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Intervista di Irene Gianeselli al Maestro Claudio Simonetti: trent’anni di “Demoni” e quaranta di “Profondo Rosso”

Creato il 28 maggio 2015 da Alessiamocci

Figlio del grande Enrico Simonetti, Claudio Simonetti studia all’Accademia Santa Cecilia di Roma prima di intraprendere la lunga carriera e la collaborazione con Dario Argento che lo hanno consacrato come uno dei maggiori compositori di colonne sonore di film.

Claudio Simonetti ha poi avviato il suo lavoro di produttore: nel 1978 ha scritto per la band “Easy Going Claudio Simonetti & Dario Argento”. La fortunata collaborazione con Argento continua nel 1984 con la colonna sonora “Phenomena”, nel 1985 con “Demoni” e nel 1988 con “Opera”. Dopo anni di concerti in tutto il mondo con i Goblin nel 1991 registra il primo album “Simonetti Horror Project” che a solo poche settimane dalla sua uscita vende più di centoventimila copie. Nel 1999 ha fondato la band heavy metal “Demonia” con cui ha inciso e riarrangiato le sue opere.

Nel 2007 ha composto “Mater Lacrimarum” per il film “La madre delle lacrime”. Nel 2009 ha collaborato con la band heavy metal di Los Angeles “Rusy Eye”.

A trent’anni dall’uscita di “Demoni” e a quaranta da quella di “Profondo Rosso“ la Rustablade Records propone una riedizione delle due colonne sonore. Claudio Simonetti ci racconta del progetto.

I.G.: La ringrazio per la disponibilità. A trent’anni dalla prima uscita di “Demoni”, film diretto da Lamberto Bava e prodotto da Dario Argento, la Rustblade Records propone una versione definitiva della colonna sonora da lei firmata. Può parlarci del progetto e di come è nata la collaborazione con questa casa di produzione?

Claudio Simonetti: La Rustblade è una piccola etichetta che però ha una grande distribuzione estera: raggiunge America e Inghilterra mentre spesso in Italia non si raggiunge il mercato internazionale quando magari si lavora con grandi case di produzione che si impegnano con molti artisti. Il primo lavoro con la Rustblade è stato “Murder Collection” che raccoglieva le colonne sonore più famose scritte per i film di Dario Argento. Quello di Lamberto Bava è un film cult in tutto il mondo, è del 1985 ma è sempre attuale. Lo scorso febbraio siamo stati a Miami proprio con Lamberto Bava, Sergio Stivaletti (che si occupò degli effetti speciali del film) e con i protagonisti Natasha Hovey e Urbano Barberini e abbiamo riscontrato un grande interesse da parte del pubblico. Per “Demoni” abbiamo anche previsto una edizione in vinile.

I.G.: Il vinile è, per certi versi, legato al suo percorso di musicista – basta ricordare i 45 giri di “Profondo Rosso” e “Suspiria” – : recuperare il vinile è forse un modo per tornare indietro nel tempo cercando di ricreare un prodotto che, anche se accessibile a tutti, non sia solo scaricabile dal web?

Claudio Simonetti: Il digitale ha cambiato molto il modo di ascoltare la musica, senza dubbio. Prima con i CD, poi Internet ha prevaricato in assoluto. Anche perché il CD non è come un album immediatamente scaricabile, considerando che oggi per leggere quello che viene scritto negli inserti di accompagnamento dei CD ci vuole la lente di ingrandimento. Le edizioni speciali sono interessanti per questo, nel box di “Demoni” sono presenti due CD e dei gadgets, però è possibile scegliere anche il vinile. Chiaramente il vinile è per i collezionisti, magari non puoi sentirlo se non hai i giusti supporti, però è bello averlo. Io stesso ho ricreato a casa mia il mio vecchio impianto per ascoltare i vinili e ne ho una vasta collezione e, del resto, continuo a comprare più volentieri il vinile quando ci sono delle nuove uscite.

I.G.: L’edizione box è arricchita con i brani della colonna sonora reinterpretati da artisti del panorama electro-alternative internazionale quali i Leaether Strip, Cervello Elettronico, OGHR, The Devil & The Universe e Bahntier. Sicuramente avrà ascoltato le nuove versioni, cosa ne pensa?

Claudio Simonetti: Sono tutti adattamenti molto validi, ce ne sono un paio in particolare che preferisco perché si avvicinano maggiormente alle mie sonorità, ma in generale lo considero davvero un buon lavoro. Ho anche voluto aggiungere una mia versione di Demoni lounge (Demon’s Lounge), ho completamente modificato l’arrangiamento ed è stato molto divertente creare questa versione easy listening perché l’ho trovata vicina al mio lavoro degli anni ’80 in cui sono stato un vero pioniere della musica per  discoteca, per il rock e per il dance da pista italiano. La colonna sonora la pensai per questo molto tecno, con tastiere sintetizzate, e di fatto “Demoni” si ballava nelle discoteche.

I.G.: Nel box di “Demoni” sarà anche presente la versione live della colonna sonora. Può raccontarci dell’incontro con il pubblico, delle sue aspettative e dei riscontri che ha avuto in Italia e all’estero?

Claudio Simonetti: Demoni l’ho presentata moltissimo nel ’90 con il Rock Project e poi nel ’93, molte anche le versioni con i Demonia con cui suonavo fino a quattro anni fa. Durante i live di solito si manda il video del film, in concerto ha un grande seguito questo momento in cui la musica si muove con le immagini sullo schermo. Anche per Profondo Rosso e Suspiria il pubblico è sempre molto partecipe.

I.G.: Può parlarci del progetto in occasione del quarantesimo anniversario dall’uscita di “Profondo Rosso” sempre con la Rustblade Records?

Claudio Simonetti: L’occasione sono appunto i quarant’anni dall’uscita del film di Dario Argento. Nel 1984 suonavo con i Goblin e i nostri editori erano i Rimbox Records. Carlo Bixio propose a Dario Argento, che in realtà aveva chiesto di contattare i Deep Purple e i Pink Floyd per la colonna sonora del suo film,  di venire in studio da noi. Fu un inizio fortunato: io che ero il più grande nel gruppo avevo appena ventidue anni.

I.G.: In “Profondo rosso” la nenia che l’assassino ascolta ossessivamente prima di compiere i suoi efferati delitti potrebbe essere una suggestione di quella canzoncina che precede l’entrata in scena del fantasma di Melissa in “Operazione Paura” di Mario Bava?

Claudio Simonetti: Non ho mai visto questo film. Però, ad onore del vero, i Goblin sono entrati nel lavoro sulla colonna sonora dopo Gaslini che aveva già iniziato a lavorare con l’orchestra e la nenia era già stata scritta, noi dovevamo eseguire le sue musiche già pronte poi però la collaborazione crebbe e ampliammo la colonna sonora.

I.G.: Può raccontarci del primo incontro con Dario Argento e del vostro approccio in primis al film e di conseguenza alla colonna sonora da completare e ampliare?

Claudio Simonetti: Innanzitutto il film era già finito. Poi Dario ci fece sentire qualche disco per farci capire cosa aveva pensato, dopodiché abbiamo lavorato separatamente. Con le musiche pronte lavorammo insieme al montatore e Dario scelse i temi che ritenne più adeguati. All’epoca era molto diverso rispetto ad oggi, non c’era il computer e la sincronizzazione era molto più “manuale” bisognava suonare proprio sul film in studio. Fu un bel periodo.

I.G.: Sempre su “Profondo Rosso”: è molto affascinante la presenza dell’organo. Lei ha studiato al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e sicuramente avrà incontrato sui tasti del pianoforte Johann Sebastian Bach: è da questo incontro che ha in qualche modo tratto l’ispirazione per un suono tagliente e allo stesso tempo maestoso, pieno?

Claudio Simonetti: Abbiamo registrato quei brani all’Orto Sonic, oggi lo Studio Forum nei pressi di Piazza Euclide a Roma. Era l’unico studio che possedesse un impianto collegato ad un organo con quindicimila canne. In tutta la mia musica Bach è sempre presente. Nel ’97 il Classic Rock è stato un stile molto in voga, c’era la Toccata e Fuga completamente riarrangiata, c’era l’Aria sulla Quarta Corda e tanto altro. I miei studi classici mi hanno sicuramente influenzato, il sound di molti miei brani tiene conto della musica sinfonica. Profondo Rosso si può suonare con un’orchestra, ma tutto il Rock – dagli anni ’70 in poi – contiene echi classiche.

I.G.: Capita spesso di chiedersi, quando sullo schermo si agitano volti insanguinati, corpi mutilati e assassini che inseguono ossessivamente vittime che sembrano cadere nelle nevrosi più angoscianti, come si compone una colonna sonora per un film horror. Il genere horror ha un forte impatto visivo, ed allora, come si può riuscire a creare una musica che non solo si adatti alle immagini, ma sia altrettanto potente nello sviluppare il senso di ansia e terrore?

Claudio Simonetti: Banalmente è evidente che la paura faccia parte dell’essere umano, l’horror esorcizza molto e per questo credo sia un genere “evergreen”. Per scrivere una musica adatta all’horror in realtà non esiste un cliché: per “Opera”, sempre di Dario Argento, ho scritto e scelto brani molto “classici” e delicati, c’è la voce di un soprano e così anche in “Phenomena”, questa delicatezza contrasta con la scena e per questo funziona. Anche la nenia di Profondo Rosso, se ci pensi, ha la stessa funzione: la musica infantile si scontra con la violenza della scena. Poi Hermann fece un vero capolavoro per “Psycho” di Hitchcock e in quel caso la musica evoca, prima di una qualsiasi scena del film, il film stesso: i colpi dell’assassino sulla vittima nella doccia corrispondono ai picchi della musica, semplicemente geniale.

I.G.: Un altro aspetto che vorrei sia lei a commentare è questo: spesso capita che nei programmi d’inchiesta o in qualche modo legati al senso di morte, vengano impiegate le sue colonne sonore, come se le note stridenti ed incisive di “Profondo Rosso” – un esempio su tutti – abbiano a che fare con la violenza che dilaga nella vita reale.

Claudio Siomonetti: Sì, telegiornali, ma anche programmi di intrattenimento come “Affari Tuoi” quando conduceva Max Giusti hanno usato le musiche horror. Da un certo punto di vista dico: meno male che è così. Significa che la musica è rimasta. Questo succede anche con Fantastico di Guerre Stellari, per esempio, e può solo significare che ogni film che ha lasciato il segno è sempre utile quando si deve affrontare un evento presente. Quello che non mi piace affatto è avere scoperto che dei giovani – parlo del caso della strage del Circeo – quando dovevano nascondere i corpi delle ragazze che avevano assassinato dissero di avere ascoltato Profondo Rosso, dissero che quella musica li aveva aiutati. Questo non mi piace per niente: la violenza lasciamola nei film, nella finzione.

I.G.: Cosa pensa delle colonne sonore degli horror prodotte negli ultimi anni?

Claudio Simonetti: Onestamente qualche cosa di interessante c’è, ma bisogna ammettere che la musica hollywoodiana è diventata molto “standard”, non ci sono più davvero né un tema, né una musica di cui andrei a comprare un disco. Adesso ci si basa molto sull’effetto, ma un po’ per tutti i film, musicalmente c’è poco da guardare. Forse l’ultima colonna sonora davvero di successo è di diciotto anni fa ed è “My heart will go on” di Titanic.

I.G.: Cosa la “spaventa” di più nel panorama musicale di oggi?

Claudio Simonetti: La carenza di idee. Adesso ci sono tutti questi programmi “X-Factor”, “Amici” che tirano fuori solo personaggi che non hanno molto, quando non hanno proprio nulla, da dire. La cosa che mi spaventa è che giovani di venti anni vengano ad ascoltare le musiche dei Goblin cercando nel “vecchio” ciò che è innovativo. Certamente mi fa davvero molto piacere, però mi costringe a notare la carenza di idee. Non credo sia una colpa generazionale, credo che effettivamente essere innovativi sia impossibile, ormai si è scritto tutto quello che si poteva scrivere, pensa a Bach! Però nel campo dell’elettronica e del dance si sta facendo tutti un bel lavoro. Nel rock e nel pop, invece, sento sempre la stessa musica. Un po’ come a Sanremo, mi sembra si sia un po’ perso il senso del Festival: ci si ricorda delle canzoni di quest’anno, ma quelle che hanno vinto negli ultimi cinque anni fatichiamo anche solo a fischiettarle.

I.G.: Vorrebbe anticiparci qualche progetto futuro?

Claudio Simonetti: A fine 2016 credo proprio si parlerà del nuovo film di Dario Argento “The Sandman” per cui scriverò la colonna sonora. Il 9 luglio con i Goblin – Claudio Simonetti’s siamo in concerto a Roma all’Eutropia Festival in prima assoluta in Italia con “Suspiria”, poi il 23 e il 29 luglio a La Spezia con “Profondo Rosso”.

Written by Irene Gianeselli


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