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Ipo Moleskine: boom di prenotazioni, sbarco in Borsa il 3 aprile

Da Mrinvest

Le azioni dell’Ipo Moleskine sono offerte ad un prezzo compreso tra 2 e 2,65 euro. Al retail il 10% dell’offerta globale

Ipo Moleskine: boom di prenotazioni, sbarco in Borsa il 3 aprileE’ iniziato il 19 marzo il “roadshow” per l’Ipo Moleskine, la società di taccuini e agende famosa in tutto il mondo. La quotazione a Piazza Affari è prevista a partire dal 3 aprile tramite un’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs) ad un prezzo compreso tra 2,00 e 2,65 euro per ciascuna delle 106.360.000 azioni. L’Ipo (Initial public offering), destinata a concludersi il 27 di questo mese, ha invece registrato il tutto esaurito, con largo anticipo, evidenziando quindi l’apprezzamento dell’operazione.

Il 90% dell’offerta Ipo Moleskine è mirata agli investitori istituzionali, mentre il restante 10% al canale retail (piccoli investitori). Successivamente, sarà varato un aumento di capitale di 12 milioni di nuove

azioni, che porterà ad una capitalizzazione complessiva tra 424 e 562 milioni di euro. Se tutta la “greenshoe” del 10% dell’offerta globale sarà esercitata, il flottante sarà pari al 55,1%, essendo il 37,99% posseduto da Appunti, veicolo del fondo Syntegra Capital, ed un altro 6,81% da Pentavest.

L’Ipo Moleskine è la prima del 2013 a Piazza Affari e cade ad un anno esatto dalla quotazione di Bruno Cucinelli, il cui esito è stato altrettanto molto positivo. Entro l’anno dovrebbero seguire anche le quotazioni di Moncler e Versace.

I fondi azionisti hanno sottoscritto un accordo di lock-up di 6 mesi dalla data di sbarco in Borsa di Moleskine, dopo i quali è probabile che riducano la loro presenza nel capitale societario o che addirittura l’azzerino, consentendo la nascita di una vera public company, cioè di una società dall’azionariato diffuso.

Moleskine ha chiuso il 2012 con un fatturato di 78,1 milioni, un utile netto consolidato di 18,1 milioni e un Ebitda di 31,4 milioni. Si posiziona sul segmento del lusso e tende ad espandersi anche in altre piazze finanziarie, suprattutto quelle orientali. In Italia è prodotto soltanto il 10% del fatturato.

Alcuni fondi, come L Capital e Permira, hanno dimostrato interesse verso la società, ma al momento starebbero alla finestra, cercando di verificare l’impatto con Piazza Affari, il cui andamento negativo degli ultimi anni è motivo di preoccupazione, anche per i soci di maggioranza.


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