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Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana Giuliani

Creato il 14 aprile 2015 da Isabelje60754 @IsabelJE60754

Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana Giuliani
La rubrica interviste prosegue con la conoscenza di Tiziana Giuliani, egittofila appassionata fin dall’infanzia dell'Antico Egitto e collaboratrice di EM-Egittologia.net Magazine e MediterraneoAntico web magazine, che organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi.
Ha visitato diverse volte la terra dei faraoni, accedendo anche a siti archeologici non accessibili alla massa.
Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

D1. Quando e perché è nato il suo interesse per l’Antico Egitto?
Il mio interesse per l’Antico Egitto è nato davvero per caso, a scuola, in seconda media. La professoressa di Educazione Artistica, nell’ora dedicata alla storia dell’arte, ci parlò di questa antica civiltà e subito ne rimasi folgorata. Ammaliata e catturata da questo mondo così diverso nella rappresentazione dai nostri canoni stilistici e meravigliata per le loro capacità costruttive, mi innamorai di loro. Chiesi a mia madre di comprarmi un libro su Tutankhamon e la storia della scoperta della sua tomba, da lì un amore senza ritorno e la voglia di emulare le imprese di Howard Carter.
D2. Perché, secondo lei, ancora oggi l’Antico Egitto suscita un notevole interesse anche fra i non addetti ai lavori?
Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana GiulianiL’Egitto stupisce tutti noi ogni giorno. Spesso e volentieri ci giungono notizie di nuove scoperte, sensazionali e non, ma sempre e comunque incredibili e affascinanti. É un bacino inesauribile di ricchezze, la sabbia nasconde più di quanto possiamo immaginare e questa cosa solletica la fantasia di tutti coloro che sognano di vestire, anche per un solo attimo, i panni di Indiana Jones. Ma non solo loro. C’è un alone di mistero che avvolge questa civiltà, dal simbolismo all’atto pratico dell’arte costruttiva.
Inoltre il resto del mondo non era ancora civilizzato quando nel Paese delle Due Terre esistevano già tecniche costruttive avanzate, gli Egizi avevano già le loro visioni e delle solide strutture sociali. Tutto questo ha fatto maturare negli uomini moderni le più disparate teorie: da chi li vuole vedere sudditi di una colonia aliena, a chi superstiti della civiltà atlantidea e via dicendo…. Tutte ipotesi, queste, che stuzzicano, e non poco, la fantasia dei più, per non parlare di quelli che vogliono vedere il mistero a tutti i costi anche dove non c’è. Queste persone vengono letteralmente catalizzate da questo mondo, in quanto ovunque c’è un qualcosa che ancora non riusciamo a spiegare e capire. Basti pensare alle teorie avanzate sulla corrosione che presenta la Sfinge (la vorrebbero attribuire ad una civiltà di millenni più antica), agli allineamenti stellari, ecc…. Tutti i giorni ho a che fare con persone a cui piace scomodare gli alieni ed insinuare che le piramidi siano state costruite da queste strane figure arrivate da mondi lontani; tutto materiale su cui fantasticare….
Chi invece ritiene che tutte queste eccezionali abilità non siano altro che il frutto delle capacità del popolo egiziano ne rimane incantato, stupito ed ammirato, e non può far altro che seguirne le tracce con più o meno interesse.
D3. Ritiene meritata la fama del faraone Amenophi IV (Akhenaton), morto quasi 3500 anni fa?
Sicuramente è stato un personaggio innovativo in molti campi e si è distinto per questo da tutti i suoi avi e successori.
Tanto è stato scritto su quest’uomo che ha donato originalità ad un breve lasso di tempo della lunghissima storia del regno dei faraoni, come, paradossalmente, innumerevoli sono i reperti giunti a noi, se si considera la relazione tra la durata del suo regno e di tutta la civiltà egizia. Ha ispirato e stimolato la fantasia di chiunque si sia addentrato nello studio della sua corte e del suo tempo. Quanto poi sia meritata la sua fama e quanto di tutto quello che è stato scritto sia vero, quanto si è giocato sulle sensazioni che il suo operato ci ha lasciato, è tutto da vedere. Ma come in ogni cosa che riguarda l’Antico Egitto, di cosa si può essere matematicamente certi?! Di poche cose. É tutto da interpretare e l’interpretazione è spesso soggettiva, ognuno di noi vede cosa vuole vedere.
Bisognerebbe cercare di elaborare tutto il quadro storico e archeologico senza lasciarsi influenzare dalle emozioni e dalle convinzioni personali che la poesia e l’innovazione di quel periodo insinua in noi.
D4. L’egittologo Arthur Weigall definì Akhenaton un romantico, dotato di tutte le virtù ed isolato in un mondo troppo duro. Cosa ne pensa?
Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana GiulianiCome si può non definire un romantico un uomo la cui sensibilità è così spiccata da farla apparire ovunque? A differenza delle pose plastiche della tradizione, le rappresentazioni del periodo amarniano trasmettono sempre movimento, realismo, espressività ed emozione. Baci, carezze, abbracci, effusioni di tutta la famiglia reale, immagini di intimità - anche sensuali - ritenute audaci e poco discrete (come Nefertiti che allatta o se ne sta seduta sulle ginocchia del marito, o sul carro mentre si volta per dare un bacio al suo compagno, gli sposi di fronte al loro letto nuziale, il pianto disperato dei sovrani che si mostrano e si sentono genitori di fronte al corpo di Maketaton, la loro figlia defunta) ci narrano scene in cui l’amore è sovrano, con il chiaro messaggio che l’amore deve diffondersi ovunque, deve essere contagioso, dominare i rapporti tra i membri della famiglia… e il tutto sotto la benevolenza e il compiacimento di Aton visto che in ogni rappresentazione i soggetti sono irradiati dai raggi del disco solare. Akhenaton è un uomo inebriato del dio e si abbandona in estasi alla bellezza della luce (Breasted).
La stessa iconografia del sovrano ispira tenerezza, anche se definito né bello né aggraziato, ma di un fascino conturbante, con tutte le sue morbidezze le rappresentazioni vogliono essere una sorta di caricatura per mascherare la sua fisicità.
É stato un poeta, un filosofo (la sua filosofia era legata allo sconfinato amore per la natura), un pacifista, ma è stato anche un uomo di contraddizioni. Dall’altra parte della bilancia pende la sua indole di dittatore, fanatico e intollerante, irrispettoso verso qualsiasi corrente di pensiero che non sia la sua, imponendo la sua visione delle cose…caratteristiche che poco collimano con l’idea di un uomo romantico.
Non essendoci certezze in merito, quanto detto rimane un mio punto di vista, è quello che io voglio vedere, è ciò che predomina nella mia visione di questo personaggio e dove la mia sensibilità mi porta a posare l’attenzione. Quindi, magari, potrebbe essere stato tutto un altro uomo, chissà! Basti pensare che i suoi successori lo considerarono un eretico e cancellarono ogni traccia del suo passaggio nella storia.
Di sicuro è stato un uomo coraggioso e determinato, amato ed odiato al suo tempo e dai personaggi moderni.
D5. É radicata convinzione tra gli egittofili che la compilazione del Salmo biblico 104 sia stata fortemente influenzata dal testo, appartenente ad Akhenaton, dell’Inno ad Aton. É andata veramente in questo modo?
Ci sono molte correlazioni tra l’Inno all’Aton ed il Salmo 104, ma le affinità non sono evidenti solo con questo passo biblico, anche S. Francesco nel Cantico delle Creature sembra aver preso spunto da questo testo. Nella composizione di Akhenaton vengono ripetuti tantissime volte concetti come verità, amore, luce e vita, nozioni fondamentali che sono contenute anche nel Vangelo di Giovanni.
Una cosa su cui vale la pena soffermarsi è che nell’Inno all’Aton ben poche sono le idee originali, in quanto quei concetti così poeticamente esposti si rifanno spesso agli scritti di epoca più antica. Gli inni sacri hanno spesso esaltato la natura delle azioni correlate al dio al quale ci si rivolgeva in base alla sua funzione tutelare e alla sua provenienza. Già nei Testi dei Sarcofagi è ricorrente il tema del dio benevolo che provvede a soddisfare le necessità degli esseri viventi. Anche al tempo di Amenhotep II, antenato di Akhenaton, sono presenti molti punti di contatto con la sua dottrina. Alla luce dei fatti l’Inno non è così innovativo e straordinario come vogliamo credere, ma lo possiamo definire una raccolta di concetti dove le immagini evocate sono pervase di amore, gioia di vivere, serenità e luce.
C’è chi definisce Akhenaton precursore di idee moderne, di pensieri e di modi di vedere cristiani, anticipatore della religione ebraica, ma anche di tutte le grandi religioni universali, compreso l’islam; ma c’è chi non lo considera nemmeno un pioniere di una nuova religione, ma piuttosto vede nelle sue idee l’elaborazione di una filosofia di vita e della natura, anticipando pure Einstein. Nominando un’altra celebrità dei nostri tempi, Freud pensava addirittura che Mosé trasmise il credo dell’Aton alle tribù d’Israele. Come non dargli torto: nell’Inno, tra gli altri, troviamo un passo riferito al disco solare che possiamo identificare con uno dei comandamenti riportati nelle tavole della legge di Mosè (non avrai altro dio all’infuori di me).
Da un attento studio possiamo concludere che l’Inno all’Aton non è l’unico testo da cui si può ipotizzare sia stata ispirata la religione cristiana, parecchi sono i riferimenti della Bibbia in cui ritroviamo i passi degli antichi Egizi, molti sono gli spunti e le similitudini, tanto che nessuna religione come il Cristianesimo si avvicina così fortemente alle idee di questo popolo.
D6. Nefertiti, la sposa di Akhenaton, è diventata il simbolo della bellezza della donna egizia. Ma è opportuno ricordarla solo per il suo aspetto gradevole?

Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana GiulianiAnche se universalmente conosciuta per la sua bellezza, pure dai non appassionati dell’Antico Egitto (come non rimanere incantati ed ammaliati di fronte al busto che la ritrae, originale o no, esposto a Berlino!), Nefertiti fu senza ombra di dubbio una donna di grande carisma e grande influenza politica. La vediamo mentre assiste ed affianca il sovrano in tutte le celebrazioni e le scene rituali più rilevanti, porge ricompense e riconoscimenti ai dignitari meritevoli, abbatte i nemici.
Per comprendere meglio l’importanza del ruolo che questa figura ebbe nella rivoluzione amarniana, basti pensare che viene citata nell’Inno all’Aton e il suo nome e le sue immagini appaiono, nello stesso arco di tempo, in numero maggiore di volte rispetto a quello di Amenhotep IV, come per darle più risalto e voler far intendere che dietro la prima fase della rivoluzione religiosa fosse prevalente la sua figura. Insieme ad Akhenaton ed Aton rappresentava la trinità e partecipava ad ogni culto legato al disco solare.
Il suo nome era racchiuso nel cartiglio come lo era quello dei sovrani; le sfingi dell’omonimo viale di Luqsor recavano alternate le immagini della regina e del faraone prima che Tutankhamon le trasformasse in ariete, in onore ad Amon. Era la dea tutelare, proteggeva - al posto di Iside, Nefthy, Neith e Selkis - i quattro lati del sarcofago e propiziava l’alito di vento alla bocca e al naso.
Nefertiti occupava una posizione che va comunque oltre il ruolo religioso. Attraverso la fitta corrispondenza intrattenuta con le corti straniere arriva ai nostri occhi l’immagine di un’abile ambasciatrice diplomatica e c’è chi la vede anche correggente e, sotto un nuovo nome, sovrano delle Due Terre.

D7. Gli antichi egizi furono politeisti, con la eccezione del periodo amarniano. Vuole presentare brevemente le principali divinità dell’Antico Egitto?

Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana GiulianiDire che il pantheon dell’Antico Egitto è ricco di divinità è davvero poco, centinaia sono gli dei e le dee che, spesso associati tra loro, tutelavano le terre bagnate dal Nilo. Come fare quindi a parlare di una divinità rispetto ad un’altra!? Partiamo dall’inizio.
Lungo tutta l’estensione del fiume sacro sono fiorite diverse cosmogonie.
Ad Eliopoli credevano che l’inizio era il nulla e che dalle acque primordiali, il Nun, emerse Atum, il dio creatore secondo alcuni autogenerato. Atum generò una coppia divina Shu, l’atmosfera, e Tefnut, l’umido, che furono i genitori di Geb, la terra, e Nut, il cielo. Quest’ultima coppia generò quattro divinità non cosmiche: Osiride, Iside, Seth e Nefthy. L’insieme di queste nove divinità formarono l’Enneade dell’antichissima On. Da Osiride e Iside nacque dopo non poche peripezie Horus, mentre da un intreccio amoroso extraconiugale tra Osiride e Nefthy nacque Anubi.
A Tebe regnava la triade Amon, Mut e Khonsu, mentre a Menfi all’origine di tutto c’era la triade Ptah, Sekhmet, Nefertum. Ad Elefantina vediamo venerare il dio delle cataratte, il vasaio Khum, con la sua sposa Satet e Anuket.
Con il Nuovo Regno Amon, associato a Ra, estese il suo potere e divenne la maggiore divinità venerata in tutto l’Egitto.
Oltre agli dei elencati come non ricordare Osiride, il dio dell’oltretomba; Hathor (sposa di Horus), dea dell’amore, della musica, Signora del turchese e dell’Occidente, spesso associata ad Iside e Sekhmet; Maat, la dea dell’ordine cosmico, della giustizia e della verità; Hapi, il Nilo; Bes, dio dalle forme grottesche, protettore delle famiglie, delle madri, dei bambini, delle partorienti e del focolare domestico; Thot, dio della scrittura, della magia e della luna; le due signore Nekhbet, la dea avvoltoio, e Uadjet, la dea cobra, protettrici rispettivamente dell’Alto e Basso Egitto; e tantissimi altri….

D8. Gli antichi egizi quanta importanza davano allo studio e alla cultura?

Lo studio e la cultura erano importanti quanto lo erano per i nostri antenati, se non si voleva lavorare nei campi bisognava studiare. Il corso naturale degli eventi prevedeva che, a parte qualche eccezione, il figlio seguitasse il lavoro del padre, così il figlio di uno scalpellino sarebbe diventato a sua volta scalpellino, quello del contadino avrebbe lavorato la terra e quello di uno scriba sarebbe diventato di sicuro un uomo di concetto. L’analfabetismo e le scarse possibilità di studio (la cultura era un privilegio per pochi) non permettevano generalmente di realizzare ambizioni che andavano al di là del vivere quotidiano.
Per le classi sociali più agiate ed elevate, invece, era tutto un altro discorso. I ragazzi potevano frequentare già all’età di cinque anni la scuola dove si sarebbero formati per ricoprire in futuro funzioni amministrative, c’erano scuole specializzate come il kep, dove l’accesso era riservato solo ai nobili e ai principi, e le case della vita, definite la sede del sapere.

D9. É coordinatrice editoriale dell’interessantissima rivista digitale «MediterraneoAntico», molto apprezzata dagli egittofili e dagli addetti ai lavori. Quali sono le sue finalità?

Intervista alla coordinatrice editoriale Tiziana GiulianiMediterraneoAntico è una rivista online di archeologia giovane, è al secondo numero, ma ha alle spalle tutta la precedente esperienza della vecchia rivista EM – Egittologia.net Magazine, che era nata come rivista specializzata nella storia e l’archeologia dell’Antico Egitto. Dopo sette bellissime uscite, che vedevano sempre più la presenza di inserti speciali dedicati all’archeologia del bacino del Mediterraneo, e non solo, abbiamo deciso di dare nuova veste e nuova luce a questa pubblicazione, rinnovandola nel nome e nel contenuto con l’unico intento di divulgare e far conoscere il più possibile le meraviglie che ci circondano provenienti dal passato, di qualsiasi natura e origine, pubblicando studi davvero interessanti e spesso particolari. Le ricerche sono incentrate prevalentemente sull’area del Mediterraneo, ma è rimasto predominante l’interesse e l’amore per l’Antico Egitto.
Divulgare quindi è il nostro scopo ed è ciò che mi è piaciuto quando sono stata invitata, cinque anni fa, da Paolo Bondielli ad entrare a far parte del team che stava mettendo in piedi per dar vita a questo progetto, entusiasmo che coinvolge tutto lo staff e che traspare dall’impegno di ognuno di noi e che è la forza di questo gruppo.
Inoltre ci piace pensare che possiamo offrire ai giovani studiosi, che collaborano con noi, un’ulteriore finestra nel nostro territorio e la possibilità di mostrare i loro lavori e le loro capacità.
E per divulgare quale miglior mezzo di una rivista scaricabile gratuitamente e fruibile a tutti!
D10. In questo momento a cosa sta lavorando e quali sono i suoi programmi per il futuro?
Sto già lavorando all’uscita del prossimo numero di MediterraneoAntico e sto mettendo insieme un po’ di cose e tanto materiale per realizzare un evento legato al mondo dell’Antico Egitto e all’insegnamento della ginnastica, oltre all’organizzazione di una conferenza nella mia città, Jesi (An), con l’intervento di archeologi e egittologi.
Altri progetti per il futuro? Non so…sono disponibile ad ogni possibilità di collaborazione in progetti che hanno a che fare con la mia grande passione per l’Antico Egitto.Giampiero Lovelli

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