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[Intervista] Il mondo sopra di Michel Franzoso

Creato il 02 aprile 2014 da Queenseptienna @queenseptienna

Il mondo sopraTitolo: Il mondo sopra
Autore: Michel Franzoso
Editore: I Sognatori
Anno:
2014
ISBN:
9788895068329
Lingua: italiana
Numero pagine:
226
Prezzo:
€ 13,90
Genere:
Fantascienza

ContenutoRomanzo che mischia in dosi uguali fantascienza e avventura. Ambientato in un’epoca imprecisata, vede per protagonista una ragazza di nome Meela. Meela ha quattordici anni, due genitori spesso assenti (ricoprono cariche governative di un certo rilievo) e passa gran parte del suo tempo chattando o ascoltando le lezioni del suo insegnante-robot (il fedele e un po’ rompiscatole Cyman), al cui controllo tenta spesso di sfuggire. Meela infatti ha poca voglia di studiare e tanta voglia di vedere il mondo, conoscere nuova gente, compiere nuove esperienze. Di tanto in tanto alza lo sguardo e osserva il cielo plumbeo, ma non immagina lontanamente cosa nasconde, né la straordinaria avventura che l’attende al di là di quella coltre di nuvole…

Consigliato a chi chi ama la fantascienza d’intrattenimento, i romanzi d’avventura, le splendide storie dei games targati Square Enix, la SF cinematografica maggiormente improntata all’azione e al divertimento, le storie con sottotesti edificanti, i libri che le persone adulte regalano ai propri figli però poi iniziano a leggerli anche loro e non la smettono più.

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L’autore è con noi e ha accettato di rispondere a qualche domanda.

1. Nel romanzo si descrive un’interessante interazione tra macchina (Cyman) ed essere umano (Meela). Ciascuno addirittura impara dall’altro, si instaura una reciproca empatia. Cosa sarebbe cambiato, per Meela, interagire con un insegnante umano?

Il tema principale di questo romanzo è, nonostante le apparenze che una breve sinossi può dare, l’amicizia. Un’amicizia che supera ogni barriera, addirittura quella che divide un essere umano da un oggetto pensante. Ed è questa apertura verso gli altri e verso l’universo che la circonda a caratterizzare fortemente Meela; senza Cyman al suo fianco difficilmente avrebbe avuto la possibilità di comprendere così profondamente il valore di un sentimento rivolto a ciò che, senza rispetto, viene definito “diverso”.

2. In seguito Meela viene affiancata da Khara Keilight. Un po’ tata, confidente e amica, di fatto  un soldato addestrato a obbedire agli ordini impartiti senza discutere. Alla lunga non sembra molto diversa da Cyman. Tra Cyman e Khara vi è di fatto una sovrapposizione di ruoli: fino a che punto?

Il primo è una macchina, l’altra una donna: ecco dove finisce la sovrapposizione. Khara è chiamata a dare a Meela ciò che sulla carta Cyman non può offrire: calore umano. In realtà poi l’evolversi della vicenda riserva a entrambi ruoli diversi e in parte inaspettati.

3. Cyman a un certo punto dice: “Io sono una macchina che ha come unico scopo quello di insegnare e servire, non posso dare a sua figlia [Meela] ciò di cui in questo momento ha bisogno: affetto e calore umano”. La frase implica, più che una impossibilità oggettiva, una forma di autodisciplina, un’auto-imposizione. Sei d’accordo?

Questa domanda mi fa molto piacere, perché da essa capisco come l’evoluzione di Cyman rimanga impressa nel lettore. Tu parli di autodisciplina come si parlerebbe per una persona, dimenticando quasi che Cyman è una macchina, programmata specificatamente per essere tale. Eppure all’inizio del romanzo il robot è esattamente questo, una macchina fedele al suo ruolo e, sebbene la strada sia già stata imboccata, Cyman è ancora lontano da quell’autoconsapevolezza a cui lo porterà l’avventura raccontata nel romanzo.

4. Cos’è esattamente il Mondo Sopra?

La domanda è complessa e si apre a diverse interpretazioni, quindi l’unica risposta che posso dare è questa: il Mondo Sopra è un’illusione.

5. Nel romanzo trapelano distinzioni, divisioni in orizzontale (le fazioni in guerra a Dinone, il Mondo Sotto) e in verticale (i mondi separati da una coltre di nubi). Hanno ragion d’essere queste contrapposizioni? La copertina lascerebbe intendere che le due città (Aureralya quella di sopra, Dinone quella di sotto) si somiglino più di quanto si possa pensare. Cos’hanno realmente di diverso?

Ti rispondo con le parole del libro: “Dinone era una città: cemento, vetro, acciaio e fumi venefici. Aureralya era un mondo: nuvole, spazio, colore, aria. Prigione.” Tra le due città tutto è apparentemente diverso ma le apparenze, lo sappiamo, servono a nascondere la verità. I due mondi s’incontrano sui loro confini, rivelando la medesima natura di prigioni, dove gli abitanti, impossibilitati ad uscire, coltivano le loro divisioni interne come ancore di salvezza. Le due città sono quindi facce di una stessa medaglia, mondi che vietano proprio ciò che Meela desidera più d’ogni altra cosa: la libertà di scoprire e condividere.

 6. In qualche maniera, sia pure trasversalmente, si tocca il tema di una possibile (o impossibile) integrazione  tra un Nord e un Sud del mondo. Si narra infatti della stigmatizzazione dell’altro, del diverso che diverso non è.

Questo è un altro dei temi chiave. Tutto l’equilibrio dei due mondi si basa su distanze e diversità che in realtà non esistono: Aureralya è parte di Dinone, gli abitanti sono accumunati persino dalla stessa lingua. Eppure basta una barriera inconsistente come una nuvola per separare in maniera viscerale questi due mondi. Inutile sottolineare come questo rispecchi la realtà del nostro tempo, dove troppo spesso si celano, dietro un velo di egualità di circostanza, divisioni tanto profonde quanto innaturali.

 7. Altro tema interessante è il rapporto tra due mondi separati, ma tecnologizzati e connessi, eppure all’oscuro su quanto accade lì a due passi. Si tratta di un paradosso che rinveniamo, a tratti, anche nella nostra dimensione.

Non si tratta di un paradosso ma di quotidianità. Certo, nel romanzo questo è estremizzato (parliamo pur sempre di fantascienza!) ma non serve leggere fiction per imbattersi in realtà divise da barriere invisibili: vicini che non si parlano, colleghi che si scambiano informazioni solo via mail, fidanzati che amoreggiano più via sms che di persona. Forse oggi più che mai, con i social network che hanno reso la condivisione un’esigenza, ci scopriamo all’oscuro di ciò che davvero succede a chi ci sta a fianco.

8. Dinone e Aureralya. C’è un perché di questi nomi?

Nessuno in particolare, li ho scelti più che altro per il loro suono, Dinone più cupo e chiuso, Aureralya più aperto e arioso, a ricordare la collocazione delle due città.

9.  Non so se hai letto Le due città di Dickens. In sottofondo vi sono comuni paure e il tentativo di non commettere gli stessi errori del passato. Ebbene: di cosa hanno paura gli abitanti del mondo di sopra (Aureralya)? Che cosa temono gli abitanti del mondo di sotto (Dinone).

La lettura di Dickens purtroppo mi manca ma la risposta alla tua domanda mi è comunque semplice: entrambi hanno paura di ciò che sta al di fuori dei loro confini, di ciò che non conoscono. La stessa paura che attanaglia tutto il genere umano dalla notte dei tempi.


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