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Into the woods

Creato il 20 febbraio 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

into-the-woods-french-posterMusical Disney che prova a tenere i piedi a terra

Tratto dall’omonimo spettacolo di Broadway, Into the Woods vede nuovamente dietro la macchina da presa Rob Marshall, già creatore di Chicago, che mette in scena un musical che intreccia alcune opere dei fratelli Grimm (Cappuccetto Rosso, Raperonzolo, Jack e il fagiolo magico e Cenerentola) e crea un mondo magico all’interno del bosco, inaspettato e bizzarro. Trait d’union della pellicola la vicenda di un fornaio e di sua moglie che sono senza una prole a causa di un incantesimo che gravita sulle loro teste.

Into the Woods appare riconoscibile e sembra inizialmente un’irriverente pellicola musicale, nella quale le favole dei fratelli Grimm vengono, parzialmente, riadattate e intrecciate tra loro. Tuttavia ciò che nella prima parte consola lo spettatore e lo fa sentire protetto, viene stravolto in una seconda parte che immagina gli sviluppi, insinua il tradimento e si tramuta in un’opera significativa, che mette in guardia su ciò che si desidera e pone i personaggi di fronte alle proprie responsabilità. Ed è proprio questo progressivo sbilanciamento, questa destabilizzazione che non convince appieno e non raggiunge il cuore dello spettatore. Caratterizzato da un cast stellare (Meryl Streep, in un ruolo insolito, Johnny Deep, sacrificato e relegato a una mera comparsata, Emily Blunt, Chris Pine e Anna Kendrick) e da una sequela di brani musicali trascinanti, Into the Woods si pone l’obiettivo di delineare personaggi ben aderenti alle favole e declinarli modernamente. E allora ecco che appaiono sullo schermo una Cenerentola sfuggente ed eterna indecisa, una Cappuccetto Rosso sfrontata e irriverente e due principi azzurri travolti dall’agonia, ma destinati a essere semplicemente affascinanti piuttosto che devoti all’amore eterno.

Into the Woods è coinvolgente e vibrante, ma pecca nel momento in cui vuole fare il passo più lungo della gamba. Difatti, anche se  nelle favole si è sempre trovata quella morale profonda e significativa, il film, nella volontà di farsi portatore sano di sentimenti condivisi, tende ad appiattire il tutto in un finale che lascia parecchio a desiderare. Brillante nell’intreccio e contraddistinto da una scenografia cupa e baciata sporadicamente dal sole (e dalla speranza), Into the Woods lancia un monito sterile: fate attenzione a cosa desiderate e insegnate ai bambini a tenere i piedi ben piantati a terra perché gli slanci di fantasia e di avventura possono portare a sviluppi inaspettati. Messaggio negativo? Non proprio, però così la fantasia sprofonda e non riemerge mai più.

Uscita al cinema: 2 aprile 2015

Voto: **1/2


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