Magazine Cultura

Interviste, una breve chiacchierata con i Qube.

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Avete avuto modo di conoscerli tramite Pleasures of Unknown. I Qube Hanno vinto il primo appuntamento del nostro contest per Band Emergenti. Li abbiamo intervistati per farveli conoscere meglio. Prima dell'intervista, ecco qualche cenno biografico.


http://a6.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/180665_490827591781_57706541781_6443228_4771665_n.jpg

Il progetto Qube nasce,muore e risorge tra primavera e autunno 2007. Provenienti da esperienze musicali molto diverse i quattro decidono di fondere i propri backgrounds in favore di un suono diverso,il più possibile personale,sotto il segno della sperimentazione. Complici l’intensa attività di sala prove e la quasi maniacale ricerca sonora, accompagnata da uno spericolato uso dell’effettistica, il gruppo raggiunge nel tempo una certa individualità che trova forte sfogo nelle performances dal vivo, sui più disparati palchi della penisola, affrontate quasi come un rito.
Dopo un primo demo senza nome fabbricato in casa il gruppo promuove dall’inverno del 2008 il primo lavoro ufficiale (Duo), che contiene in embrione i tratti somatici caratteristici del progetto, dalla sezione ritmica predominante e scomposta ai suoni claustrofobici attraversati da voci liquide di effetti.
A febbraio 2011 viene pubblicato Trio, disco autoprodotto, in cui vene più progressive e posthardcore si fondono ad una ricerca ambient con sfumature quasi etniche. L'album viene presentato al Viper Theatre di Firenze, e poi promosso live presso il Qua'Rock Festival di Empoli e l'ultima recentissima edizione di Terra Futura. Il gruppo poi, sempre alla ricerca di nuove sfide, partecipa anche allo spettacolo DreaMachine Night di Emiliano Fantechi presso il Teatro Distratto, sonorizzando con la propria musica l'installazione visiva basata sulla Macchina dei Sogni citata da Burroughs e Genesis P.Orridge.


Ecco L'intervista. Buona Lettura!

1) Cominciamo dal nuovo album Trio. Come si è evoluto il suono rispetto al lavoro del 2008, Duo?


La ricerca del suono è da sempre una nostra prerogativa, e con il passare del tempo il nostro affiatamento è indubbiamente aumentato. Questo ci ha permesso di continuare a sperimentare cercando una chiave sempre più personale, abbandonando molti dei cliché che all'inizio ci influenzavano. Trio è il risultato di due anni di vita, di impegni e sacrifici, ed era molto importante per noi che il risultato rendesse giustizia al lavoro che c'è dietro, per questo abbiamo deciso di farci produrre artisticamente da Francesco Felcini al Notch Studio di Firenze. I nostri marchi di fabbrica indubbiamente sono rimasti, ma rispetto a Duo questo disco è indubbiamente più compatto ed essenziale, anche se questo termine detto da noi fa sorridere. E le atmosfere sono molto più variegate, nonostante suoni molto 'scuro' non si respira soltanto rabbia.

2) Uno dei pregi della vostra musica è sicuramente l'eceltticità delle influenze che poi si riflette sul suono. Inoltre avete sempre dichiarato di avere background molto differenti nel gruppo stesso. Come conciliate queste differenze e come avviene il processo creativo? Ad esempio Trio, com'è stato concepito?

Una caratteristica fondamentale dei Qube è indubbiamente l'affiatamento personale che ci lega. Siamo una famiglia, nel bene e nel male. Abbiamo sempre dedicato molto tempo al progetto, dal vivo e soprattutto in sala prove, e questo ci ha permesso di fondere i diversi stili che abbiamo per cercare qualcosa che fosse il più possibile nostro. Consci del fatto che niente si inventa di sana pianta crediamo molto nella contaminazione, e cerchiamo di essere il più aperti possibile a qualsiasi tipo di sperimentazione. Trio è nato dalla nostra voglia di unire i suoni pesanti che da sempre apprezziamo a certe atmosfere ambient-elettroniche quasi etniche.

3) A proposito di quanto detto prima (piccola curiosità): il vostro nome qube sta a significare le vostre molte facce o c'è un'altra storia dietro la scelta del vostro moniker?

Potrebbe essere una buona risposta! In realtà ci sono varie storie a riguardo, tra cui il fatto che tradizionalmente il cubo è il simbolo dell'io. Ma ci piaceva soprattutto il fatto che essendo il cubo il solido geometrico simbolo della perfezione, scriverlo con la prima lettera sbagliata (la q invece della corretta c) ci desse come una perenne imperfezione che ci spingesse ad una eterna ricerca.

4) La vostra ricerca e sperimentazione non si ferma in studio: anche nei live cercate di creare quasi un'esperienza diversa rispetto al disco. Come costruite i vostri live?
Inoltre la vostra musica è molto suggestiva e ha una propoensione visiva. Avete mai pensato a concerti nello stile della visual-music?


Abbiamo sempre un po' giocato con proiettori e luci particolari dal vivo, perché crediamo molto anche nel modo in cui presentiamo i nostri concerti, che per noi sono quasi un rito. Ci è venuto in mente più volte di collaborare con video-artisti anche se finiamo sempre per realizzare tutto per conto nostro, sia nei live che per le grafiche dei dischi. In alcuni concerti ci siamo avvalsi di alcuni amici performers, mentre altre volte abbiamo scelto un'immagine più ironica, anche perché non ci piace sempre prenderci troppo sul serio.

5) Il video di El Sion riprende uno spezzone del film Faust del 1926 di Murnau. Come il cinema influenza la vostra musica e come questo film in particolare ha influenzato il disco?

Siamo tutti appassionati di cinema, e ci piace molto vedere la nostra musica anche come un'ideale colonna sonora. Infatti collaboreremmo volentieri con cineasti e compagnie teatrali, anche per provare a guardare il nostro progetto da angolazioni differenti.
Anche se il nostro immaginario comprende molti riferimenti cinematografici, il Faust di Murnau in particolare non ha espressamente influenzato il disco. Al momento di promuovere El Sion come 'singolo' in avanscoperta abbiamo pensato come sempre di non trascurarne l'impatto visivo, e oltre ad apprezzare l'assoluta eleganza e bellezza del cinema espressionista tedesco, questo film in qualche modo racconta una sorta di viaggio mistico che ben si accomuna al concept di Trio, che è appunto un viaggio di cui ogni pezzo è una tappa.

6) Come sapete, ci occupiamo soprattutto di artisti/gruppo meno conosciuti. A questo proposito, ci sono gruppi o artisti emergenti che stimate e che secondo voi meriterebbero piu spazio e che consigiereste ai nostri lettori?

Ci accorgiamo sempre più che di musicisti in giro ce ne sono persino troppi, e mentre la maggiorparte tendono a riproporre quello che hanno ascoltato per una vita sono sempre in minoranza quelli che invece cercano di essere almeno un po' personali. Nel panorama toscano stimiamo soprattutto gli Incoming Cerebral Overdrive.

7) Ultima domanda: sono previste date live imminenti? e bolle già qualcosa in pentola per il nuovo lavoro?

Abbiamo suonato di recente al Sinister Noise di Roma, e a breve faremo una performance acustica nella nostra città, ma al momento ci stiamo dedicando principalrmente a un po' di sana sperimentazione e ricerca per il nuovo lavoro, per il quale stiamo cercando di allargare ancora di più i nostri orizzonti. L'idea è di tornare in tour a primavera.

 

Nicola Orlandino


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :