D: Lei è stato in Rai, Mediaset e La7. Nel 2003 ritorna in Rai con un nuovo ruolo: dirigente. Mi racconti quest’esperienza.

R: Come spesso accade nelle migliori famiglie ci si accorge di te quando te ne vai. Dopo esperienze fatte nelle altre televisioni, non vedevo l’ora di tornare alla tv di dov’ero nato. Da bambino, passavo sempre sotto il cavallo della RAI ed un giorno ero con mia mamma, avevo 8 anni ed intanto che passeggiavamo sul marciapiede, esce Pippo Baudo, che passa a fianco a noi ed io lo saluto. Lui, essendo sopra pensiero, prosegue senza dire nulla. Scappo dalla mano di mia mamma e corro dal mio mito, lo fermo e gli dico: “Signor Pippo Baudo, lei sta a casa mia tutte le sere in TV, se la saluto dovrebbe rispondermi”. Lui con molta gentilezza mi salutò e scambiò qualche battuta con  me e mia madre. Per me la RAI era una parte di casa.

Ho fatto tutta la gavetta possibile, millimetro per millimetro, tutti i ruoli, ho iniziato con  una montagna di  fotocopie . Penso che la gavetta sia fondamentale. Se prima non hai fatto tu, non puoi dire agli altri cosa fare, non puoi dirigere senza sapere. A La7 facevo un programma che andava in onda alla domenica, avevo un buon ascolto. Avevo fatto 120 prime serate ed avevo un pubblico fedele. Succede che una sera Raidue cambia il suo palinsesto e disorienta il suo pubblico e quella sera per la prima volta nella storia La7 supera la Rai con ascolti ottimi. La settimana successiva sono stato contattato dalla TV di Stato e mi chiesero se quel lungo “fidanzamento” cominciato tanti anni prima non poteva sfociare in un “matrimonio”. Dopo numerosi anni di contratto da precario riuscì, in quest’occasione, ad avere un contratto a tempo indeterminato, rinunciando ad uno artistico che era pagato moltissimo, ma avendo famiglia cercavo la sicurezza per il futuro. Dovevo essere direttore di Raitre, poi mi fu affidata Raitre perché il direttore generale mi disse che aveva puntato su di me pensando al futuro, preferendomi ad una persona che sarebbe andata in pensione l’anno seguente. Sono molto affezionato alla Tv di Stato e lei che ora è qui, presso gli studi di Torino, ha visto quanta gente lavora in silenzio con capacità e determinazione, facendo il proprio dovere e cercando di fare un buon prodotto televisivo. Dal 1991 ho lavorato  nella capitale subalpina per Raiuno. Roma è piena di produzioni, a Torino, invece, c’è l’attenzione che merita un programma di contenuti come quelli da me trattati. Amo questa TV ed esserci ritornato da dirigente mi ha riempito di gioia.

 

D: Com’è nata l’idea di Voyager?

R: E’ nata nel 1998 insieme a mia moglie, conosciuta sul lavoro ed anche lei autrice come me. Siamo due autori che si sono riprodotti. Voyager è nato tra le mura domestiche. In passato ho scritto due programmi: uno Misteri, condotto da Lorenza Foschini l’altro, La Macchina del Tempo, condotto da Alessandro Cecchi Paone. Il primo mistero tout-court, il secondo scienza tout-court. La scienza è fino a dove si conosce, il mistero è ciò che è ancora da scoprire. Nessuno può obiettare che alcune scoperte scientifiche che avverranno tra qualche anno, oggi sono mistero. In Voyager chiarisco al telespettatore ciò che è scienza quello che è mistero e lo lascio al ragionamento. Lancio il seguente messaggio a chi ci segue: “Questo è a favore questo a contrario, decidi tu cosa va bene per te”.

 

D: Tantissima gavetta, ma anche tantissimi successi. Sembra Re Sole, ciò che tocca diventa oro?

R: No, non è così! Quello che ho fatto che non mi è venuto bene l’ho abbandonato. Sono come quelli che quando invitano a casa gli amici, tirano fuori i pezzi più belli dell’argenteria e nascondono le cose di valore minore. I miei amici sanno che da ragazzo facevo in un giorno tre lavori. Lavoravo per casa mia, come giornalista ed alla sera magari tentavo di scrivere un  libro. Quando mia madre mi vedeva a casa un giorno, pensava che stessi male.

Ho una famiglia che mi ha sempre sostenuto. Mio padre era un ingegnere elettronico all’IBM, persona molto scrupolosa, mio fratello ha seguito le sue orme. Ho preso il rigore paterno e solarità di materna. Il trucco è solo tantissimo lavoro, con attenzione e rispetto per il prossimo. Quante volte è capitato di fare l’intervista alla persona con gravi problemi di mente o di salute. Mi sono sempre rifiutato. Non sono d’accordo con chi fa Tv con uno scandalo al giorno.

INTERVISTA A…/ Roberto Giacobbo tra mistero e scienza: “Voyager è nato tra le mura domestiche”

D: Dal 2005 hai pubblicato vari libri. Parlami di 2012 la fine del Mondo? Ti aspettavi tanto successo?

R: No, pensa che ne sono state prodotte 12 mila copie, che venderle in Italia è già un buon traguardo, invece ne sono state vendute quasi 200 mila, 15 edizioni ed al vertice classifiche delle nazionali per lungo tempo. I Templari, un libro eccezionale, 100 copie vendute. Perché, della fine del mondo se ne sta parlando molto e vengono divulgate notizie infondate. Su tutti gli studi che ho fatto in maniera approfondita, dalle civiltà antiche prima e dopo Cristo, ho esaminato quasi 5000 anni di storia e di religione, invece sfociano in risvolto positivo. Non ci sarà nessuna fine del Mondo, anzi  una notizia religiosa che darà luogo ad un lungo periodo di benessere dove tutte le “cose” andranno al loro posto. Dare notizie negative è molto più semplice, quelle positive sono frutto di un lungo ed estenuante lavoro.

 

D: A quando il prossimo libro?

R: Per il Salone del Libro di Torino 2011. Un appuntamento al quale non manco. E’ un evento che amo moltissimo.

 

D: Stai registrando le nuove puntate di Voyager, quando andranno in onda? Hai delle anticipazioni da dare a chi ci legge?

R: Dal 29 dicembre 2010 fino a febbraio 2011, ogni mercoledì. Come anticipazioni ti posso dire che, faremo uno speciale da Firenze, quindi il nostro studio da Torino in quel caso andrà nella capitale Toscana, da Leonardo a Michelangelo. C’è un luogo, ora in disuso, dove un grande artista è stato chiuso per un certo periodo ed ha fatto disegni spettacolari sui muri. Non posso dirti di più, poiché se rivelo informazioni maggiori, ci sarà qualcuno che mi copierà ed andrà in onda due giorni prima di me.

Colgo l’occasione per avvertire chi ci leggerà che diffidi sempre del programma che esce per primo, poiché è la copia di quello che esce per secondo. Racconteremo anche di un uomo deforme, un uomo falena, avvenimento accaduto negli USA, mai stato affrontato in Italia. Una storia a metà tra il costume, colori e verità. Cerchiamo di stimolare la voglia di approfondire e di conoscere. Certo è che in televisione si affrontano temi in maniera più superficiale, poiché le tempistiche sono ridotte, il libro offre approfondimenti notevoli. Voyager è venduto in 14 Paesi ed è di proprietà Rai e come anche Alle Falde del Kilimangiaro è visto in aereo sui viaggi Alitalia.

 

D: Chi è Roberto Giacobbo nel privato?

R: Un uomo sposato con tre meravigliose figlie, che sente spesso durante il giorno, ma che vede pochissimo. La famiglia mi manca molto, poiché passo 200 giorni l’anno fuori casa.



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