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Intervista esclusiva a Miguel Angel Leal sul film di Almodóvar

Creato il 26 marzo 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Intervista esclusiva a Miguel Angel sul film di Almodovar

Intervista esclusiva a Miguel Angel Leal sul film di Almodóvar

A chiusura del lungo speciale dedicato a Pedro Almodóvar, pubblichiamo l’intervista fatta a Miguel Angel Leal direttore creativo della Cristian Lay.

1) Los amantes pasajeros prometteva risate dall’inizio alla fine. E’ stata davvero così piacevole la sua visione?
Molto gradevole, è divertente. Si alterna uno humor molto sarcastico, uno humor più grossolano, ad uno humor a volte più sottile. Ma sono garantite le risate.

2) Cosa pensa del ritorno alla commedia di Pedro Almodovar? E’ sintomo del fatto che la società ha bisogno di positività?
Credo che in molti angoli del mondo (inclusi Spagna e Italia) ci sia una situazione molto difficile. Non è necessario, infatti, tenerlo a mente perché ad ogni ora ed in qualsiasi momento, ce lo stanno ricordando. Dobbiamo cambiare il “chip”, e Almodovar se n’è reso conto!

3) Quale è il messaggio che trapela dal film, secondo lei?
Beh, alla fine la vita è un viaggio, ed il risultato di questo viaggio non dipende sempre da noi. Ciò che ci ritroviamo nelle mani per avere una vita migliore, occorre farlo!! Ciò che ci accade, è meglio prenderlo con humor (il risultato sarà lo stesso, quindi meglio star bene). Ricordo sempre un proverbio arabo che recita: “Se hai la soluzione, perché ti preoccupi. Se non hai la soluzione, perché ti preoccupi”.

4) Miguel Angel, nell’ultimo film di Almodovar la parola occupa un ruolo fondamentale. I protagonisti si ritrovano chiusi in un aereo, uno spazio ristretto in cui saranno costretti a parlare l’un con l’altro, pur non conoscendosi. Voi di Cristian Lay cosa avete pensato guardando il film e in particolare alle dinamiche emotive innescate dalla parola presentate da esso? Vi siete mai trovati in situazioni estreme assimilabili ad essa?
Così dovrebbe essere sempre, l’essere umano è un essere “sociale” e ogniqualvolta ci si allontana da questo concetto, si diventa infelici. La nostra Azienda è caratterizzata da un trattamento e contatto umano, è caratterizzata dalla comunicazione continua; e la nostra principale caratteristica è quella di essere un’azienda di moda umana e vicina.

5) Quanto è importante nella vostra politica aziendale la comunicazione interna tra i dipendenti?
In Azienda è la “pietra miliare” su cui tutto si sostiene. Siamo più di 200.000 persone nel mondo, senza comunicazione, questa Azienda non potrebbe vivere.

6) Secondo lei e le sue esperienze, i successi di un’azienda si ottengono più attraverso lo scontro tra opinioni diverse o cercando di venirsi incontro l’un con l’altro evitando accese discussioni?
Credo che debba essere un mix di entrambe le cose. E’ necessario discutere molto, la gente deve sentirsi libera di esporre le proprie idee, sempre con rispetto e sempre tenendo ben presente il bene comune. Discussioni costruttive, mai distruttive.

7) Nella Vendita Diretta la comunicazione verbale è fondamentale. Per voi di Cristian Lay è più importante convincere il cliente all’acquisto con presentazioni persuasive o con dimostrazioni concrete della qualità del prodotto, ascoltando i dubbi e le critiche del cliente?
Secondo me anche qui dobbiamo tenere presente entrambe le cose. Da una parte la strategia “push” cioè dare dimostrazione di ciò che rende unici i nostri prodotti (produzione, qualità, design…), dall’altra, dobbiamo essere sempre attenti e aperti a tutto ciò che le persone ti commentano.

8) In Los amantes pasajeros il clima che si respira tra i passeggeri non è di certo sereno, quanto secondo lei conta invece una semplice e pacata comunicazione interna in una Rete Vendita e quanto può aiutare nel raggiungimento di un obiettivo?
La comunicazione agitata e sopra le righe è efficace nel il cinema o in teatro, in nessun’altro luogo. La comunicazione deve essere chiara e semplice sempre. Non dobbiamo dimenticarci che noi nel trasferire un messaggio, vogliamo trasmettere un concetto, non dare dimostrazione che sappiamo tutto. Non un disegno o parola in più del necessario.

di Antonio Valerio Spera


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