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Io, precario ed emigrato: “Con stage e tirocini non si campa”

Creato il 12 luglio 2013 da Cassintegrati @cassintegrati

“200mila nuovi posti di lavoro”, ha affermato più volte il premier Letta, dimenticandosi di ricordare che 100mila di questi sono stage e tirocini. Ma stage e tirocini possono considerarsi lavoro? Questa è la storia di Giancarlo Sechi, grafico 29enne che ha ridisegnato il sito ‘L’Isola dei cassintegrati’ come lo vedete ora. Questo è il suo sito.

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«Non mi hanno insegnato nulla, io e gli altri tirocinanti facevamo spesso manovalanza gratuita», racconta Giancarlo Sechi, che ha 29 anni, una laurea, due tirocini, due anni in Irlanda e un master di prestigio nel suo curriculum. Con l’età che si ritrova non potrà neanche accedere ai bonus per le assunzioni del dl occupazione.

Giancarlo, come tanti suoi coetanei ha dovuto lasciare la Sardegna per cercare lavoro, ma questo non è bastato. Stage e tirocini, dovrebbero servire a due scopi: insegnare delle competenze formative, e inserire nel mondo del lavoro. Col tramite delle università, ma questo non avviene quasi mai: «I tirocini che ho fatto me li sono trovati da solo», spiega Giancarlo. Giancarlo Sechi ha 29 anni e si è laureato in comunicazione a Sassari dove è nato. Ha vissuto due anni a Dublino, poi si è reinventato designer e grafico: «Ho fatto due corsi di formazione professionale alla Bauer di Milano, una scuola prestigiosa, un anno in graphic design e un anno in web design».

Durante il suo percorso Giancarlo ha fatto tanti lavori e lavoretti: cameriere, lavapiatti, in Irlanda da commesso è diventato manager del negozio. «Gestivo gli ordini e i fornitori, così come l’incasso», racconta. Dopo due anni è tornato in Italia, a Milano, e ha svolto diversi tirocini. Il primo di tre mesi in un piccolo studio grafico: «Non mi hanno insegnato nulla. Ho avuto diverse gratificazioni, come quando la provincia ha scelto un mio progetto, ma per il resto si è trattato di manovalanza gratuita». Il secondo tirocinio Giancarlo lo ha svolto in uno studio molto conosciuto di Milano: «Mi hanno trattato a pesci in faccia: è il classico studio dove i toriconanti vengono sfruttati e i capi fanno unicamente pubbliche relazioni».

A quel punto Giancarlo si trasferisce a Cagliari, e inizia a lavorare come grafico freelance. «Ho lavorato gratis per un anno, con tante promesse di guadagni che poi non si sono concretizzate», racconta il 29enne. «Ho partecipato a un progetto, poi naufragato, per aprire uno studio di architetti e grafici. Poi un altro progetto per arredi urbani, e nulla anche qui». Dopo aver aperto la partita iva Giancarlo entra in un master gratuito della Regione Sardegna, a Alghero, in comunicazione visiva. Durante questo master svolge un tirocinio a Barcellona, e anche qui lo ha dovuto cercare da solo: «Avrò chiamato trenta studi di grafica a Barcellona per trovare. Però è stato un tirocinio come dovrebbe funzionare: il capo si siedeva a spiegarmi le cose e ho imparato tanto».

Ma anche qui, finiti i tre mesi lo studio ha preso altri due stagisti e Giancarlo è tornato in Italia. Dove cerca lavoro. «I finanziamenti del governo agli stage potrebbero essere una cosa buona, se significa che questi verranno pagati. Finora si è sempre trattato di lavoro gratis. E comunque non si può considerare un’occupazione».

di Michele Azzu | @micheleazzu

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