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Io ho imparato a leggere con Topolino

Creato il 25 maggio 2013 da Altovolume
Non con i libri delle favole, con Topolino.
I miei ricordi topolineschi.

Io ho imparato a leggere con Topolino

Topolino 3000 su un finto tappeto erboso.


Ho scoperto che stava per uscire Topolino 3000 solo grazie a Facebook e alle provvidenziali pagine di fumetti cui avevo svogliatamente messo "Mi piace" tempo fa.
Altrimenti me lo sarei perso.
Come ho perso Topolino 2000, Topolino 2500 e qualsiasi altra cosa (poi ho fatto l'abbonamento). Io arrivo sempre dopo.
E' con un po' di nostalgia e amarezza che ho letto questo Topolino.
Nostalgia perché ho ritrovato i miei autori preferiti, i miei miti, quelli che manco sempre per un pelo alle fiere.
Come Giorgio Cavazzano, mancato all'ultimo Lucca Comics perché sono stata superata nella fila da alcuni piccoli mocciosi fortunelli, che dalla loro hanno solo l'età e gli occhioni grandi così.
(Io e altri nerd ci siamo arrabbiati solo un po', qualche parolaccia, qualche sguardo furente ai genitori, alle malvage signorine Disney..).

Io ho imparato a leggere con Topolino

Una fantastica (incompresa) idea di
Giorgio Cavazzano e Tito Faraci.

Oppure Silvia Ziche, altra mia idola, le cui storie andavano sempre e immancabilmente lette.

Io ho imparato a leggere con Topolino

Una classica papernovela nonsense
Zio Paperone e il mistero
del papero del mistero

 C'è anche Marco Gervasio, l'unico cui sia riuscito a strappare un disegno, a un Lucca Comics, dopo una lunga file, sempre con altri nerd, dove ho scoperto che al mondo esiste gente più malata di me.

Io ho imparato a leggere con Topolino

Marco Gervasio mentre mi disegnava Pippo,
altro mio idolo.

Amarezza perché anche se sono molto felice che Topolino sia sopravissuto alla giungla editoriale fino ad ora, devo dire che a me il nuovo Topolino non piace.
Forse perché sono vecchia, perché lo compro solo ogni tanto, perché ho troppi ricordi... però la piega che hanno preso le testate Disney non mi piace. 
Numero 3000 a parte, gli altri Topolini mi sono sempre sembrati molto superificiali, furbetti, facili facili.
Forse è la mia saggezza acquisita (o, ancora, la vecchiaia che avanza) che parla, ma a me sembra che le storie dei Topolini della mia infanzia fossero più profonde, più curate, più magiche addirittura.
E qui non parlano solo i miei ricordi.

Io ho imparato a leggere con Topolino

Scatola di Topolini trovata in mansarda

 Poco tempo fa ho trovato una scatola con dentro un sacco di Topolini, poco dopo il fatidico 2000.
Li ho letti tutti.
E poi ne ho letti alcuni nuovi, usciti poco tempo fa, al massimo un anno fa.
Sono innegabilmente diversi.
I Topolini di oggi sono "aggiornati" come i ragazzini di oggi, e su questo nulla da dire, ovvero Qui Quo Qua hanno il blog, Uppano e Dowlondano qualsiasi cosa, Paperino è sempre connesso a papernet...però dietro l'episodio non c'è nulla.
In una storia ad esempio, c'erano Emy, Evy e Ely (l'equivalente di Qui Quo Qua, nipotine di Paperina) che accidentalmente finivano nella squadra di calcio invece che in quella di ginnastica artistica. In quella di calcio poi trovavano amiche vere, tra cui una che se non vincevano almeno un partita sarebbe stata spedita al collegio dal perfido zio Rockerduck. Cosa succede? Ovvio, si allenano molto, svelano qualche inghippo e vivono tutte felici e contente. Tutto raccontato tramite il loro blog.
Ecco, a me le storie così sembrano un po' banalotte.
Sulla falsariga di molti film e telefilm visti e stravisti.
Nella scatola di Topolini trovata in soffitta almeno in ogni numero c'era una storia "magica".
Ad esempio.
In una Tip e Tap (nipoti di Topolino) perdevano il loro orsetto.
Durante la notte Topolino, dopo aver passato la giornata a cercarlo, viene svegliato dal su orsetto d'infanzia che gli dice che il mondo dei giocattoli è in pericolo, lo invita quindi a seguirlo e si buttano nell'albero cavo in giardino. Poi vabbè, ci sono varie peripezie, come Pippo che si scopre che si muove tranquillamente tra i mondi, finché alla fine Topolino torna. E non sta a domandarsi tanto sul come e sul perché esista un mondo dei giocattoli, se debba raccontarlo al web o meno: lui si limita a dare l'orsetto ai nipotini e li guarda giocare con un sorriso, dicendo solo "Trattatelo con cura, ha passato molte avventure", facendo un occhiolino ai lettori complici.
Non so come spiegarlo, però sono storie totalmente diverse. Potrei fare altre mille esempi.
E mi domando: è giusto assecondare i bambini&ragazzini in tutto e per tutto? Non sarebbe bello regalare ogni tanto anche a loro un po' della magia&semplicità dei Topolini di una volta ?
Raccontare una storia per il semplice gusto di raccontare, senza mettere dentro insegnamenti, consigli, raccomandazioni.
Come nella storia Qui, Quo, Qua e le prelibatezze a Km 3000 (nel numero 3000) in cui ogni 3x2 una didascalia recita le solite(giustissime) pappardelle ecologiche/biologiche.
Per carità, credo sia giustissimo parlare ai bambini e ai ragazzi di queste cose, però in un altro luogo, così inquinano la storia secondo me.
Certo ogni tanto escono ancora le storie d'autore, come quelle ispirate a Novecento e Montalbano, ma secondo sono troppo poche e mirate anche a un certo pubblico, quello vecchio, noi.
Io ho imparato a leggere con Topolino

Non so, forse, ripeto, sono io ad essere cambiata.
So solo che quando ero piccola adoravo leggere Topolino perché era altro, era evasione da tutto. Dalla scuola, dalle piccole cose quotidiane, dalla cameretta.
Mi piaceva leggerlo senza preoccuparmi di stare imparando qualcosa o di essere aggiornata, mi piaceva leggere e vagare con la fantasia, basta.

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COMMENTI (1)

Da Giovanni
Inviato il 14 maggio a 12:36
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Ciao! Concordo con questo bell'articolo. Innegabilmente il Topolino di una volta era molto diverso. Basta andare in una bancarella a caso per notare lo stile completamente diverso dei disegni, dei contenuti, delle storie, e già solo la copertina sembrava meno "fredda". Magari si tratta di un discorso generazionale, per carità, e tutto è soggettivo.