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[Intervista]- Martin Rua e il successo del thriller esoterico

Creato il 14 aprile 2013 da Luca Filippi
[Intervista]- Martin Rua e il successo del thriller esotericoSi definisce esoterista, scrittore di thriller esoterici e membro di società iniziatiche. Martin Rua, questo il nome dell'Autore ma anche del protagonista dei romanzi, è un vero e proprio fenomeno mediatico. Il suo ultimo romanzo, Il Codice Baphomet, ha riscosso un successo notevole sul portale Amazon.Una nota biografica su wikipedia sottolinea che il personaggio dei suoi libri è "una figura di alchimista e massone che si presenta in maniera positiva, epurato da tutti gli stereotipi del massone cospiratore."Martin ha accettato di rispondere alle domande per i lettori de "La vibrazione nera".
La tua trilogia (L'ombra d'argento, La luna di sabba, Il codice Baphomet) sta riscuotendo una notevole successo su Amazon. Definisci i tuoi lavori "thriller esoterici": quali sono gli elementi, secondo te, che più vengono apprezzati dai tuoi lettori?I miei romanzi rientrano in quel filone – a dire il vero un po’ inflazionato, ormai – del thriller esoterico, del thriller infarcito di elementi misteriosi e/o legati a fatti inspiegabili. È un filone che continua ad avere successo, per cui i miei romanzi s’inseriscono in un momento ancora particolarmente favorevole. Gli elementi che hanno riscosso successo, almeno su Amazon, sono probabilmente le ambientazioni, o il fatto che, lungi dal copiare altri autori o il loro stile, le mie storie hanno una caratteristica di disincanto, di leggerezza che non fa prendere troppo sul serio le avventure vissute dal protagonista che, in fin dei conti, non è un eroe, ma un semplice antiquario.Il primo dei tre romanzi, "L'ombra d'argento", ha avuto un'edizione cartacea per i tipi della A&B nel 2007. Quali sono i motivi che ti hanno portato dalla carta stampata al self publishing e quali differenze hai notato?L’avventura con la A&B è stata positiva perché comunque mi ha dato la possibilità di pubblicare quando nessuno l’avrebbe fatto (e di questo ringrazio ancora Mauro Bonanno per il suo “affettuoso” coraggio), ma deludente, perché dato il mio essere un perfetto sconosciuto all’epoca riuscii a vendere poche copie. Non avendo trovato un accordo con la A&B per il mio secondo romanzo (non per colpa loro, intendiamoci, ma perché io avevo un’idea di pubblicazione non in linea con le loro precise linee editoriali), ho provato a bussare a qualche altra porta ricevendo in cambio semplice silenzio. La verità è che ci sono editori che semplicemente non rischiano e non prendono in considerazione scrittori esordienti. La cosa può essere comprensibile, vista anche la situazione in Italia, ma non condivisibile. In ogni caso, stanco di attendere, mi sono guardato intorno e così ho scoperto il self-publishing di Amazon, prima ancora che il Kindle store debuttasse in Italia. All’inizio non vendevo niente – parliamo di due anni fa – poi, il Kindle store giunge in Italia e La Luna di Sabbia inizia a vendere. La cosa mi stuzzica e così, ritornato in possesso dei diritti su L’Ombra d’Argento, ho pubblicato anche il primo. Buoni riscontri, ma niente di che. A dicembre 2012 ho pubblicato Il Codice Baphomet e tutto è cambiato. In tre mesi ho venduto più di ottomila copie, complice la storia che è piaciuta, la copertina (realizzata da me) e il prezzo competitivo di €0,99.Le differenze con la carta stampata sono molte, la visibilità è confinata sul web, sebbene siti come Amazon siano di grande successo, ma la gestione dei contenuti, la possibilità di pubblicare e non pagare (una triste pratica che sappiamo essere assai diffusa) e di vedersi riconosciuti cospicui diritti sul prezzo di copertina rendono assolutamente appetibile il mondo del self-publishing. Ovviamente, bisogna stare attenti, perché la totale libertà e la mancanza del lavoro di un editor vi può far imbattere in sgradite sorprese. Mi è capitato spesso di leggere romanzi auto-pubblicati senza un minimo di cura, sia da un punto di vista grammaticale sia di sviluppo della trama. Ma io credo che valga la pena correre il rischio.Martin Rua è anche il nome del tuo protagonista. I tuoi romanzi, infatti, sono scritti in prima persona. Quali differenze ci sono tra il personaggio e lo scrittore? Quanta distanza riesci a prendere dai testi che scrivi?All’inizio, nel primo romanzo intendo, mi sono praticamente fuso col mio alter ego, riversando molta autobiografia nella storia. Poi, già col secondo, ho preso più le distanza, sebbene l’elemento autobiografico sia sempre presente. Stessa cosa in Il Codice Baphomet, in cui gli elementi autobiografici ci sono, ma sono ben dissimulati.[Intervista]- Martin Rua e il successo del thriller esotericoTi definisci studioso di esoterismo e alchimia, due termini spesso (a mio avviso) abusati. Ci daresti una definizione di entrambi?Hai perfettamente ragione e questa è una delle battaglie che io conduco a suon di romanzi. Spesso, chi parla di esoterismo e in particolare di alchimia non sa di cosa parla. Il mio personaggio è un antiquario massone (non a caso, assolutamente non a caso) che si diletta di alchimia. Chi mai si interessa al giorno d’oggi di alchimia, quella vera intendo? Pochissime persone. La maggior parte della gente parla di alchimia come di una sorta di pratica yoga o di meditazione, ma sono totalmente fuori strada. L’alchimia, quella vera, era una pratica da laboratorio che però non si limitava ad un’applicazione empirica sui metalli, ma lo faceva tenendo sempre un occhio al cielo e al divino. Io propugno un ritorno allo studio serio dell’alchimia, dell’ermetismo – il corpo di dottrine esoteriche che sottende al lavoro dell’alchimista – sfrondando queste affascinanti dottrine da tutte le sciocchezze che si scrivono e si dicono. Ecco perché il Martin Rua letterario è anche un alchimista. Un alchimista del XXI secolo.In precedenza hai dichiarato "Vi assicuro che la pigrizia mi ha chiuso più di una porta in faccia, è più una malattia che una caratteristica del mio modo d'essere" (Martin Rua, il cannochiale blog). Quale è la molla che ti fa vincere questa attitudine all'indolenza e cominciare un nuovo romanzo?Ahi, nota dolente! Sì, lo ammetto, sono pigro. Talvolta senza speranza. Ciò che mi aiuta quando devo scrivere è il desiderio di voler seguire la mia debordante fantasia, quell’universo che mi porto dentro e che sono riuscito a incanalare nelle mie storie dandogli uno sfogo. In quel caso non c’è pigrizia che tenga: seguo un’idea, la sviluppo e dando sfogo alla fantasia mi dimentico di fatica e indolenza. Cosa bolle in pentola? Vuoi darci qualche anticipazione sugli sviluppi della tua attività letteraria?In pentola bollono due storie, per ora ancora solo nella mia mente, e un saggio – esoterico, che te lo dico a fare – in dirittura d’arrivo. Infine, cosa forse più importante di tutte, ho firmato un contratto con una importante casa editrice e presto – molto presto – uscirà un mio romanzo in libreria.Così ritornerò alla carta, senza dimenticare quanto devo al self-publishing. Maggiori dettagli per ora sono top-secret!

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