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Intervista alle fondatrici di Zebrart

Creato il 02 aprile 2015 da Artesplorando @artesplorando
Intervista alle fondatrici di Zebrart
Oggi vi presento un gruppo di giovani donne che fanno della propria passione anche una professione e che insieme hanno dato vita a Zebrart, perchè come ci insegnano, l'arte non è solo in bianco e nero!Vorrei che per cominciare vi presentaste, chi siete, quali studi fate o avete fatto, quando e perché avete iniziato a curare Zebrart, e qual è lo scopo, la missione, il fine che vi siete prefissate
Ciao Cristian e ciao lettori di Artesplorando! Alla base del progetto Zebrart ci siamo noi: io, Silvia Andreozzi, un’altra Silvia, Silvia Pùtano e la nostra zebra fuorisede, siciliana ma in pianta stabile a Viterbo, Monica Palmeri.Siamo tre storiche dell’arte e abbiamo fatto dei percorsi che si sono incrociati tutti al MACRO, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Silvia Pùtano ha svolto il tirocinio all’ufficio didattica e mi ha passato il testimone! Ci siamo conosciute per un passaggio di consegne che invece è diventato molto di più. Monica è venuta all’ufficio didattica del MACRO dopo che io ero passata da tirocinante a operatrice museale (svolgevo le visite guidate e conducevo i laboratori didattici). Monica era già un volto conosciuto, tutte e due ci siamo formate all’Università della Tuscia di Viterbo…e non ho potuto resistere alla sua ironia pungente e travolgente! Da subito è entrata nella squadra di Zebrart!Lo spazio web è stato un progetto meditato, in risposta alla precarietà della nostra situazione contrattuale. Hanno fatto il resto la voglia di costruire qualcosa di nostro, la condivisione di uno spazio che secondo noi mancava nel panorama della rete, la passione per quello che facciamo, per la bellezza e per l'arte e la voglia di trasmetterla principalmente ai più piccoli! Si stanno aggiungendo nel tempo anche altri collaboratori che ci aiuteranno a parlare di argomenti specifici legati al mondo dell’arte, dei bambini e non solo!
Qual è il vostro rapporto, il vostro approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: siete più da "turistodromo" o preferite piccoli musei poco frequentati e quale vi sentireste di consigliare ai lettori di Artesplorando.
Siamo tutte e tre abbastanza versatili in questo, ci piace andare per musei, tutti! Da parte mia, nello specifico, posso dirti che sicuramente non sono da “turistodromo spinto”, vivendo vicino Roma certo non mi faccio scappare i grandi eventi e le grandi mostre di cui si parla tanto, ma evito accuratamente le giornate superaffollate, quello no, non mi piace. La mia visita ha sempre uno sguardo didattico, che sia un museo piccolo o grande. Faccio molto caso ai pannelli, alle didascalie, mi piace vedere i laboratori per bambini condotti nei musei: per noi sono informazioni acquisite, esperienze messe nel cassetto, fonti di ispirazione e di miglioramento!A Roma tutte noi abbiamo nel cuore sicuramente il MACRO, ma vi consigliamo di fare un giro “contemporaneo” scoprendo la GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna) che adoriamo, il MAXXI, appuntamento imperdibile anche solo per ammirare l’edificio e il Museo Laboratorio della Mente, un’istituzione poco conosciuta ma davvero incredibile!Grazie a Zebrart stiamo avendo l’occasione di visitarne tanti, grandi e piccoli, in tutta Italia e sono davvero occasioni preziose!
Che rapporto avete con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferite e se volete fate l' esempio di una in particolare che vi ha colpito.
Eh…bella domanda! Come ti dicevo, vivendo in prossimità di Roma, siamo letteralmente bombardate da pubblicità di grandi mostre: autobus, metro… sono ovunque.Siamo d’accordo con te che alcune sono soltanto uno specchietto per le allodole: grandi nomi, grandi prezzi e all’interno poca sostanza, con i classici bozzetti preparatori per opere più famose, per esempio. Si tratta di una tendenza che non riscontriamo solo nella Capitale, si intende, ci è capitato di recente di imbatterci in grandi mostre di varie città italiane e rilevare la stessa cosa!Non tutti i visitatori hanno gli stessi gusti, e questo lo sappiamo, in particolare nell’arte: dipende dalle proprie inclinazioni, conoscenze e dalla propria formazione, dall’età e dalle curiosità; certo è che proseguire di questo passo non porterà all’avvicinamento di un più vasto pubblico all’arte!
Se foste il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio vi desse carta bianca, quale sarebbe il vostro primo provvedimento?
Sinceramente? A costo di sembrarvi un po’ intransigenti, faremmo in modo che soltanto chi abbia conseguito una laurea in storia dell’arte, archeologia o materie affini, possa ottenere il brevetto da guida turistica. Troviamo fuori da ogni logica che i turisti, giusto per fare un esempio, abbiano come primo (e forse unico) punto di riferimento una persona che non è all’altezza del proprio compito. Fare la guida è un mestiere complesso e non può essere improvvisato! Anche il settore scolastico dovrebbe essere riformato: il nozionismo non funziona e non porta lontano. Certamente bisogna terminare le scuole dell’obbligo con un bagaglio di conoscenze importanti, ma ciò che conta è aver sviluppato un approccio critico e problematicizzante. La scuola deve dare gli strumenti per la formazione di un cittadino consapevole, non di un automa che ha mandato a memoria le regole di trigonometria o il Canzoniere di Petrarca!Sul fronte arte...è da rivedere forse la programmazione della famosa “Arte e Immagine”. I ragazzi arrivano spesso alle superiori senza aver mai visto un’opera di arte contemporanea e senza padroneggiare minimamente i materiali artistici. I bambini non hanno pregiudizi, quindi per formare una coscienza artistica negli adulti del futuro si dovrebbe iniziare già dalla materna e dalle elementari a far conoscere tipologie di arte “differenti” dai canoni medievali e rinascimentali che tanto si studiano a scuola!
Cosa proporreste di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia...
Noi di Zebrart lavoriamo molto con il contemporaneo, quindi ci troviamo spesso a far fronte a domande di bimbi e di genitori che ci chiedono “Ma questa è un’opera d’arte?” e proseguono “…Avrei potuto farla anche io”! A tutti quelli che in questo momento stanno pensando, ad esempio, a Duchamp o a Fontana nutrendo gli stessi dubbi, mi sento di consigliare un testo di Francesco Bonami, Lo potevo fare anche io. Si tratta di un saggio semplice che tratta l’arte contemporanea in modo simpatico, utile per un primo approccio alla materia e, perché no, per riderci su e per capire meglio! Abbiamo anche un consiglio sul versante cinematografico: Senza arte né parte di Giovanni Albanese, e allora si che l’arte, e in particolare il sistema dell’arte contemporanea, non avrà più segreti per voi.
Arriva il Diluvio Universale e avete la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali scegliereste?
Mmmm…siamo in tre, Noè, possiamo portare almeno un’opera a testa? Io, da parte mia, spero proprio che l’arca sia bella grande perché vorrei portare Guernica di Picasso. È un’opera che mi ha davvero colpita ed è forse il motivo perché sono qui oggi! Se non l’avessi vista a Madrid  esposta così bene e spiegata altrettanto probabilmente non avrei scelto la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali.Silvia Putano porterebbe La Danza di Matisse, l’ha vista da piccola ad una mostra a Roma. La grandezza di questo dipinto, i colori, e il movimento di quei corpi l’hanno rapita  immediatamente. All’epoca non poteva immaginare che avrebbe studiato storia dell’arte; quel dipinto le arrivò dritto al cuore, più di mille libri.Monica invece al liceo, quando non aveva ancora deciso cosa avrebbe studiato all'università, ricorda perfettamente di aver aperto il libro di storia dell'arte, di aver osservato alcune fotografie che riproducevano opere di Malevič e di essere rimasta basita. Ha pensato qualcosa di simile a: “Kazimir, cosa diavolo stai cercando di dirmi?”Ha studiato molto per quell'interrogazione, ha riflettuto e, alla fine, ha imparato una delle lezioni più importanti della sua vita: mai giudicare, soprattutto ciò che non si conosce!  
Con quale artista (anche non più tra noi!) vi sentireste di uscire a cena o a bere qualcosa? e perché?
Ce ne sono tanti! Ci piacerebbe andare a cena con Manzoni perché ci è sempre sembrato un artista geniale, e scommettiamo che anche nella conversazione era brillante; avremmo voluto conoscere Chagall per imparare da lui a guardare la realtà con gli occhi della fantasia; sederci in un bistrot con Modigliani e Soutine, due uomini così diversi, e ascoltare i loro discorsi rincorrersi e disperdersi in mezzo ai rumori della sala; last but not least, saremmo le persone più felici del mondo se potessimo andare a cena con Marina Abramovic, ammiriamo il suo coraggio, il suo consegnarsi nelle mani del pubblico, la fedeltà a se stessa.
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Voi cosa consigliereste di guardare (o ascoltare) al lettore di Artesplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato (ovviamente valgono anche le web-tv).
Quanti bambini o genitori ci sono in lettura su Artesplorando? Ma no tranquilli, il mio consiglio è per grandi e piccini! Avete mai visto la seria di cartoni animati L’arte con Matì e Dadà? Qualche tempo fa è andata in onda su Rai yoyo, e da pochi giorni ho scoperto, proprio su Twitter e grazie a uno sei temi trattati da #artbtweets, che è stata prodotta da un’azienda di Bologna e che su un canale Youtube sono ancora disponibili alcune puntate! È un modo semplice ed efficace di trasmettere conoscenze e di creare curiosità per l’arte, fin da bambini, e questo è fondamentale!
In un ipotetico processo alla storia dell'arte voi siete la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fate un'arringa finale in sua difesa.
Chiudete gli occhi, immaginate, per un attimo, di vivere una giornata in compagnia di un gruppo di uomini e di donne preistorici. Le forze della natura sono misteriose e spaventose; un banale raffreddore potrebbe uccidervi; gli uomini che escono all’alba per andare a caccia molto probabilmente non faranno mai ritorno. In un contesto simile, l’esigenza primaria è sopravvivere: ci si deve coprire per non sentire freddo, bisogna nutrirsi e risolvere un milione di piccoli, insormontabili ostacoli. Tuttavia, sappiamo che gli uomini e le donne del tempo disegnavano sulle pareti delle caverne. Anche prima dell’invenzione della scrittura, immaginate quante migliaia e migliaia di opere letterarie sono state composte e tramandate per via orale! Il bisogno di andare oltre ciò che si vede, di immaginare, di raccontare, è connaturato nell’uomo, fa parte di noi. L’arte risponde ad un’esigenza basilare: comunicare. Serve a ricordarci da dove veniamo, è espressione della propria creatività e questi, onestamente, non mi sembrano aspetti inutili. Per quanto riguarda l’inadeguatezza il discorso è complesso perché entrano in gioco fattori molto più grandi di noi come il mercato. Il problema principale è che ci si focalizza sulla punta dell’iceberg: l’arte contemporanea ci riguarda direttamente perché parla (anche) di noi. Quando ci troviamo al cospetto di un’opera che non conosciamo e che, al primo sguardo, ci sembra di non capire, è necessario attivare un meccanismo simile ad un monologo interiore: osserviamola attentamente e iniziamo a domandarci perché l’artista abbia usato proprio quel materiale, perché abbia scelto proprio quel soggetto; chiediamoci quando è nato, dove ha vissuto, cosa ha visto e, una volta trovate le risposte, rimarremo stupiti dalla quantità di cose che non pensavamo nemmeno di poter tirare fuori! L’arte, la vera arte, non è banale, ha un motivo: bisogna solo essere curiosi.
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più vi rappresenta!
Non potremmo scegliere altra citazione per farci rappresentare, se non quella che abbiamo scelto per #faccedabloggerAAFmilano. Per noi che lavoriamo con la didattica, fonte di studio e ispirazione non può che essere Bruno Munari, vi lascio, cari amici di Artesplorando con lui …"Conservare l'infanzia dentro di sé per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare" .
Grazie a tutte e tre per la disponibilità e ora tutti a vedere Zebrart, ovviamente!Alla prossima intervista ...
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