Magazine Per Lei

IO AMO LE CONTRADDIZIONI. Anzi no.

Creato il 12 marzo 2011 da Nina
IO AMO LE CONTRADDIZIONI. Anzi no."Ma si in fondo di casi se ne sentono tanti...
E poi perchè no: oggi a te domani a me...
In fondo è solo una questione di statistiche, magari per una volta ci rientri anche tu...
Forse hanno ragione loro, te lo dicevo io e te che non vuoi mai darmi retta. Ora vedi in quante siamo a pensare che sperare non è così folle? Magari i doloretti che senti sono un buon segno e non significano che ti stanno tornando. E non sai neanche a che giorno sei, perché per la prima volta non hai segnato nulla. E poi se La gina si fosse sbagliata?"
Vi abbiamo presentato: Gli improbabili monologhi della Vocina Ottimista.
E io che c'ero quasi riuscita a liberarmene. Poi che è successo? Ma no niente, è che ha incontrato altre simpatiche vocine commentatrici così affini a lei e hanno legato immediatamente.
Si si mie care avete capito bene, sto parlando delle vostre.
Ora da una parte ho un coro di voci che mi ripetono tutte la stessa cosa, in sincrono e dall'altra La Voce, quella della coscienza, che cerca di contraddirle e convincerle al silenzio.
 Risultato: D.e.l.i.r.i.o!
Le due Nine. Ovvero: cronaca di un Disturbo Dissociativo dell'Identità non ancora diagnosticato
* Una cosa l'ho capita, seriamente stavolta, e l'ho capita di nuovo grazie al confronto con voi.
Se una donna ha un desiderio, la speranza di farcela sarà più forte e tenace della paura di fallire.
E' un istinto, non si controlla. Per quanto tutto, obiettivamente, si opponga alla sua realizzazione, lei non smetterà di crederci. In fondo in fondo, silenziosamente e segretamente, una parte di sé continuerà a nutrirlo quel sogno.
* Oppure no, oppure è che semplicemente devo ancora accettarlo fin nel profondo di me, in ogni cellula del mio essere. Ed è per questo che sono ancora qui a procrastinare, a darmi tempo, a non alzare quel telefono, a non prendere quell' appuntamento, a rimandare la ricerca della clinica adatta. Raccontandomela però in un altro modo: Io mi sto ricaricando. A Roma si dice "Darsi le calle".
Quando invece la realtà è che l'altra parte di me, quella scema e ingenua e sognatrice, non si è ancora arresa all'evidenza, alla cruda realtà e si aggrappa con le unghie a quella insignificante possibilità, al sentito dire, al "perchè non a me stavolta" al "magari la situazione è meno grave di come sembra. Magari quella minima percentuale si avvera". E quella piccola speranza di potercela ancora fare da sola, annidata lì da qualche parte, mi trattiene dal prendere la sola decisione sensata: F-I-V-E-T!
. Io spero che la vita mi sorprenda. 
. Io spero di non doverlo mai prendere quell'appuntamento.
. Io ancora spero di sconvolgermi davanti a un test positivo, dopo aver fatto all' ammòre con Lui. 
. Io nonostante tutto credo che ce la possiamo fare anche da soli.
. Io spero anche che non si legga.
E non lo so cosa significhi tutto questo, ma è quello che provo. Giusto, sbagliato, illusione, irrazionalità, stupidità, incapacità di vedere e accogliere la realtà, come no, tutto plausibile, tutto possibile.
Mia madre mi diceva sempre che avevo un carattere tosto, che vuol dire anche non sapersi difendere dalle delusioni, non fermarsi per tempo, non temere le conseguenze delle proprie azioni:
- A te non ti fermano le parole. Tu hai bisogno di sperimentare da sola, di tentare e magari poi di sbagliare, di sbattere la testa contro il muro. -
E forse si lo sto facendo anche stavolta e ci sto andando proprio incontro a quel muro, che è lì ad aspettarmi di nuovo. Ma almeno stavolta non sarò sola, mi faranno compagnia le vostre vocine amiche e solidali!
Considerando che:
A) mi avete dato spago, avvalorando e alimentando gli sproloqui della mia vocina
B) soffrite evidentemente del mio stesso disturbo
Forse è arrivato il momento di prendere in considerazione una bella terapia di gruppo, no-o?
IO AMO LE CONTRADDIZIONI. Anzi no.

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