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Intervista a Silvia Landi

Da Collettivowsp @collettivowsp

Spesso nel nostro blog ci occupiamo di segnalare e intervistare grandi autori e fotografi. 
Abbiamo pensato di iniziare a dar voce anche a giovani fotografi e nostri studenti, per raccontare le loro storie e cosa significhi, per un un nuovo autore, iniziare a muovere i primi passi nell’attuale mondo della fotografia.

Cominciamo con Silvia Landi, una nostra studentessa e amica di vecchia data, che da anni si sta impegnando in un percorso di crescita personale e professionale nel mondo della fotografia che le sta regalando diversi riconoscimenti, tra cui l’essere risultata vincitrice della borsa di studio della nostra Masterclass di reportage.

1) Parlaci del lavoro che ha vinto la borsa di studio.

2) Sono già alcuni mesi che la Masterclass è iniziata un primo bilancio di questa esperienza?

La masterclass è un’esperienza molto stimolante e professionalizzante. A me personalmente, che ho iniziato a fotografare seriamente da pochi anni, sta dando la preziosa possibilità di confrontarmi con professionisti di altissimo calibro, che mi stanno aiutando a prendere coscienza delle mie capacità, ma anche dei miei limiti e della mia inesperienza dandomi degli strumenti utili per crescere. Fausto, Paolo  e Giovanni sono sempre molto disponibili a condividere tutto quello che sanno e non parlo solo di tecnica, ma di esperienze umane, che sono poi la parte più preziosa e difficile della fotografia. Poi c’è il fantastico contributo dei compagni di corso, con i quali ci facciamo tantissime risate, ma anche tante discussioni.È stato bello scoprire che questa masterclass è anche un luogo di pensiero, di riflessione, di confronto anche tra studenti, dove ogni partecipante è invitato a sperimentare, a condividere, ad esprimersi a superare i propri limiti con l’idea che si possa crescere anche dalle esperienze degli altri.

Durante la mastercalss ho deciso di sviluppare un progetto sul tema dell’obesità che ho iniziato circa un annetto fa, con molte interruzioni di percorso. È per me un tema difficile e delicato, che implica tantissime sfaccettature, chi soffre di obesità  vive moltissime difficoltà ed è spesso costretto a subire una sorta di discriminazione, frutto di pregiudizi, paragonabile a quella razziale e sessuale, tanto che in Inghilterra hanno coniato un apposito neologismo “pesismo”.  Quando ho portato le foto per la prima volta in aula, ero molto confusa, avevo molti dubbi su come procedere, anche perché sto raccontando l’obesità attraverso la vita di una persona afflitta da questa patologia, quindi volevo farlo con tutta la delicatezza e il rispetto possibile. Confrontarmi con i docenti e i compagni mi ha aiutata a trovare un percorso, un filo conduttore e anche a dare metodo a quello che prima facevo in modo più istintivo e disorganizzato. Sarà un percorso ancora molto lungo, questo tipo di progetti ha bisogno di molto tempo, necessitano del tempo che serve perché le cose accadano spontaneamente, del tempo per superare certe barriere psicologiche etc., ma è anche il tipo di progetto che a me stimola di più perché mi costringe a mettermi in gioco come persona.

Silvia Landi è nata 1974 a Varese, vive e lavora attualmente a Roma, dove si è laureata in psicologia e specializzata in psicoterapia. È approdata alla fotografia quasi per caso nel 2010 e si è formata frequentando diversi corsi organizzati dal Collettivo WSP Photography di Roma, e svolgendo diversi workshop in Italia e all’estero. La fotografia è per lei il mezzo elettivo per attraversare e conoscere mondi e vissuti sconosciuti, uno strumento per porsi domande più che darsi risposte, una via per conoscere se stessa e condividere esperienze.

Predilige il reportage sociale con progetti a lungo termine che le permettano di entrare profondamente in contatto con le realtà che fotografa. Inoltre, dal 2013, la fotografia è diventata strumento professionale anche nel campo della psicoterapia e della promozione del benessere, attraverso l’uso delle tecniche di phototerapy.

Ecco una breve selezione del portfolio “Tra fede e mistero”. 

Intervista a Silvia Landi

Axum. Dopo la veglia durata tutta la notte, i sacerdoti hanno benedetto un grande bacino d’acqua. Centinaia di persone si accalcano sulle sue rive e corrono giù dalle ripidissime sponde del laghetto per fare il bagno e raccogliere nelle bottiglie l’acqua benedetta.

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Axum. Dopo la veglia durata tutta la notte, i sacerdoti hanno benedetto un grande bacino d’acqua. Centinaia di persone si accalcano sulle sue rive e corrono giù dalle ripidissime sponde del laghetto per fare il bagno e raccogliere nelle bottiglie l’acqua benedetta.
Intervista a Silvia Landi

Axum, donne durante la veglia di preghiere che durerà tutta la notte e che culminerà il giorno dopo nella benedizione delle acque.

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Axum, donne durante la veglia di preghiere che durerà tutta la notte e che culminerà il giorno dopo nella benedizione delle acque.
Intervista a Silvia Landi

Lalibela, alcuni giovani fedeli pregano tra i cunicoli delle chiese rupestri. Queste chiese, oggi dichiarate patrimonio dell’umanità erano pressoché sconosciute al di fuori dei confini del Tigrai, ed ancora oggi, si sa molto poco della loro origine e della loro storia. La loro posizione remota e quasi inaccessibile, fu probabilmente scelta nel tentativo di sfuggire alle incursioni musulmane.

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Lalibela, alcuni giovani fedeli pregano tra i cunicoli delle chiese rupestri. Queste chiese, oggi dichiarate patrimonio dell’umanità erano pressoché sconosciute al di fuori dei confini del Tigrai, ed ancora oggi, si sa molto poco della loro origine e della loro storia. La loro posizione remota e quasi inaccessibile, fu probabilmente scelta nel tentativo di sfuggire alle incursioni musulmane.
Intervista a Silvia Landi

Lalibela. Il sacerdote vestito con i paramenti liturgici, avvolto dai tendaggi che nascondono il Tabot, benedice un fedele durante i festeggiamenti di San Giorgio.

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Lalibela. Il sacerdote vestito con i paramenti liturgici, avvolto dai tendaggi che nascondono il Tabot, benedice un fedele durante i festeggiamenti di San Giorgio.
Intervista a Silvia Landi

I fedeli si assiepano sul bordo del precipizio che circonda la chiesa di San Giorgio a Lalibela, forse la più famosa tra le chiese rupestri di questa zona.

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I fedeli si assiepano sul bordo del precipizio che circonda la chiesa di San Giorgio a Lalibela, forse la più famosa tra le chiese rupestri di questa zona.

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