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INTOPPO, CARAMBA; Persone; Lettori; Notizie; Tommaso

Creato il 22 febbraio 2012 da Chinalski

Intòppo
Derivato di intoppare.
Sostantivo maschile.
1. Ciò che ostacola materialmente o moralmente un’azione: sgombrare la via dagli intoppi; creare intoppi a qualcuno.
2. (antico) Scontro, urto: e va per farsi onor del primo intoppo (Dante).

Intoppàre
Derivato di toppo, col prefisso in-; ma potrebbe anche essere di origine espressiva.
Verbo transitivo [io intòppo ecc.].
(non comune) Urtare.
(estensione, raro) Incontrare in modo inaspettato e improvviso.

Verbo intransitivo [ausiliare essere o avere].
1. Andare a urtare, inciampare in qualcosa (anche figurato): la nave intoppò uno scoglio; intoppare in mille difficoltà.
(toscano) Avere difficoltà di pronuncia.
2. Imbattersi inaspettatamente in qualcuno.

Intoppàrsi
Verbo intransitivo pronominale.
(antico) Incontrarsi, imbattersi: Come fa l’onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s’intoppa (Dante).

Tòppo
Probabilmente dal francone top.
Sostantivo maschile.
1. Il troncone dell’albero tagliato che rimane nel terreno, ceppo; per estensione, qualunque pezzo di legno rozzamente tagliato: il toppo dell’incudine.
2. Ciascuna delle due parti terminali del tornio parallelo: toppo fisso, quello che reca il mandrino; toppo mobile, quello che reca la contropunta.

Una (parola) giapponese a Roma

Caramba [ka'ramba]
Voce spagnola, alterazione eufemistica di carajo ‘membro virile’, di origine incerta.
Interiezione.
Esclamazione di ammirazione e di sorpresa, specialmente positiva: Ay, caramba!

Persone da paesi

Jacopo Chimenti, pittore a metà tra XVI e XVII secolo, era anche chiamato Jacopo da Empoli o, più spesso, l’Empoli.

I lettori ci scrivono

Anche Maurizio Codogno entra nella disputa iniziata da Luciano Guareschi circa la scelta dei verbi manzioniani.

— "[...]Appena compita la cerimonia della vestizione, il guardiano gl’intimò che sarebbe andato a fare il suo noviziato a ***, sessanta miglia lontano, e che partirebbe all’indomani."

Non mi pare così tragico. Il "partirebbe" è un futuro-nel-passato (tempo che non esiste nel condizionale), e probabilmente don Lisander ha scelto apposta di usare un presente invece che un passato, anche se poi la lingua italiana non ha voluto seguire quella strada. "Sarebbe andato" invece è un fatto (anche se nel passato) e quindi si è tenuto il passato. Insomma, grammaticalmente è più sensato così: chiaro che se uno lo scrivesse oggi gli segnerebbero errore, però. —

Notizie dai porci

"Un gesto che tutti (dovremmo) saper fare"
Titolo di un articolo sul sito del Corriere della Sera. Meriterebbe parlare, nella rubrica Piuttosto che, della moda sconsiderata di usare le parentesi nei titoli di giornale, ma per il momento non lo facciamo.

Tommaso Feleri! Chi era costui?

Terzo indizio
Dovete indovinare un libro autobiografico, ma anche agiografico e di giustificazione per le battaglie già citate. La storia è narrata in terza persona, e non in lingua italiana.



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