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Intervista di Pietro De Bonis a Maurizio Roccato, autore del libro “Un delitto senza colpevoli – L’antropologia di Cesare Lombroso tra crimine, genio, arte e follia”.

Creato il 20 maggio 2015 da Rassegna Dei Libri @rassegnalibri

Intervista di Pietro De Bonis a Maurizio Roccato, autore del libro “Un delitto senza colpevoli – L’antropologia di Cesare Lombroso tra crimine, genio, arte e follia”.Maurizio Roccato ha quarantuno anni e vive con moglie, figlio e tre gatti, a Vercelli.
Nel tempo libero scrive, in quello non libero lavora come impiegato presso una società che opera nel settore della cardiochirurgia. Ha conseguito la laurea in lettere presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi in antropologia criminale, ne consegue nel 2010 il romanzo thriller/noir “Solo il caso” (Arduino Sacco Editore),nel 2012 il racconto dal titolo “Ultime note” e il racconto “18 buche sul golgota con la Giulio Perrone Editore. Nel 2013 il romanzo thriller “Passione sepolta” vince il concorso letterario nazionale IoScrittore indetto dal Gruppo Editoriale MauriSpagnol, e nel 2015 pubblica il saggio “Un delitto senza colpevoli – L’antropologia di Cesare Lombroso tra crimine, genio, arte e follia” (Edizioni della goccia), di cui oggi vi parleremo.
Il libro: Sul finire dell’Ottocento Cesare Lombroso, padre riconosciuto dell’antropologia criminale, sosteneva che i delitti più orrendi hanno un punto di partenza in quegli istinti animaleschi insiti nella fisiologia di ogni essere umano,proponendo una teoria secondo la quale ognuno può nascere con una potenziale predisposizione alla violenza e alla criminalità. Allo stesso modo, anche il genio e l’attitudine alla creatività artistica, che spesso degenerano nella follia, potevano essere influenzati da fattori organici.
Intervista di Pietro De Bonis a Maurizio Roccato, autore del libro “Un delitto senza colpevoli – L’antropologia di Cesare Lombroso tra crimine, genio, arte e follia”.Maurizio Roccato si è reso molto disponibile a rispondere ad alcune mie domande.
Pietro De Bonis:Ciao Maurizio!“Un delitto senza colpevoli”, Edizioni della goccia, ciò che ci proponi. La prima considerazione che ti viene da fare esso?
Maurizio RoccatoCiao Pietro, e grazie per l’invito. Di primo acchito mi sento di riassumere “Un delitto senza colpevoli” con due aggettivi: innovativo e originale. È stato un parto complesso ma ben riuscito, complicato un po’ dalla necessità di spiegare con un linguaggio accessibile a tutti le teorie di Cesare Lombroso e dal doverle riconsiderare alla luce delle moderne scoperte scientifiche che, almeno in parte, sembrano confermare quanto da lui ipotizzato nell’Ottocento. È un’opera di rivalutazione dei suoi studi che, a quanto mi risulti, è la prima volta che viene tentata.
Pietro De Bonis:“Un delitto senza colpevoli” non solo analizza la vita e gli errori di Cesare Lombroso, padre dell’antropologia criminale, ma estende l’aspettoprettamente medico-criminale di quegli studi ad altri ambiti chesono stati coinvolti dalla ricerca scientifica dell’epoca. Dico bene?
Maurizio RoccatoDici bene. Questo libro ha due finalità principali. La prima è ricordare gli errori -alcuni anche clamorosi- in cui è scivolato Lombroso, senza però scadere nelle critiche sterili e ripetitive che accomunano le opere precedenti sull’argomento, ma valutando i suoi fallimenti tenendo conto dei limiti oggettivi della cultura scientifica dell’epoca.La seconda è dimostrare come la scuola lombrosiana non abbia circoscritto le proprie ricerche alla medicina e all’antropologia ma abbia abbracciato, anche grazie all’attività di alcuni stretti collaboratori di Lombroso, i campi della psichiatria, della psicologia e dell’espressività artistica. È grazie a questi interventi se è stato possibile, ad esempio, salvare dalla dispersione un prezioso patrimonio di oggetti nati nella tristezza delle carceri o nella solitudine dei manicomi e darne una nuova lettura, trasformandoli da semplici manufatti psicopatologici a opere che le moderne avanguardie artistiche oggi valorizzano ed espongono in tutto il mondo.
Pietro De Bonis: “I crimini più orrendi, più disumani, hanno pure un punto di partenza fisiologico in quegli istinti animaleschi di cui l’infanzia è una pallida eco, che pullulano poi ad un tratto sotto l’influsso di date circostanze”, con queste parole Cesare Lombroso sosteneva che ognuno può nascere con una eventuale predisposizione alla violenza e all’aggressività.Siamo quindi tutti potenziali criminali, Maurizio?
Maurizio RoccatoDiciamo che la possibilità esiste, in gran parte dipende dalla conformazione del nostro cervello. Le sue attività sono tuttora poco conosciute, ma nonostante il 90% del suo funzionamento rimanga un mistero, sembra certo che alcuni istinti siano prodotti da cause organiche legate alla sua struttura. “Un delitto senza colpevoli”, senza pretese di esaustività ed evitando complicati approfondimenti tecnici, riporta quanto scoperto dagli ultimi studi clinici in proposito, che, contrariamente a quanto si è sempre sostenuto, stanno dimostrando come la violenza e l’aggressività non siano esclusivamente dipendenti da fattori psicologici e caratteriali del soggetto.
Pietro De Bonis: Il testo ricorda anche come grazie alla scuola lombrosiana si sia strutturata la criminologia moderna, siano migliorate le tecnologie applicate alle indagini e al trattamento di carcerati e malati psichici e si siano potute capire meglio le dinamiche che regolano il cervello e il comportamento sia dei soggetti violenti sia di quelli psichiatrici e autistici. E proprio su questo aspetto punta l’attenzione la tua opera?
Maurizio RoccatoAnche. A Lombroso va indubbiamente riconosciuto il merito di essere stato il primo ad affrontare la materia criminale in modo scientifico; è infatti grazie alla sua scuola se sono stati introdotti il rilevamento delle impronte digitali, l’analisi psicologica dei delinquenti, la loro schedatura fotografica, il supporto della medicina legale in fase investigativa. Ma Lombroso è stato un innovatore anche in altri ambiti, sempre attento ai problemi di carattere sanitario e sociale: ha migliorato la vita dei reclusi all’interno delle carceri e degli istituti psichiatrici cercando di procurare condizioni di vita migliori con trattamenti terapeutici per l’epoca innovativi, ha studiato malattie mortali come la pellagra tentando di fermarne l’epidemia e sperimentando anche su se stesso i fattori tossici del mais guasto, arrivando addirittura a intuire l’esistenza degli antibiotici molti anni prima della loro scoperta ufficiale. “Un delitto senza colpevoli” mette in evidenza questi e molti altri aspetti, dimostrando la complessità di un uomo che viene spesso ricordato più per gli errori che per i meriti.
Pietro De Bonis: “Un delitto senza colpevoli” si avvale della prefazione del prof. Melchiorre Masali, antropologo, e dell’introduzione del dott. Maurizio Coronato, criminologo. Come nascono queste collaborazioni?
Maurizio Roccatosono due professionisti di grande levatura e valore umano, con una competenza notevole nelle rispettive materie. Devo ringraziare MelchiorreMasali, che tra l’altro è stato mio relatore ai tempi dell’università, per avermi appassionato all’antropologia e avermi fatto conoscere il fascino di questa materia. Maurizio Coronato ha offerto la sua consulenza per le mie precedenti pubblicazioni, dandomi importanti informazioni per le descrizioni delle scene del delitto e gli aspetti psicologici e investigativi che hanno reso più realistiche le trame e i personaggi dei miei romanzi. Entrambi hanno avuto la gentilezza e la disponibilità disinteressata di leggere la mia opera, fornendomi anche preziosi suggerimenti per approfondire alcune ricerche.
Pietro De BonisStai lavorando a nuovi testi, Maurizio?
Maurizio RoccatoHo fatto un’incursione nella saggistica interrompendo la stesura del mio terzo romanzo giallo, che per idea, trama e ambientazione trovo più avvincente dei precedenti. Spero di poter condividere presto con il pubblico questa nuova storia, che rievoca il mistero del naufragio di una nave da guerra e di un faro abbandonato in mezzo all’Oceano Atlantico, e lascia davvero con il fiato sospeso fino alla fine.
Pietro De BonisChe dicono i lettori di “Un delitto senza colpevoli”?
Maurizio RoccatoNon ho ancora ricevuto molti riscontri visto che da poco è uscito nelle librerie. Ciò che al momento mi fa più piacere è constatare che sia apprezzato tanto dagli addetti ai lavori, che lo trovano originale e approfondito, quanto dai normali lettori, interessati a conoscere particolari inediti sulla storia della scienza e sulla vita di uno degli intellettuali più importanti del nostro Paese.
Pietro De BonisGrazie Maurizio per questa intervista. Ci sono in vista presentazioni del tuo saggio edito da Edizioni della goccia? Vuoi darci appuntamento?
Maurizio Roccatol’ho presentato ufficialmente nella mia città, a Vercelli, il 23 maggio scorso, ma seguiranno altri appuntamenti che sono in via di definizione. Sicuramente sarò a Casale Monferrato, dove ha sede la “Edizioni della goccia” (www.edizionidellagoccia.it) che ha pubblicato il libro e che colgo l’occasione per ringraziare, e successivamente andrò all’Università degli Studi di Torino. Pubblicherò le date dei prossimi incontri sul mio profilo Facebook, che invito a consultare per rimanere aggiornati a riguardo.
pietrodebonis.com
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