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Intervista gastronomica a Vladimiro Bottone

Da Anginapectoris @anginapectoris

Vladimiro Bottone, napoletano, classe 1957 emigrato a Torino dove collabora con diversi periodici e giornali.
Tra i suoi romanzi, ricordiamo "L'ospite della vita" selezionato nel 2000 per il Premio Strega.
"Vicarìa" è il suo ultimo lavoro, ambientato in una Napoli del 1840, personaggio principale dell'opera il giovane ispettore di primo rango Gioacchino Fiorilli, ha da poco preso servizio a Vicarìa, uno dei quartieri più malfamati della città, e ancora non ha idea della corruzione che vi regna. Molti sono i personaggi che si alternano sulla scena, tra i più significativi,

Emma insegnante di musica al Reclusorio.
Un'opera ben scritta, in una ambientazione storica, dove s'intrecciano anche mistero e sentimento, familiare all'autore, e mi fa piacere segnalare uno dei suoi primissimi romanzi dal titolo "Rebis" edito da Avagliano, incentrato sul Principe Raimondo di Sangro, affascinante protagonista di misteriosi esperimenti alchemici, la cui figura non cessa di appassionare scrittori, studiosi ed artisti.

Quando acquistai Rebis, non avevo letto alcuna recensione ma, leggendo la quarta di copertina, e ammirando la bella foto di Vladimiro esternai ad alta voce innanzi al libraio un bel "Apperò" che uomo fascinoso ed interessante, e devo dire che non mi sbagliavo, vista divertente intervista che mi ha rilasciato, già da questa estate, e che pubblico, mea culpa, solamente ora, con mio grande rammarico, per il tempo che gli ho fatto perdere nel rispondere al mio questionario gastronomico, ma prima o dopo è sempre piacevole raccontare le abitudini alimentari dei miei amici, che non sono solo scrittori, soprattutto se il palato è di quelli più raffinati.

Vladimiro, nella bella stagione viene spesso a Sorrento, e quest'anno per problemi miei, non siamo riusciti ad incontrarci, ma spero che prima o poi succedera'.

Angie: - Meglio carne o pesce?
Pesce tutta la vita e, se possibile, anche dopo.

Angie: - E quello che ti piace mangiare?

Vladimiro: - La cozza e il corpo femminile sono le due vere, convincenti prove ontologiche dell'esistenza di Dio.

Angie: - Come ti definiresti a tavola?
Vladimiro: - Un perenne pentito degli stravizi che non arriva mai a convertirsi alle insalatone. Guardo a Savonarola, ma mi comporto come Lorenzo de' Medici (chi vuol essere lieto sia ecc.)
Angie: - La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Vladimiro: - La colazione ideale è quella degli hotel dov'è prevista a buffet. Buffet è sinonimo di onnipotenza, superamento dei limiti, queste cose qui...

Angie: - La cucina e' fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno in particolare che preferisci ed uno che non ti piace proprio?

Vladimiro: - Menta e basilico, Napoli e mia madre. Non ho un odore che mi disturbi, invece tranne quello che predomina negli autobus all'uscita dei sedicenni dalle scuole. E' ferino, bisogna ammetterlo.

Angie: - La parola che dici piu' spesso?
Vladimiro: - Te la riferisco in latino, così non mi vergogno troppo. ! Normalmente però - alla guida, per esempio - uso il più usuale corrispettivo italiano.

Angie: - Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?

Vladimiro: - Cucina e sensualità mi sembrano le due facce della stessa moneta. Non per nulla tutto inizia a tavola. Se la tua commensale sgranocchia gambi di sedano bisogna fingere un malessere e pagare il conto.

Angie: - Una "fantasia erotico gastronomica"?
Vladimiro: - Ho degli incubi sessuo-gastronomici. Sono nudo alla visita di leva ed un medico militare mi insegue brandendo un cetriolo. Non so razionalizzare il perché, ma ho perfettamente chiaro che devo correre, correre...

Angie: - La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?
Vladimiro: - Con il giusto quantitativo di zuccheri nel sangue e al cervello. Conditio sine qua non.

Angie: - Che fai dopo cena?
Vladimiro: - Immagino. Scateno la fantasia. Poi mi ritrovo a letto che dormo, è inspiegabile.
Angie: - L'ultimo libro che hai letto?

Vladimiro: - Sono arrivato alla mia età senza aver mai letto "I miserabili", di V. Hugo. Sto colmando la lacuna, con una certa vergogna per il ritardo.

Angie: - Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Vladimiro: - L'Italia è un paese policentrico. Della Francia si dice: "Paris et le desert francais". Dell'Italia non si potrebbe mai dire. Siamo una nazione composta da centinaia di piccole patrie. Un limite, ma anche un'estrema ricchezza.

Angie: - A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Vladimiro: - Ho finito il seguito di "Vicarìa", uscito per Rizzoli qualche mese fa. Per il sequel dovrei trovare un editore. Preferirei somministrarmi un clistere di olio bollente, giusto per capirci.

Angie: - Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?

Vladimiro: - Una pasta di mandorle (se con la luna giusta).

Angie: - Quale personaggio del tuo libro potrebbe essere "la mela proibita"?
Vladimiro: - Il tentatore di "Vicarìa" è un uomo. Molto pericoloso, del tutto amorale come il nocciolo di moltissime tentazioni.

Angie: - Prova a descrivere il tuo romanzo - o parti di esso - con metafore culinarie, tipo "nutrimento dell'anima".
Vladimiro: - Un piatto con una serie di retrogusti che si definiscono alcuni nell'atto stesso di mangiare, altri un po' prima di alzarsi da tavola. Qualche commensale chiede il bis.

Angie: - quale attore sceglieresti per ricoprire il ruolo del protagonista del tuo libro? E qualcuno dei "secondari"?

Vladimiro: - Il candidato per il cattivo di "Vicarìa", De Consoli, sarebbe stato senz'altro John Malkovic una quindicina di anni fa. Stesso discorso per Emma e la Nicole Kidman di "Ritratto di signora". Un personaggio non protagonista ma tutt'altro che secondario in "Vicarìa", Pennariello, l'ho invece ricalcato sulla straordinaria faccia cinematografica di Antonio Pennarella.


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