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Introduzione alla fotografia still life di prodotti

Da Ragdoll @FotoComeFare

Nota di Alberto: con questo articolo, inizia una serie prodotta dal fotografo Rocco d’Errico riguardante la fotografia stille di prodotti. Si tratta di un’interessante introduzione alle metodologie e alle attrezzature. Seguiranno approfondimenti sulle tecniche e soprattutto alcuni dietro le quinte dei suoi scatti commerciali, veramente gustosi.

Trovi i link per contattare Rocco in fondo all’articolo, come sempre.

Sicuramente la fotografia di oggetti a scopo pubblicitario è un settore molto affascinante della professione fotografica. Richiede conoscenze, attrezzature e spazi dedicati ma dà molte soddisfazioni. Il fotografo è totalmente padrone del processo creativo, infatti deve decidere ogni aspetto della foto, dall’ambientazione, alle luci, all’inquadratura. Ognuno può dimostrare in questo genere le proprie conoscenze tecniche e la propria creatività.

In questo articolo, introduco i concetti alla base della fotografia still life di prodotti, insieme alle attrezzature necessarie, soffermandosi su quelle meno fotografiche: luci e sfondi. Seguiranno altri articoli sull’argomento, che ti spiegheranno come illuminare le tue foto still life e mostreranno numerosi esempi.

Foto per comunicare

La foto di still life pubblicitario ha lo scopo di contribuire alla vendita dei prodotti. Essa deve rispondere quindi alle esigenze di comunicazione dei clienti, infatti le immagini vengono usate per promuovere un messaggio, per rendere visibile un prodotto o un servizio, non solo a scopo puramente estetico.

Nella progettazione dello scatto devi domandarti in che maniera la fotografia di un prodotto possa incrementare le sue vendite. Spesso dovrai decidere da subito che tipo di atteggiamento avere nei confronti del soggetto, potrai cercare di descriverlo in maniera neutra, valorizzandone l’aspetto, oppure inserirlo in un’ambientazione creativa per evidenziarne le caratteristiche funzionali.

La fotografia pubblicitaria non deve sempre rappresentare la realtà, anzi spesso se ne deve separare, creando sogni, emozioni, o suggerendo una nuova interpretazione del reale, come nella foto qui sotto.

foto still life concettuale

Possibilmente tutto in queste immagini deve essere perfetto, gradevole, idealizzato, bisogna evitare che il prodotto presenti difetti. Sono quindi numerosi gli approcci che puoi seguire con lo stesso tipo di soggetto, l’importante è che esso sia adeguato al messaggio che il produttore vuole dare ai suoi clienti. Le tue fotografie devono presentare il prodotto ai suoi potenziali clienti nella maniera più efficace possibile, anche un oggetto banale deve essere reso speciale, come nella foto della biro qui sotto.

image

Il metodo di lavoro

Lo scatto di still life è un vero e proprio progetto, devi prima pensarlo, vederlo nella tua immaginazione e poi passare alla realizzazione. Spesso, trovo utile disegnare uno schizzo anche approssimativo dell’immagine, per capire l’inquadratura, il contrasto luminoso, la giusta ambientazione.

Questi sono i tre principi del mio metodo di produzione di una fotografia:

  • il movente, ovvero il perché devi scattare quella foto. Quale immagine desideri realizzare, devi stabilire qual è il risultato voluto, quali sono le caratteristiche della fotografia. Infatti il più grave peccato che puoi commettere è non sapere cosa vuoi ottenere, che messaggio vuoi comunicare;
  • la tecnica, devi da subito sapere in quale modo vuoi o puoi realizzare lo scatto. L’operazione più importante è la scelta dell’illuminazione del soggetto e del set fotografico;
  • il corredo, ovvero quale attrezzatura puoi o vuoi utilizzare per effettuare lo scatto.

Naturalmente i tre fattori sono interconnessi, l’uno condiziona l’altro, è naturale che dovrai progettare un tipo d’immagine che poi sarai in grado di realizzare con le tue conoscenze tecniche e con le attrezzature disponibili.

Le attrezzature

La fotografia di still life pubblicitario di solito si occupa di oggetti di dimensioni piccole o medie, difficilmente più grandi di una persona, quindi consente l’utilizzo una sala posa di piccole dimensioni. Infatti è sufficiente avere spazio per sistemare tre luci ai lati e dietro al soggetto a due o tre metri di distanza. Inoltre, è assolutamente consigliabile un’altezza tra i tre e i quattro metri per sistemare comodamente le luci in alto, magari un softbox per l’illuminazione generale del set.

Luce artificiale

Le luci artificiali sono indispensabili nella fotografia still life in studio, perché ti consentono di controllare appieno l’illuminazione e di lavorare come e quando vuoi. La luce artificiale, soprattutto, offre la possibilità di standardizzare il processo di scatto e consente di ottenere in tempi certi risultati di qualità costante e prevedibile.

Sul mercato si trovano diversi tipi di luce artificiale studiati per la fotografia, andiamo a vederli uno alla volta.

Luci a incandescenza

Luci a incadescenza fotografia studio

Parliamo delle lampade al tungsteno che emettono una luce continua con temperatura colore pari a 3200K. La loro potenza non è molto elevata, producono molto calore e richiedono un notevole dispendio di energia elettrica. Per lavorare in studio dovrai avere lampade dalla potenza di almeno 800W.

Sono in commercio vari tipi di luci a incandescenza, di solito usate per le produzioni video, a seconda della marca e del modello integrano sistemi di raffreddamento e possono essere equipaggiate con degli accessori per modulare la luce. Sono  un’economica e pratica alternativa  alle  luci flash, la loro potenza luminosa, seppur bassa, è sufficiente per scattare con una macchina digitale, la loro temperatura colore consente un ottimo bilanciamento del bianco e una riproduzione fedele dei colori.

Inoltre, il calcolo dell’esposizione, come per tutte le luci continue, è possibile usando l’esposimetro e gli automatismi della fotocamera.

Luci flash

lampeggiatori da studio fotografia

I lampeggiatori da studio, sono delle lampade che emettono un rapido lampo luminoso (come i flash sulle fotocamere, solo realizzati appositamente per lo studio). Sono in commercio due tipi di lampeggiatori da studio: i flash monotorcia e i generatori con le torce.

I monotorcia sono compatti (a sinistra nella foto sopra), includono in un sol corpo i condensatori e la lampada luminosa, sono più economici dei generatori, ma hanno una minor potenza: dai 250W fino ai 1500W, sono comunque più pratici da trasportare. I generatori (a destra nella foto sopra) hanno i condensatori separati dalle torce e trasmettono l’impulso energetico a queste tramite cavi dedicati. Essi hanno una maggiore potenza, ve ne sono dai 1500W fino ai 6000W, sono più pesanti, ma hanno una maggiore varietà di tipi di torce, ad esempio la torcia spot e la torcia ad anello.

Tutti i tipi di flash da studio incorporano una lampada a incandescenza di bassa potenza, chiamata lampada pilota, per agevolare la messa a fuoco e permettere l’anteprima dell’effetto delle luci.

I flash dispongono di una vastissima gamma di accessori per modellare il fascio luminoso (nell’immagine qui sotto), ciò rende possibile qualsiasi tecnica di illuminazione in studio. La temperatura cromatica è di 5500K, la loro luce è costante e consente un’ottima riproduzione dei colori.

modificatori luce per lampeggiatori da studio fotografia

Lo svantaggio è che l’uso dei lampeggiatori risulta più complicato della luce continua, il fotografo deve determinare manualmente l’esposizione con un apposito esposimetro flash esterno e non può usare gli automatismi d’esposizione della fotocamera. Un kit di due o tre flash da 1000W ognuno, più un soft box e alcune parabole, è l’ideale per la foto di still life.

Il maggior limite alla loro adozione è il prezzo elevato, che comunque nel tempo si è di molto abbassato, rendendo queste luci abbordabili per chiunque.

Flash portatili a batterie

La tecnologia digitale consente oggi l’utilizzo proficuo anche dei lampeggiatori dedicati delle reflex (i consueti flash esterni). Possono essere combinati con diversi accessori per modellare la luce, grazie anche agli adattatori che consentono di utilizzare quelli dei flash da studio, e hanno il vantaggio di essere comandati con sistemi wireless, che consentono l’esposizione automatica senza cavi.

Il fotografo non deve misurare nessun parametro, sarà l’automatismo TTL flash della fotocamera a sistemare esposizione e bilanciamento del bianco. Sono abbastanza economici e l’unico neo che ne limita l’utilizzo in studio è la loro scarsa potenza, ma
con i sensori digitali questo difetto è meno problematico.

Luci fluorescenti ad alte prestazioni

luci fluorescenti studio fotografia

Sono tubi, di solito lunghi e di varie forme (come puoi vedere nell’immagine qui sopra), contenenti gas e sostanze fluorescenti (come i neon) che, al  passaggio  di corrente elettrica, producono una luce continua fredda, con temperatura  colore di 5400K o 5000K. Sono luci prodotte  appositamente per usi  professionali, quindi prive di sfarfallio (talvolta connesso a questo tipo di luce), ed hanno una grande costanza nella qualità del colore. La loro potenza non è elevata, ma il loro consumo energetico è veramente minimo e producono poco calore.

Alcuni modelli possono dare una luce assai morbida, altri hanno la possibilità di modellare il fascio luminoso grazie agli accessori. Le luci fluorescenti, pur non essendo versatili come i lampeggiatori, sono assai valide per i lavori in studio e consentono di allestire una sala posa completa con una spesa non eccessiva. Conviene acquistare lampade da almeno 500w di potenza.

Luci a led

luci led studio fotografia

Si tratta di luci continue, che producono poco calore e consumano poca energia, ma producono per ora poca potenza luminosa. Sono disponibili già alcuni tipi di lampade a led appositamente progettati (come quelli nella figura qui sopra) per la fotografia,  che forniscono una luce diffusa e intensa, utile per foto di oggetti di piccole dimensioni.

Hanno una temperatura colore che varia tra i 3200K e i 5500K e consentono un’ottima riproduzione dei colori. Sono abbastanza economiche e sicuramente rappresentano il futuro dell’illuminazione, anche se sono ancora poco potenti per essere utilizzate in studio su soggetti che non siano di piccole dimensioni.

Il tavolo still life e il fondo

Fondale bianco e tavolo still life fotografia

La scelta del tipo di fondo su cui appoggiare gli oggetti è di fondamentale importanza, spesso determina la buona riuscita di una foto (quando non vuoi realizzare uno scatto ambientato, con una scenografia particolare).

Per le foto descrittive non ambientate il fondale deve essere possibilmente continuo, non deve presentare nessuno stacco visibile tra il primo piano e il fondo dell’inquadratura. Per ottenere un fondale continuo basta semplicemente incurvare il fondale verso l’alto, dietro al soggetto. Se il fondale è sufficientemente distante dal soggetto potrai colorarlo puntandoci contro una luce colorata.

Per le normali foto di catalogo a scopo puramente descrittivo, sono da preferire i fondali di colore chiaro che, oltre a facilitare la leggibilità del soggetto, rendono anche agevole lo scontorno digitale. Il fondale bianco è adatto a quasi tutti i prodotti, si può ottenere facilmente con un cartoncino bianco o con un pezzo di stoffa della dimensione adeguata.

Per evitare che il soggetto proietti fastidiose ombre sul fondo puoi ottenere impiegare come fondale una lastra di PVC opalino illuminata da dietro, oppure un tavolo luminoso: le ombre saranno così schiarite (spesso completamente annullate) dalla luce bianca del fondo. Puoi tranquillamente acquistare un tavolo da still life  per usi fotografici, esso è già munito del pannello di PVC e ha la possibilità di piegarlo in alto per creare un fondo continuo.

Anche il fondo nero è utile, infatti concentra l’attenzione dell’osservatore sul soggetto, ne mette in risalto i colori e ne facilita lo scontorno, devi però far attenzione a non far sparire i bordi dell’oggetto nel fondale. Per costruire un fondale nero che assorba veramente la luce puoi utilizzare delle stoffe di velluto oppure dei fogli adesivi di moquette nera. Questi ultimi, grazie alla loro trama di superficie garantiscono il giusto assorbimento della luce e minimizzano le ombre. Sono invece sconsigliabili i cartoncini neri che non garantiscono un sufficiente assorbimento della luce e possono addirittura generare fastidiosi riflessi.

Per i soggetti di grandi dimensioni puoi usare i fondali fotografici di stoffa di sei metri per tre, sistemandoli su un’apposita asta telescopica retta da due stativi per le luci. Per ottenere delle tinte unite puoi usare i pratici ed economici fondali di cartone a rotolo che sono grandi, pratici e leggeri, ma purtroppo tendono a rovinarsi facilmente, macchiandosi e increspandosi dopo l’uso.


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