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Intervista di Carina Spurio a Davide Rondoni: un simpatizzante dello sguardo di fronte alla potenza del reale

Creato il 22 aprile 2015 da Alessiamocci

Per placare l’ansia che da secoli gli appartiene l’uomo deve costruirsi un’arte. Ha bisogno di scrivere per liberare un’angoscia, altre volte perché ne sente l’impulso: non può e non vuole credere che la vita, intensa e meravigliosa, sia anche dolore.

Se il poeta sia un genio o un folle, un fingitore o un incosciente non possiamo saperlo. Di certo, ha il coraggio di mettere in versi l’altro lato del sé, compreso di fascinazioni e di suggestioni personali. La poesia entra nella vita attraverso il poeta, diventa la vita stessa testimoniandola.  Il poeta di ieri aveva le mani vuote e diluiva i suoi tormenti affidandoli all’inchiostro. Il poeta di oggi ha ancora le mani vuote, preme sui tasti il suo disagio ma ha poco tempo per orientarsi dentro il flusso dei pensieri in cui le immagini si propongono reali e frenetiche, brillanti, sorprendentemente inedite, seppur scandite in ogni dettaglio.

Nella corsa del tempo il poeta cerca una tregua, mentre il suo sguardo si ridesta sui fotogrammi del quotidiano, estrapolato dalle scene autentiche di un sogno. Il percorso dei sensi è come un circuito in cui l’organo recettore percepisce lo stimolo e le fibre nervose lo proiettano al sistema nervoso centrale. Il concetto appena espresso dissolve tutta la magia del comunicare nascosta in periodi senza fiato, eppure, tra le avventure del pensiero un effluvio di voci inserite nei versi diventano sagome in movimento, ombre che respirano adagiate sul letto della memoria che scansiona con sembianze reali i ricordi.

Ieri come oggi il poeta lascia una traccia del suo esistere, si nasconde sotto il mantello del tempo per afferrare memorie significative e liberarle dalla potenza distruttrice dell’oblio. Si affanna, alla ricerca dell’attimo perduto e dell’istante ancora a venire nel presente. Cerca mondi lontani riflessi negli universi paralleli e ipotizza vite nuove tra quasar e meteore. Sotto il cielo resta comunque la terra che rotea con le sue sofferenze verso il futuro. In questo processo di cambiamento rapidissimo, tra i valori, i costumi e le credenze religiose vive il nuovo poeta. Il suo secolo è nevrotico ma egli continua a scrivere.

La sua tensione ancora non si può direzionare con la stessa velocità con cui ha sostituito la lettera di carta con il messaggio elettronico, nel quale il linguaggio poetico sedotto dalla sperimentazione e dal non senso subisce continue modificazioni. La parola nelle sue variazioni continua a riprodurre la realtà difendendo il legame tra il senso poetico e il suono. Il verso, oggi come ieri resiste, verità e significati non sono completamente compromessi anche in un mondo dominato dal caso e privo di senso. Senza entrare nel merito della storia e senza prendere in esame tutte le poetiche confido nell’io, nel suo ritrovarsi tra i molti modi di fare poesia, per riscoprire in maniera del tutto soggettiva la sua empatia con le cose ed il mondo.

Davide Rondoni è un poeta contemporaneo. Ha avuto come modelli di riferimento Mario Luzi e Giovanni Testori. In un’intervista li ringrazia per la pazienza che gli hanno dimostrato. Si definisce “un simpatizzante dello sguardo di fronte alla potenza del reale” e questi suoi versi lo confermano: «Pioggia anche la mattina / giù dai vetri larghi al supermarket, / acqua sentita per un istante, / una stretta nel cuore all’uscita / dalle porte a cellula di luce / e giù la testa, di corsa / fino all’entrata confusa nell’auto / tra l’odore dei vestiti bagnati / e la carezza gelida del cellophàn».  Con poche parole demolisce l’angoscia della routine quotidiana e tutto diventa magicamente semplice.

C.S.: Pensa che i poeti contemporanei abbiano “la forza degli ostinati” e scrivano per rincorrere un vapore che si dissolve presto prima che il tempo si addormenti?

Davide Rondoni: No o almeno non per tutti il tempo è solo perdita o assopimento, ma anche misteriosa crescita o fermento.

C.S.: I critici letterari affermano che non esiste più una vera critica della Poesia, spesso affidata agli stessi poeti, e che siano gli editori a stabilire le sorti della stessa…

Davide Rondoni: Mah un po’ è sempre stato così. Ma sono cose che ormai non mi appassionano. Dicano i critici piuttosto che una critica che non sia fondata sul proprio sangue, sul giocarsi del tutto l’ anima a chi interessa non può interessare nessuno.

C.S.: La Poesia non si vende. Il libro di Poesie, oggetto complicato, non raggiunge le vendite dei libri di narrativa, mentre il poeta procede per la sua strada cercando una sua verità tra il caos contemporaneo e l’impossibilità di conversazione …

Davide Rondoni: Occhio ai luoghi comuni. Ci sono libri di poesia che vendono più di un romanzo. E poi la vita della poesia non è solo editoriale. Se ascolti una poesia a un reading o alla radio fai esperienza intera della poesia anche senza libri. La poesia non è misurabile in termini editoriali. Poi certo lettori ed editori poeti possono far di più ma non bisogna fraintendere la natura della poesia.

Davide Rondoni. Nato nel 1964, a Forlì. Laurea in Letteratura italiana Università di Bologna, relatore Prof. Ezio Raimondi (110 lode).Dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e svolge attività di consulenza editoriale per alcune case editrici, tra cui Marietti, Guaraldi e Laterza. Per quest’ultima sta curando una collana di narratori contemporanei rivolta alla scuola media e un progetto di antologia di poesia del Novecento italiano. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia (La frontiera delle ginestre, 1985; O les invalides, 1988; A rialzare i capi pioventi, 1991; Nel tempo delle cose cieche, 1993). L’ultimo libro, Il bar del tempo, è uscito per Guanda nel gennaio ’99 e ha vinto i premi Montale, Camaiore, Metauro, S. Domenichino, Caput Gauri. Della sua poesia si sono occupati, fra gli altri, Mario Luzi, Franco Loi, Luca Doninelli, Stefano Crespi, Alberto Bertoni, Fulvio Panzeri, Bernard Simeone. È presente nell’Antologia “Nuovi poeti italiani contemporanei” di R. Galaverni e in una sezione dedicata alla poesia italiana su Poetry Review. In prosa, il romanzo breve “I santi scemi” (Guaraldi 1995) con anticipazione su Nuovi Argomenti, è stato finalista al premio Berto 1995 per l’opera prima. Un suo saggio sulla naturalezza della poesia è incluso sull’antologia della nuova critica letteraria italiana curata da Arnaldo Colasanti (Guaraldi).Ha pubblicato prose e versi su diverse riviste, settimanali e antologie. Ha tradotto da Rimbaud, Péguy, Dickinson e Baudelaire. Ha curato per Rizzoli il commento ad una edizione dei Cori da la Rocca di Eliot, un’edizione delle poesie di Ada Negri, delle lettere di E. Mounier e un’antologia di Charles Péguy e altri volumi per la collana di cui è curatore, “I libri dello spirito cristiano” diretta da Luigi Giussani. Ha fondato e dirige inoltre la rivista trimestrale di letteratura “clanDestino” (tra i collaboratori Luzi, Doninelli, Loi, Picca, Siciliano). È direttore editoriale di Nuova Compagnia Editrice, per cui ha curato, tra l’altro, “A casa dei poeti”, conversazioni con i poeti italiani e “Cantami qualcosa pari alla vita”, conversazione con Mario Luzi. Di recente ha curato un un’antologia di scritti d’amore di Giacomo Leopardi (Garzanti) libro-conversazione con Ezio Raimondi, (Guaraldi) una versione poetica dei Salmi (Marietti). Con Franco Loi ha in preparazione per Garzanti un’antologia della poesia italiana dagli anni ’70 a oggi.Presso la tv Sat 2000 conduce un programma di dibattito culturale. Da due anni cura il progetto promosso da Enel “Luce per la poesia” di grandi letture presso le Centrali elettriche italiane (tra le voci: Foà, Lombardi, Bucci, Bonaiuto, Arbore, Vanoni, Branduardi, Riondino, Alice, Sastri, Degli Esposti, Avogadro, Soffiantini, Jannacci). Ha pubblicato articoli accademici su diversi autori tra cui Pascoli, Leopardi, Luzi, Michelstaedter, e uno su “Passione per la realtà e senso religioso in Pasolini” (relazione tenuta in occasione del convegno “Letteratura e religione in Europa”, Nov. ’95, Univ. Cattolica di Milano).

Written by Carina Spurio


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